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Diabete gestazionale: i cibi che aumentano il rischio

Probabilmente sono, insieme con la pizza e la nutella, il peccato di gola universalmente più agognato, ma le patatine fritte e tutto ciò che sa di olio e di unto possono essere un serio limite per una gravidanza serena e senza intoppi. Secondo una recente ricerca statunitense, condotta presso il National Institute of Child Health and Human Development di Rockville, nel Maryland, il consumo quotidiano e, dunque, eccessivo di cibi fritti non soltanto aumenterebbe non di poco il rischio di incorrere nel diabete gestazionale, ma addirittura avrebbe un impatto negativo sulla salute della donna già prima del concepimento.

E’ stato uno studio molto approfondito che ha seguito per circa un decennio (partito nel 1991) qualcosa come oltre 15 mila donne per un totale di 21 mila gravidanze, raccogliendo informazioni dettagliate sul loro stile di vita e alimentare, soffermandosi soprattutto sulla distinzione tra quante consumavano sporadicamente cibi fritti e quante, invece, ne erano letteralmente golose. La conclusione è stata che cibarsi frequentemente di patatine e pollo fritto aumenterebbe in maniera sostanziale il rischio di diabete in gravidanza, raddoppiandone la probabilità in quelle donne che ne consumano almeno sette razioni a settimana.

La spiegazione del collegamento tra mangiare fritti e avere il diabete gestazionale sarebbe da ricercare nell’effetto dei prodotti nocivi che si sviluppano durante il processo di frittura per via delle temperature elevate. In pratica, cotti in questo modo gli alimenti perdono alcune sostanze nutrienti essenziali, per esempio gli acidi grassi insaturi (acido linolico e linoleico) e, al contrario, si arricchiscono di prodotti ‘scorie’.

“Questi ultimi sono stati recentemente associati a insulino-resistenza, danno alle cellule beta del pancreas e diabete, in parte perché promuovono lo stress ossidativo e infiammazione– spiegano i ricercatori – Inoltre, alcuni studi su diete povere di questi composti hanno dimostrato di migliorare significativamente la sensibilità all’insulina, ridurre lo stress ossidativo e alleviare gli stati infiammatori”.

Durante il massiccio studio è stata notata anche la correlazione tra il consumo di fritti e la difficoltà nel concepimento, soprattutto tra le donne che mangiavano fuori casa o che, comunque, consumavano pietanze ordinate al ristorante perché “gli oli per frittura si deteriorano in modo più marcato quando sono riutilizzati, un gesto frequente quando il fritto non è cucinato in casa” hanno precisato gli studiosi.

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