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Ematocrito basso in gravidanza

Ematocrito basso in gravidanza: cosa sapere

Una delle pratiche più ricorrenti che la donna incontrerà durante i 9 mesi di attesa del suo bambino è la lettura degli esami; ciò viene fatto a supporto di un monitoraggio continuo dello stato di salute della futura mamma, fermo restando che molti parametri ematochimici subiscono modifiche para-fisiologiche di adattamento alla gestazione, mentre altri sono un campanello di allarme per deviazioni dalla normalità. L’ematocrito è uno di questi.

Negli ultimi tre mesi di gravidanza si verifica un processo di ipervolemia, e cioè un aumento del volume di sangue circolante, in preparazione della “perdita” (non solo ematica ma anche di comuni liquidi) che avverrà con l’evento parto. Dal momento che la gravidanza di suo rende il corpo predisposto a trattenere liquidi, nella maggior percentuale dei casi l’abbassamento dell’ematocrito è solo apparente perché in realtà la quota di globuli rossi circolanti rimane pressoché uguale. Al contrario, situazioni patologiche correlate a un reale abbassamento della quota corpuscolata del sangue si hanno nei casi di anemia in gravidanza; attenzionare sempre se è in atto un’emorragia di intensa o minima entità che può indicare un’eventuale alterazione degli esami di laboratorio e il benessere materno-fetale.

Ematocrito

Cosa è? L’ematocrito (hct) è un valore di valutazione del sangue periferico che indica in percentuale il rapporto tra il volume del sangue e la quantità di elementi corpuscolati (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine); viene eseguito con un comune prelievo in vena e catalogato all’interno dell’emocromo. L’analisi dell’hct valuta sia la donna anemica che la donna che potrebbe diventarlo per un abbassamento dell’emoglobina in gravidanza. Quali sono i valori normali di ematocrito? Per un neonato tra il 55% e il 70%, per i bambini e ragazzi fino a 16 anni tra il 30% e il 42%, per un uomo tra il 40% e il 55% e infine per la donna tra il 38% e il 45%. Se, invece, il valore di hct è alto significa che il sangue è molto più denso e incontra difficoltà a scorrere nei vasi sanguigni e per tale ragione forma coaguli (trombi) che occludendo generano infarti o ictus; ecco perché è importante evitare lunghi periodi di disidratazione o di sudorazione eccessiva, che sono i fenomeni responsabili dell’abbassamento di liquidi corporei. La gravidanza in questo funge da fattore protettivo, fin tanto che l’ematocrito non si abbassi eccessivamente.

Emoglobina bassa

A un ematocrito basso può corrispondere anche un’emoglobina bassa perché il primo è spesso e volentieri causato da situazioni di anemia, come la sideropenica (frequente in gravidanza). L’emoglobina (hb) è la principale proteina costituente dei globuli rossi, rbc nell’emocromo, ed è strettamente necessaria per trasportare ossigeno dai polmoni ai tessuti, e per cedere ai polmoni l’anidride carbonica che verrà poi eliminata come scarto; il tutto viene fatto grazie alla presenza del ferro. Quali sono i valori normali di emoglobina? Compresi fra 14-18 g/100 ml per gli uomini e 12-16 g/100ml per le donne, fermo restando che questi parametri subiscono variazioni in relazione allo stato gravidico; per la fisiologica emodiluizione si considera emoglobina bassa in gravidanza se < 11 g/100 mL nel primo trimestre e < 10,5 g/100 mL da 28 ws di gestazione va considerata la terapia marziale che non va eseguita di routine e altri rimedi non solo farmacologici.

Cosa mangiare se l’emoglobina è bassa? In primis carne rossa, pollame, pesce (merluzzo in particolare), e tuorlo d’uovo, escludendo l’albume che, come il calcio nei prodotti lattiero-caseari, può bloccare l’assorbimento del ferro, che di contro aumenta con la vitamina C contenuta negli agrumi o nei kiwi. E’ sempre meglio prevenire i sintomi (sensazione di stanchezza, pallore progressivo di pelle, labbra e unghie, mal di testa, vertigini, intorpidimento di mani e piedi, bassa temperatura corporea, mancanza di respiro come da lieve dispnea, battito cardiaco rapido (tachicardia), difficoltà di concentrazione, dolore toracico e irritabilità) perché i rischi correlati sono di neonato pretermine o di basso peso alla nascita, necessità di trasfusioni di sangue, infezioni al parto e depressione post-partum.

Se si sospetta ferro basso è opportuno eseguire lo screening di II livello che indaghi sui valori di ferritina che può essere altrettanto bassa in gravidanza; la ferritina è una molecola che simboleggia i depositi di ferro presenti nel corpo al suo interno e si unisce ad altri valori del ferro: sideremia e transferrina (la prima simboleggia il ferro circolante al di fuori delle riserve, mentre la seconda è una glocoproteina epatica che aiuta il ferro stesso a circolare nel torrente ematico). Il ferro basso può avere come conseguenze impensabili e dannose: per il feto si traduce in una difficoltà di ossigenazione ed eventuale ritardo mentale, oltre che a una carenza di ferro nei primi 4 mesi di vita. Ecco che allora diventa fondamentale l’alimentazione e la supplementazione con gli integratori in commercio, i quali come effetto collaterale comune hanno la presenza di feci nere, le quali assumono questa colorazione per via della quantità di ferro non assorbito e che viene quindi eliminato; il tutto non è affatto preoccupante.

globuli bianchi rossi

Globuli bianchi rossi

I globuli bianche e i globuli rossi non sono la stessa cosa, sebbene in comune abbiano la stessa appartenenza alla componente solida del sangue. I primi, chiamati anche leucociti, sono più grandi, nucleati, e prodotti da milza e midollo osseo; sono suddivisi in: granulociti, monociti e linfociti. I globuli rossi, o eritrociti, invece sono in quantità maggiori, privi di nucleo, prodotti sempre dal midollo osseo, e resi di questa colorazione per via dell’emoglobina in essi contenuta.

