Covid-19 e famiglie

L’impatto del Covid-19 sulle famiglie: gravidanza, parto, quarantena e matrimoni rimandati

Il Covid-19 e le famiglie

Da qualche mese il Covid-19 è entrato nelle case e nelle famiglie di tutto il mondo. La pandemia è ben lontana dalla sua fine e in Europa ci stiamo preparando a quella che, a tutti gli effetti, sembra una seconda ondata. Di studi se ne sono fatti moltissimi ma di certo c’è ancora poco o niente. In questo articolo vogliamo analizzare quanto e soprattutto come il coronavirus abbia pesantemente influenzato le famiglie con bambini. Ad esempio, cosa sappiamo al momento sui rischi che corre una donna in gravidanza? E come hanno vissuto i bambini più piccoli le settimane di lockdown? Ripercorriamo insieme le storie di vita quotidiana e le ultime ricerche fatte in campo medico.

Il Coronavirus in gravidanza: tutto quello che sappiamo

Il coronavirus è un virus totalmente nuovo che ha colto alla sprovvista il mondo della medicina sotto diversi punti di vista. Oltre a non esistere una cura accertata o un vaccino, sono tantissime le incognite che riguardano molte situazioni fisiche come ad esempio la gravidanza. Infatti, nonostante la guarigione di una 28enne incinta alla 24esima settimana di gravidanza, al momento non ci sono cure certe. La storia di questa giovane mantovana vale comunque la pena di essere raccontata. Pamela Vincenzi è stata ricoverata d’urgenza lo scorso 9 aprile. Non potendo essere curata con la ventilazione assistita, i medici hanno deciso di procedere con la trasfusione del plasma di alcuni pazienti guariti. Plasma che ha provveduto alla guarigione della giovane che, tredici giorni dopo, è potuta tornare a casa.

Covid-19 e gravidanza

Ci teniamo però a rammentare che tale cura non trova ancora nessuna conferma scientifica. Come dicevamo poco più sopra sulla gravidanza e il Covid-19 si sono dette moltissime cose che riguardavano principalmente la possibilità che la futura mamma potesse trasmettere la malattia al nascituro. In gravidanza il corpo di una donna subisce moltissimi cambiamenti e il suo sistema immunitario è più debole. Quando in Italia si sono verificati i primi casi di Covid-19, fra le donne in attesa si sono scatenati moltissimi timori. E questo perché una delle prime contagiate era proprio una donna incinta. Come sappiamo molto bene si trattava della moglie del primo positivo di Codogno. Entrambi adesso stanno bene e il bambino è nato senza complicazioni qualche mese fa. Da allora i medici hanno dapprima detto che il virus non riusciva a passare nella placenta, mentre adesso sembrerebbe che le cose non stiano proprio così. Nel febbraio scorso la dottoressa Susanna Esposito, dirigente della clinica pediatrica dell’ospedale Piero Barillà di Parma e presidentessa dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici ha tranquillizzato tutte le gestanti in un’intervista con “La Repubblica”:

I rischi sono uguali a quelle di tutti gli altri: lavarsi le mani spesso e bene col sapone, evitare luoghi e contatti a rischio. Devono stare tranquille le future mamme: il pericolo per loro non è maggiore o diverso che per il resto della popolazione.

Per quanto riguarda invece i rischi per il nascituro, ci ha pensato la rivista scientifica inglese The Lancet ad effettuare i primi studi nel mese di marzo. I ricercatori hanno pubblicato uno studio dal titolo “Clinical characteristics and intrauterine vertical transmission potential of COVID-19 infection in nine pregnant women: a retrospective review of medical records” (Caratteristiche cliniche e potenziale di trasmissione verticale intrauterina dell’infezione da COVID-19 in nove donne in gravidanza: una revisione retrospettiva delle cartelle cliniche)
Gli scienziati qualche mese fa avevano analizzato 9 donne cinesi e incinte i cui bambini non sono risultati positivi subito dopo il parto. Tale ricerca però dovrebbe essere presa con le pinze perché il numero dei soggetti analizzati è davvero limitato. A luglio invece è stato pubblicato uno studio francese un po’ più approfondito pubblicato su “Nature Communications”. In questo caso i ricercatori hanno analizzato la gravidanza di una ragazza positiva al Covid-19. Al momento della nascita del suo bambino, avvenuta per parto cesareo, anche lui è risultato positivo. Lo ha dimostrato un tampone effettuato un’ora dopo la nascita e altri due a cui il piccolo è stato sottoposto nei giorni seguenti.

