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Diario della gravidanza: la trentunesima settimana

Si comincia a fare sul serio! I giorni e i mesi volano e a me sembra che questo bambino debba nascere da un momento all’altro. Saranno gli ormoni, sarà il fatto che ho cominciato il corso preparto, ma davvero mi pare che il tempo mi sfugga dalle mani senza poterlo fermare. Più di sempre.

La novità di questa trentunesima settimana di gravidanza è che ho iniziato a frequentare il corso di preparazione al parto. Ho deciso di partecipare anche se non sono una primipara perché mi sembra una bella occasione per conoscere altre future mamme che potrei incontrare nei prossimi mesi a passeggiare con i bambini e per ripassare la respirazione e le posizioni da utilizzare in fase di travaglio.

L’ostetrica che lo tiene è bravissima, molto sensibile e sorridente, fa sentire tutte noi a proprio agio e libere di esprimerci. Il primo incontro è servito soprattutto a conoscerci, ma abbiamo anche già cominciato a parlare del corredino e della valigia per i giorni di ricovero in ospedale.

Non a caso ho deciso che preparerò la valigia proprio in questi giorni: mi sono sentita più stanca del solito e per due o tre notti di seguito ho avuto la “pancia dura”. Sintomi, naturalmente, che la gravidanza sta procedendo, il bambino cresce e che il corpo comincia a stancarsi. Ho il presentimento che il piccolo deciderà di nascere un po’ prima: anche se spero tanto di sbagliarmi, preferisco essere eventualmente pronta, se dovessi avvertire le contrazioni del travaglio o se dovesse rompersi il sacco.

Anche se la sera sono molto stanca, mi piace dedicarmi a qualche lettura che mi dia consigli concreti sull’arrivo di un secondo bambino in famiglia. Ho cominciato da qualche giorno a leggere “Benvenuto fratellino, benvenuta sorellina. Favorire l’accoglienza del nuovo nato e la relazione tra fratelli”, un testo molto scorrevole pubblicato nel 2013. L’aspetto più interessante del libro, per la mia esperienza, è contenuta nelle prime pagine, in cui si spiega che negli ultimi decenni, a causa del cambiamento della struttura familiare e sociale, i fratelli stanno diminuendo. In sostanza, nella nostra società, il rapporto della fraternità si sta dissolvendo ed è per questo che si parla sempre più spesso della relazione tra fratelli in termini di “gelosia” o di “incomprensioni” e “difficoltà”. Senza nascondere che potranno esserci momenti o fasi in cui il fratello maggiore avrà più bisogno delle rassicurazioni che i genitori lo amano come prima e forse anche più di prima – leggo nel libro – mamma e papà dovrebbero considerare il fatto che, con la nascita di un fratello, si sta facendo al più grande un “regalo per la vita”, un affetto insostituibile. E’ una impostazione che condivido completamente e che spero di riuscire a trasmettere alla mia primogenita, Giovanna.

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