foto_mamma e neonato

Cosa prova il bambino durante il parto

Secondo alcuni studi il travaglio dal punto di vista del bambino è un momento di stress perché il figliolo, mentre si ritrova nella fase di espulsione vaginale, riceve una sorta di schiacciamento provocato dalle contrazioni e dagli spazi ristretti con un conseguente calo d’ossigeno. Ovviamente il tutto è monitorato dai dottori pronti a controllare il battito cardiaco della creatura proprio durante il travaglio stesso.

Va ricordato che il bambino, con una testina di circa 10 centimetri, deve uscire dal bacino della madre che è simile ad un imbuto e per far questo ha bisogno di girare proprio il suo capo ed il suo corpo. Spesso, attraverso delle giuste manovre ostetriche, la fase di espulsione viene facilitata e sollecitata, tanto che il pargolo avverte a livello tattile anche questi passaggi come pure le contrazioni materne divenendo parte attiva del travaglio stesso collaborando con le spinte.

Ad esempio nella fase centrale del travaglio, la creatura tende a premere coi piedini sul fondo dell’utero provocando quindi la dilatazione uterina. Nella fase finale invece, il figliolo ruota da un fianco all’altro mettendo al momento della nascita il suo occipite sotto l’osso pubico materno, usandolo da perno proprio per scivolare poi fuori, e lo stesso avverrà anche con la sua clavicola sempre in fase di espulsione.

C’è anche da dire che il bambino durante il travaglio compie i cosiddetti movimenti respiratori fetali, che sono paragonabili ad una prima forma di respirazione.

Ovviamente tutto ciò è stato riscontrato dagli attuali strumenti di monitoraggio ginecologico ma le sensazioni che il bambino prova sono ancora in fase di ulteriori studi, fini proprio a comprendere la percezione del bambino durante il travaglio. In fondo se per le partorienti, seppur in modo soggettivo, è comunque ben noto cosa si sente durante il travaglio, resta interessante poter riuscire a comprendere lo stesso pure per i propri figli.