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Daltonismo nei bambini: come riconoscerlo

Il daltonismo è per lo più un’anomalia genetica che prende il nome dal medico che la scoprì, J. Dalton e di cui era affetto. Chi ne è colpito presenta deficienze della visione di alcuni specifici colori quali il rosso, il blu, il verde, il violetto e tutte le loro sfumature. Ci sono diversi gradi di daltonismo, dai più lievi, che restano quasi impercettibili fino all’età adulta, a quelli più rilevanti, evidenti già durante la scuola dell’infanzia.

In genere ne sono più colpiti i maschietti. Oltre che per cause genetiche, tale patologia, in minima percentuale, può dipendere anche dall’assunzione prolungata di determinati farmaci e da disfunzioni dell’apparato visivo, come ad esempio un danno al nervo ottico.

Distinguere i colori è un’abilità che i bambini apprendono nel tempo, attraverso l’esperienza del gioco, diventando capaci in quest’attività dai tre anni. In genere sono le maestre della scuola materna a notare la difficoltà del bambino a riconoscere questi colori e la conferma del disturbo avviene attraverso il test che, il pediatra prima e l’oculista dopo, gli somministrano.

Nei bambini più piccolini di 3-4 anni la prova consiste nel far loro riconoscere delle figure di animali e oggetti che conoscono bene, come un cane, un micio, una stella, una palla,… su un ripiano nel quale sono disegnati con puntini di colori diversi. Ciò che il bambino sarà in grado di visualizzare, aiuterà il medico a capire quali colori eventualmente costituiscono la causa del problema.

Un altro tipo di test, per i più grandicelli, consiste nell’ordinare dei gettoni colorati in base alla somiglianza dei colori. Ovviamente il bambino daltonico avrà difficoltà ad eseguire il compito in modo corretto.

Proprio perchè il daltonismo può influenzare negativamente la capacità di apprendimento e di lettura del bambino e limitarlo nelle scelte professionali da adulto, è importante eseguire una visita oculistica tra i 3 ed i 5 anni.

È vero che tale problema non può essere curato nè corretto, ma è possibile aiutare questi bambini a gestirlo al meglio, come ad esempio informando gli insegnanti cosicchè possano utilizzare gessi per la lavagna o oggetti con cui giocare di colori che il bambino possa riconoscere con facilità ed aiutarlo a disporsi in banchi lontani da fonti luminose intense che aggraverebbero il problema. Via via che cresce può imparare a fare affidamento sulla luminosità e sulla posizione degli oggetti, piuttosto che sui colori, ad esempio imparare la disposizione delle luci del semaforo.