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Diario della gravidanza, la ventitreesima settimana

Una mia carissima amica ha partorito qualche giorno fa: la bambina è nata con 20 giorni di anticipo. Per la prima volta, in questa e nella mia precedente gravidanza, ho pensato all’eventualità che il bambino che sto aspettando possa nascere prematuramente. Non so immaginare le ansie e le paure di questa situazione.

A questo punto dell’attesa, alla ventitreesima settimana di gravidanza, il mio stato di “donna incinta” è decisamente definito: la pancia non solo s’intuisce, ma comincia a tirarsi e a diventare bella tondina. Inoltre ho ceduto definitivamente all’abbigliamento pre-maman: pochi capi versatili, a dir la verità, tra qualche paio di pantaloni presi ai saldi, magliette a collo alto e maglioni.

Più avanti penserò eventualmente alle magliette da allattamento: con il fatto che il bambino nasce a maggio, potrebbero essermi utili durante l’estate, magari per allattare il piccolo addirittura sotto l’ombrellone, perché no? Altro elemento tipico dell’essere incinta (che sto rispecchiando completamente): sto perdendo anche l’ultimo granello di memoria che mi era rimasto dopo la nascita della mia primogenita.

Durante questa ventitreesima settimana di gravidanza mi è capitato anche di vedere qualche amica in attesa del suo primo figlio, chi più avanti di me, chi appena appena più indietro. Mi fa tenerezza il modo in cui parlano di come intendono organizzare la quotidianità con il bambino, il fatto che fin da subito lo metteranno a dormire in camera sua e tante altre cose. Ripenso a quando aspettavo io la mia prima figlia: ero totalmente concentrata sul lavoro e a tutti questi dettagli ho pensato prevalentemente dopo la sua nascita: non avevo tempo o testa di pianificare questi aspetti.

Una cosa che sento dentro di me, quando partecipo a questi dialoghi tra amiche pre e post-parto, è il pensiero consapevole, da parte mia, che sono già mamma, che finché il bambino non ce l’hai tra le braccia non puoi sapere che direzione potrai dare al rapporto madre-figlio o alla nuova famiglia che sta nascendo. Non è sufficiente né una settimana, né un mese: si tratta di un equilibrio destinato a modificarsi nel tempo.

Cerco di visualizzare sempre più spesso e più intensamente il volto e il carattere del piccolino. Fisicamente, a questa epoca della gravidanza, la lunghezza testa-coccige del bambino è di circa 20 centimetri, mentre il suo peso è di 450 grammi. E’ ancora lontano dall’essere il neonato che sentirò piangere tra qualche mese, eppure il suo volto, già ora, ha un aspetto simile a quello che avrà alla nascita. Non è incredibile?!

Intanto credo che la mia prima figlia, Giovanna, di 16 mesi ormai, stia elaborando dentro di sé, a suo modo, il fatto che tra poco arriverà un fratello. In questi giorni ha cominciato a salutare e parlare alla mia pancia, non so se perché le fa allegria oppure perché ha capito davvero che dentro ci sta un bambino…