coronavirus e neonati

A testimoniare la tesi degli scienziati francesi anche il fatto che il neonato avesse gli stessi sintomi neurologici della mamma. Questo sembrerebbe dimostrare quindi che purtroppo è probabile trasmettere il virus al feto. Anche la vicenda che ha riguardato una donna messicana sembrerebbe sostenere questa tesi. La donna infatti nel giugno scorso ha dato alla luce 3 gemellini positivi al Covid-19. Si tratta di un caso senza precedenti che i medici stanno ancora studiando. Uno dei gemellini subito dopo il parto ha avuto bisogno di cure specialistiche perché nato con importanti problemi respiratori. Secondo Monica Liliana Rangel Martinez, segretario di stato alla Salute, i gemelli sono nati già positivi. In caso contrario un contagio alla nascita sarebbe stato impossibile. I medici comunque fanno il possibile per aiutare le future mamme a mantenere la calma e negli ospedali sono stati attivati moltissimi protocolli. Nella maggior parte dei nosocomi i reparti sono blindati e le visite davvero ridotte al minimo. Non in tutte le città i papà hanno la possibilità di assistere alla nascita del proprio bambino e questo vale anche per il parto naturale.

coronavirus e gravidanza

Fra il personale medico che ci tiene a rassicurare i futuri genitori c’è anche un’ostetrica di Roma, Maria Ida Della Barba, che alla fine di marzo ha pubblicato una toccante lettera dedicata alle partorienti.

Io sto con le donne e i loro neonati. Assisto alla potenza, la verità, il misticismo, la crudezza dell’evento più incredibile al mondo: una donna fatica, suda, piange, impegna e tende ogni muscolo. Lo sguardo diverso e soprattutto il respiro diverso. Le dico ‘forza’, ti do la forza, respira. Inspira profondamente e butta fuori tutta l’aria con calma, dai, fallo addosso a me, ti sostengo io, sono qua, ti sto aiutando.
Oggi le ostetriche appassionate, quelle entusiaste e forti, stanno cercando di restare con le donne e i bimbi nonostante la paura di infettarsi con un respiro, quei respiri che non si possono risparmiare, né spezzare. Le ostetriche devono e vogliono restare molto vicino ma a volte hanno paura. Sono abituate ad abbracciare, massaggiare, stare ad un palmo dal naso (o meno) con le mamme e anche con i bambini appena nati.
Le goccioline prodotte con la respirazione erano l’ultimo dei nostri problemi (abituate a ben altro). La pandemia ha rivoluzionato molte cose ma, mie care donne, per me e per tante come me, quello che ci regalate permettendoci di assistervi mentre date la vita è quello che ci dà perfino la forza di rischiare la nostra: il desiderio di essere lì con voi, di esserci al meglio ed essere tutrici dei vostri diritti è ciò che ci muove.
Vogliamo assicurarvi la compagnia del vostro partner, vogliamo aiutarvi a proteggere i vostri figli allattandoli e tenendoli sempre con voi pelle contro pelle, vogliamo separarli dalla loro placenta solo quando questa avrà smesso di nutrirli, vogliamo proteggervi da pratiche non necessarie o dannose. Noi ci siamo, non abbiate paura lasciatevi andare, siate serene, fidatevi di noi. Aiutateci a sostenere i vostri diritti ed andrà davvero tutto bene.
Per noi non è facile, così abituate a sorridervi, sapere che non ci vedrete il volto per via di una mascherina ma lo faremo con gli occhi; e non è facile, così abituate al tocco e al massaggio, cercare di indossare sempre guanti e farvi sentire lo stesso il nostro calore ma lo facciamo e lo faremo ancora. Voi aiutateci a sostenere sempre i vostri diritti. Lottate con noi. Cerchiamo di non cavalcare l’ondata di fobia, imponendo pratiche retrograde e dannose pensando di proteggere noi stesse. Teniamoci aggiornate, soprattutto adesso. E dove non ci sono studi, per favore mettete l’intuito. Ragioniamo. Dobbiamo avere mamme e bimbi forti (anche mentalmente), lavoriamo per ottenere salute. Come? Pensare alla fisiologia e seguire l’istinto, sempre, perché una brava ostetrica lo sa e se non lo sa lo sente.

