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Emorragie post partum: 3 sintomi per riconoscerle

Le emorraggie nel post parto sono una delle grandi complicanze in quanto rappresentano ancora oggi la prima causa di morte materna. Sono tante le cause che possono determinarla e i sintomi talvolta non sono così evidenti Per questo è importante non solo riconoscerle ma anche prevenirle in base ai fattori di rischio che potrebbero determinarle.

Emorragie post partum linee guida

Durante un parto per via vaginale la perdita di sangue non dovrebbe essere superiore a mezzo litro, e durante un cesareo non dovrebbe superare un litro. Oltre questi valori quindi si parla di emorragia da parto, che a sua volta può determinare varie complicanze come l’istaurarsi di una CID (coagulazione intravasale disseminata) e lo shock ipovolemico, fino alla morte materna. La perdita di sangue a seconda delle cause che la scatenano, può verificarsi nei vari stadi del travaglio. Di seguito parleremo della emorragia post parto che si verifica dopo il secondamento, a distanza di 24 ore o addirittura nelle 12 settimane a seguire.

Emorragie post partum cause: abbiamo l’atonia uterina, cioè una incapacità dell’utero a contrarsi sufficientemente dopo l’espulsione placentare e quindi una mancata emostasi meccanica, la ritenzione di materiale placentare, le lacerazioni da parto, le coagulopatie materne, la rottura d’utero, l’inversione d’utero, le episiotomie troppo estese, la recisione accidentale di vasi o di organi durante l’intervento di Taglio Cesareo.


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Individuare le situazioni a rischio è il primo passo che il ginecologo o l’ostetrica dovrebbero compiere già durante l’assistenza alla gravidanza, per stabilire assieme alla donna le dovute misure di prevenzione nel parto e nel post parto. I principali fattori prevedibili e che espongono una donna ad un rischio di emorragia durante o nel post parto sono: anomalie di placentazione come la placenta accreta e la placenta previa, un peso fetale stimato ecograficamente come superiore a 4 kg, una precedente emorraggia intra o post parto, un parto naturale dopo taglio cesareo, anomalie materne dei fattori della coagulazione, presenza di fibromi uterini.

Nei casi a rischio, tra le misure di prevenzione è oppurtuno scegliere accuratamente la modalità di parto meno rischiosa in base al singolo caso e predisporsi per una eventuale trasfusione di plasma o sangue. Nei casi invece individuati come a basso rischio saranno sufficienti i regolari controlli ostetrici nel post-parto: i parametri vitali, il controllo del tono dell’utero, il controllo dei genitali.

Emorragia post partum sintomi:

1. Eccessiva perdita di sangue

È il segno più lampante dell’emorragia post parto, anche se può non manifestarsi. Una perdita eccessiva vuol dire che il sangue scorre abbondante e senza pausa, tanto da riempire un assorbente intero in meno di 15 minuti. Talvolta il sangue emorraggico è anche maleodorante

2. Pallore, ipotermia, tachicardia stato confusionale

A prescindere dall’entità della perdita di sangue, questi segnali devono indurre chi vi sta accanto a chiamare immediatamente il personale medico e paramedico. Un tale stato infatti fa supporre uno stato di shock ipovolemico.

3. Assenza totale di perdite e mal di pancia

Normalmente dopo il parto ci sono le così dette lochiazioni. Se non c’è perdita alcuna perdita ematica, cioè una assenza totale di lochiazioni ma c’è un forte mal di pancia, questi sintomi fanno supporre una atonia uterina, ritenzione di sangue e coaguli in utero e dunque un’emorragia post partum. Anche in questo caso è necessario allertare subito l’ostetrica.