Linfociti bassi

I linfociti sono cellule del sistema immunitario capaci di produrre anticorpi che neutralizzano gli agenti esterni e che hanno memoria futura per neutralizzarli se si dovessero ripresentare. Hanno il compito nobile di abbatere infezioni provenienti da virus, batteri e funghi; non va dimenticato anche il loro ruolo di combattimento contro le neoplasie che colpiscono il nostro organismo. Cosa vuol dire avere i linfociti bassi in gravidanza? Le cause sono illuminanti in tal senso perché sappiamo che una riduzione delle nostre difese è causata in primis da infezioni in atto che devono quindi essere rimandate al medico curante. Tuttavia in gravidanza il loro abbassamento è entro un certo range del tutto normale; se la situazione dovesse degenerare le motivazioni sono molteplici e includono: anemia nei casi più frequenti e meno gravi, linfomi, leucemie, meningite e malattie autoimmuni (Lupus) nei casi molto più rari.

ematocrito basso

Ematocrito basso

I rimedi per l’hct basso sono prima di tutto alimentari, e come abbiamo visto carne, pesce, frutta e verdura fanno da padroni, e vanno evitati i legumi perchè ricchi eccessivamente di fibre. Il tutto per ricordare che in gravidanza e allattamento la necessità di ferro sale a 15/20 mg giornalieri e che l’emocromo va tenuto in considerazione per considerare il benessere della futura mamma. L’emocromo è un esame routinario che valuta, come dal suo nome, il colore e la quantità delle cellule del sangue; rispetto ai livelli di ematocrito è stato recentemente scoperto che se superiore al 35% aumenta il rischio di Pre-eclampsia e Restrizione di crescita fetale (IUGR), il tutto però va sempre contestualizzato e associato ad altri fattori di rischio che verranno eventualmente indagati da una figura specializzata.

Leucociti bassi

Quando la futura mamma ha pochi globuli bianchi in circolo i sintomi variano dal malessere generale, al mal di testa, accompagnato a nausea fino ad anemie importanti e difficoltà di coagulazione. Se i leucociti sono alti ci si deve preoccupare quando si innalzano i neutrofili, che possono indicare la presenza tra le altre infezioni, della Toxoplasmosi,che va monitorata in gravidanza ogni 4 settimane. Cosa mangiare? Di norma è importante l’assunzione di acido folico sia con l’alimentazione (le verdure, per esempio, andrebbero mangiate già in epoca pre-concezionale) che come supplemento.

Eritrociti bassi

Cosa significa avere i globuli rossi bassi? In realtà quanto la quota eritrocitaria si abbassa va immediatamente corretto lo stato anemico o riscontrata e bloccata una condizione emorragica in atto (anche silente). Le cause infatti di questo abbassamento sono la perdita di sangue e quindi delle sue componenti; le motivazioni possono anche essere blande come un eccessivo sforzo fisico, oltre che chiaramente in pazienti già a conoscenza di avere una talassemia. Come già detto questo comporta a cascata l‘abbassamento dell’ematocrito, l’abbassamento dell’emoglobina e l’abbassamento del ferro totale corporeo, che se in condizioni di buona salute vengono curati dal corpo stesso attraverso il ciclo cellulare.

MCV basso

Il volume corpuscolare medio è uno dei parametri utili per la diagnosi di anemia valutabili dall’emocromo. Se in valori in diminuzione manifesta un’inefficienza nel livello di produzione dei globuli rossi, fungendo da indicatore di qualità e ci consente di capire se siamo in una situazione di eritrociti normali, troppo piccoli o troppo grandi. I valori di riferimento dell’ MCV sono compresi tra gli 82 e i 96 femtolitri o micron3, che corrispondono a 0.000001 miliardesimi di litro.Le cause di un mcv basso, in genere, si riconducono a carenze di elementi da cui dipende la regolare produzione di globuli rossi: per esempio, di una ridotta concentrazione di ferro o di una severa carenza di emoglobina.

MCHC basso

Infine, tra gli esami del sangue annoveriamo un altro parametro diagnostico: il contenuto emoglobinico medio. Il valore normale dell’MCHC è compreso fra il 32-33% e il 36%. Il parametro non cambia fra uomini e donne, mentre ci possono essere delle differenze dovute all’età. In gravidanza il suo abbassamento è sinonimo di anemia sideropenica, o emorragia; in comune comunque c’è la consapevolezza che il ferro nel nostro corpo è basso, e che va immediatamente compresa la causa per scegliere la terapia d’azione più indicata che modifichi lo stile di vita e l’alimentazione, prima ancora di somministrare farmaci i cui effetti collaterali superano i benefici.