E per quanto riguarda l’allattamento? In questo caso i dubbi sono stati chiariti da uno dei neonatologi-pediatri dell’Istituto Materno Infantile, IRCCS Burlo Garofolo di Trieste, che ha dichiarato:

Può capitare che di fronte ad un certo grado di incertezza operativa e di timori più o meno fondati, l’allattamento materno risulti penalizzato! Ma non è per fortuna il caso dell’Italia, non oggi! Le mamme italiane COVID-19 positive possono allattare quindi tranquille, se ne hanno il desiderio e la forza!

allattamento e coronavirus

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La nascita dei bimbi al tempo del Covid

Da quando si è scatenata la pandemia di coronavirus sono ovviamente nati moltissimi bambini. Ma cosa significa venire al mondo in tempi difficili come questo che stiamo vivendo? Ve lo raccontiamo con qualche storia di vita vera. Iniziamo con una lettera molto toccante che una giornalista di Vanity Fair, Lavinia Farnese, ha scritto alla sua bambina nel mese di aprile. La piccola Sveva, è venuta al mondo circa un mese dopo, in un periodo storico decisamente diverso dal solito. La lettera che la sua mamma le ha dedicato, prima ancora di conoscerla inizia così e descrive probabilmente lo stato d’animo di molte future mamme:

Ti fai sentire soprattutto la sera, le giostre di quand’ero bambina nella pancia. Il sole, dalla finestra di casa, di solito ha appena esaurito i suoi ultimi raggi su Milano. E mentre ti accarezzo nel buio, per vedere se rispondi, mi chiedo quanto ti arrivi nel tuo silenzio lì dentro di questo silenzio qui fuori.

La giornalista comunica alla sua bambina di essere molto rammaricata all’idea di non essere riuscita a portarla a fare una passeggiata in spiaggia, o un tuffo nell’acqua cristallina. E tante altre esperienze che sognava di fare ma che il lockdown non le ha permesso. E conclude la sua tenera lettera così:

Conoscerai il glicine, il pesco e la lavanda che qui si stanno preparando a te e nonostante tutto stanno fiorendo. Come risaccano le onde, quando montano, e si avvicinano a riva. Il rumore che fanno. Il loro bianco sfrontato nel vento impetuoso d’inizio settembre. Il fuoco e la neve che verranno, d’inverno.

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Supporta anche tu il progetto «Maternità Sicura» della @fondazione_rava e contribuisci, con una donazione, a www.fondazionefrancescarava.org, per dotare di attrezzature e presidi di protezione i reparti Maternità dedicati alle future mamme positive al virus negli ospedali di Milano e di altre città d'Italia. Perché la vita è più forte di tutto, anche del Covid 19.❤️ Nomino 5 amiche a postare una foto della loro maternità. Mi vengono in mente @vittoriapucciniofficial (perché ne facemmo una in particolare, di intervista, su @vanityfairitalia, in cui parlammo quasi solo di quello, di «madri che tornano sempre»), @marinadiguardo (perché so quanto le è pesato in questo tratto stare lontana dalle sue amate figlie), @mybabybook, che è una fotografa di pance e creature eccezionale e mi ha fatto il regalo (a distanza) di questo e di altri scatti splendidi, @rita_balestriero, cuore che mi ha mandato questo abito, @perfettiveronica, esperta di baby wearing, che non si stanca con me su fasce e altri territori inesplorati, quindi è davvero qualcuno (la trovate qui @familywraphugs). #SafePregnancy #FondazioneFrancescaRava #lavitapiùfortedelcovid

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Nel paragrafo precedente vi abbiamo raccontato della nascita di 3 gemellini messicani positivi al coronavirus. Adesso invece vi raccontiamo della nascita di una bambina, partorita da una donna con il Covid-19. La piccola è nata a Massa Carrara a marzo e nonostante la malattia della mamma è risultata negativa. Il personale ospedaliero ha ricevuto diversi complimenti per il modo in cui ha gestito il parto della donna. In particolare il merito va a Francesca Vitale, l’ostetrica che ha fatto nascere la piccolina. E che ha persino ricevuto i complimenti del primario:

Francesca meriterebbe un encomio. Completamente protetta, è rimasta accanto alla donna per 7 ore, non si è allontanata un attimo. E lavorare sette ore, per assistere una partoriente, con i dispositivi di protezione, è davvero dura.

