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Differenza fra paracapezzoli in caucciù e quelli in silicone

Quando la mamma decide di combattere le ragadi sul seno attraverso l’uso dei paracapezzoli per l’allattamento del bebè, si ritrova a scegliere se è meglio per il poppante quelli in caucciù o in silicone. Ecco quindi che in questo articolo vogliamo analizzare le due sostanziali differenze dei materiali che permetteranno una corretta suzione del latte materno.

Il caucciù: è un derivato del lattice, il suo materiale è naturale, morbido ed elastico ma, allo stesso tempo, resistente alle gengive o ai primi dentini del bebè, motivo per cui generalmente lo si adopera dopo i 6 mesi del lattante. A furia di utilizzarlo tende a divenire appiccicoso e il suo colore cambia scurendosi, ecco perché è consigliato sostituirlo periodicamente. Vi è una marca per i prodotti di prima infanzia che si è specializzata proprio nel commercio di paracapezzoli in caucciù, che sono lavorati rispettando l’ambiente del Paese in cui viene estratto proprio questo materiale e cioè in Thailandia.

Il silicone: a differenza del caucciù è trasparente quindi il suo aspetto è più igienico, proprio perché è facile costatare se i paracapezzoli sono ancora sporchi di latte. È un derivato del silicio e pertanto il materiale è più duro, infatti, inizialmente viene rifiutato dalla bocca delicata del neonato. Ma in commercio hanno creato tipi di silicone molto morbidi, così che non solo funzionano da paracapezzolo, ma anche da tettarella per il biberon, favorendo quindi un passaggio dalla mammella alla bottiglietta non del tutto drastico.

Le opinioni delle madri riguardo l’uso di uno dei due tipi sono contrastanti, anche se generalmente si ritiene che per diversi fattori sopra elencati, sia meglio l’uso di quelli in silicone. L’importante comunque è avere sempre molta cura ed igiene quando si decide di allattare con i paracapezzoli, di qualsiasi sostanza essi siano, avendo una custodia apposita per quando non servono e sciacquandoli con acqua corrente prima e dopo la poppata del neonato.