Ed è a lieto fine anche la storia di Jenni e del suo piccolo Tommaso, nato a 25 settimane nel pieno della pandemia. La ragazza ha dovuto decidere in 20 minuti se partorire o no il suo bambino. Arrivata in ospedale in gravi condizioni, con la febbre alta e la necessità di essere intubata non ha avuto molto tempo per prendere la sofferta decisione. Che però ha portato a un evolversi positivo della situazione. Il piccolo è nato a 25 settimane grazie a un cesareo d’urgenza. Pesava solo 850 grammi, ma fin da subito si è dimostrato un vero e proprio lottatore. Dopo qualche settimana lui e la sua mamma sono potuti tornare a casa dal papà.

neonati e coronavirus

E anche un altro piccolino nato ad Ancona ad aprile può essere dichiarato un lottatore. Anche lui è nato con un cesareo d’urgenza alla 31esima settimana di gravidanza. Anche la sua mamma, così come quella di Tommaso, al momento del parto si trovava ricoverata in Terapia Intensiva in gravi condizioni. Ma non sempre è possibile parlare di storie a lieto fine. Ce ne sono anche altre che non finiscono bene e altre ancora che fanno discutere. Come quella che ha come protagonista una coppia di futuri genitori scappata dall’ospedale. In piena pandemia a Cuneo una donna incinta si è presentata in ospedale a causa di alcuni sintomi tipici del Covid-19. Una volta accertata la positività alla malattia, la futura mamma, spaventata forse dalle conseguenze, ha deciso di fuggire insieme al marito. Una volta rintracciati e riportati in ospedale, entrambi sono stati denunciati per delitto colposo contro la salute pubblica. Concludiamo questo paragrafo con una di quelle storie di cui nessuno vorrebbe parlare. E che cozza decisamente con i sentimenti che le prime vicende che vi abbiamo raccontato provocano in tutti noi. In questo caso non c’è lieto fine, non c’è felicità e non c’è speranza. Ad aprile una donna incinta di 7 mesi è stata trovata morta dal compagno nella loro casa. La futura mamma non stava bene da diversi giorni e presentava una sintomatologia tipica dell’infezione da coronavirus. Purtroppo anche per il bambino che portava in grembo non c’è stato niente da fare. Epilogo diverso invece per una neonata inglese nata con un cesareo d’urgenza nei mesi scorsi. La sua mamma, una giovane infermiera positiva al coronavirus non è sopravvissuta. Enorme il dolore del marito, dei familiari e dei colleghi. Al punto che è stata organizzata perfino una raccolta fondi per aiutare la famiglia. La giovane è stata ricordata dall’amministratore delegato del NHS Foundation Trust del Bedfordshire Hospitals David Carter, che l’ha descritta come:

Un’infermiera fantastica e un ottimo esempio di ciò che rappresentiamo.

foto_coronavirus-neonato

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Il Covid-19 e i matrimoni

Il Covid-19 ha cambiato moltissime cose nella nostra vita. Ha ridato importanza a ciò che davamo per scontato e ci ha fatto fare i conti con tante difficoltà finora sconosciute. E ha scombinato anche tantissimi piani! Basti pensare a tutti i matrimoni rinviati. Nonostante nei mesi scorsi si sia potuti tornare a festeggiare eventi importanti come matrimoni, lauree e battesimi, sono moltissime le persone che hanno deciso di rinviare tutto a data da destinarsi. E fra di loro anche moltissimi vip. Iniziamo con Beatrice di York, che avrebbe dovuto convolare a nozze a fine maggio. Come sappiamo la coppia ha deciso di rimandare il matrimonio e lo ha celebrato, con una cerimonia semplice e molto apprezzata, a sorpresa il 17 luglio.

Nozze rinviate anche per Katy Perry e il suo compagno Orlando Blomm che qualche mese fa sono diventati i genitori di una meravigliosa bambina chiamata Daisy. La coppia avrebbe dovuto convolare a nozze nel 2020, ma a quanto pare, la pandemia ha fatto cambiare loro idea. I due hanno quindi deciso di rinviare il grande giorno e nel frattempo si godono il frutto del loro amore.

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Posted @withregram • @unicef Welcome to the world, Daisy Dove Bloom! We are honoured to introduce Goodwill Ambassadors @KatyPerry and @OrlandoBloom’s new bundle of joy.⠀ ⠀ “We are floating with love and wonder from the safe and healthy arrival of our daughter,” Katy and Orlando told us.⠀ ⠀ “But we know we’re the lucky ones and not everyone can have a birthing experience as peaceful as ours was. Communities around the world are still experiencing a shortage of healthcare workers and every eleven seconds a pregnant woman or newborn dies, mostly from preventable causes. Since COVID-19 many more newborn lives are at risk because of the increased lack of access to water, soap, vaccines and medicines that prevent diseases. As parents to a newborn, this breaks our hearts, as we empathize with struggling parents now more than ever.⠀ ⠀ “As UNICEF Goodwill Ambassadors, we know UNICEF is there, on the ground, doing whatever it takes to make sure every expecting mother has access to a trained health worker and access to quality healthcare. In celebration of the heart we know our daughter already has, we have set up a donation page to celebrate DDB’s arrival. By supporting them, you are supporting a safe start to life and reimagining a healthier world for every child. We hope your ♥️ can bloom with generosity.⠀ ⠀ Gratefully-⠀ ⠀ Katy & Orlando.”⠀ ⠀ Please tap the link in our bio to support the most precious gift: a healthy child.

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Stesso discorso per la mitica e intramontabile Jennifer Lopez e per il suo compagno, la stella del baseball Alex Rodriguez. L’affiatatissima coppia ha già rimandato due volte le nozze. Che il 2021 sia per loro l’anno giusto?

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Exactly where we need to be …

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L’ho incontrato nel momento in cui pensavo che probabilmente avrei avuto tante cose nella vita, ma non l’amore.

Con queste parole la conduttrice Simona Ventura ha parlato del momento in cui ha rincontrato il suo attuale compagno, lo scrittore e giornalista Giovanni Terzi. Anche loro avrebbero dovuto pronunciare “sì, lo voglio” nel 2020. Ma anche loro sono stati obbligati a rimandare le nozze nel 2021.

Già genitori di Alessandro e Bianca, hanno da poco accolto anche la piccola Azzurra. Stiamo parlando di Beatrice Valli e del compagno Marco Fantini. Dopo una romantica proposta di matrimonio avvenuta a Parigi, avrebbero dovuto sposarsi a settembre. Il Covid-19 ha però deciso per loro: tutto rimandato.

La proposta ufficiale era arrivata nel 2018 e il 2020 doveva essere l’anno del matrimonio di Karina Cascella e Max Colombo. Anche per loro niente da fare. La difficoltà della situazione gli ha fatto rimandare il grande giorno.

E concludiamo con Giorgia Palmas e Filippo Magnini. La splendida coppia nei giorni scorsi ha accolto la piccola Mia. Il 2020 sarebbe dovuto essere anche l’anno del loro matrimonio. La cerimonia inizialmente fissata per il 28 marzo è stata però rimandata.

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Vivere la quarantena con i figli piccoli

La quarantena non è stata facile per nessuno, ma a quanto pare, sul podio dei più stressati troviamo le famiglie con bimbi piccoli. Lo ha annunciato uno studio effettuato dall’Università di Cattolica chiamato “La famiglia al tempo del COVID19”.

Il benessere psicologico è più basso tra coloro che hanno figli piccoli o adolescenti. Serve un focus su di loro. Anche gli interventi che finalmente si stanno pensando sono per lo più indirizzati a bambini in età scolare: e gli adolescenti?

ha concluso Rosa Rosnati, una delle autrici dello studio.

Ma a prescindere dallo stress vissuto dai genitori, durante il lockdown sono stati in molti a lamentarsi per le difficoltà provate dai più piccoli. Che improvvisamente si sono ritrovati chiusi in casa senza poter andare a scuola, senza poter vedere i nonni e gli amichetti.

coronavirus e bambini

A tal proposito erano state moltissime le mamme di Roma che avevano pubblicato un appello per far riaprire i parchi per bambini. Un’occasione, quella, per ridare una parvenza di normalità alle esistenze dei più piccolini. E a proposito di appelli vale la pena ricordare anche quello di Tara, una donna inglese di 39 anni, che nel marzo scorso è stata ricoverata a causa del coronavirus:

Sono in terapia intensiva e non posso respirare senza questo. Mi hanno dovuto inserire questo nell’arteria. Ho una cannula, un’altra cannula ed un catetere. Adesso sto almeno dieci volte meglio di quando sono stata ricoverata. Ho perso il conto dei giorni. Se qualcuno ancora fuma, buttate le sigarette perché avete bisogno di quei c***o di polmoni. E per favore non correte alcun rischio. Voglio dire che se lo prenderete potrebbe finire molto male e potreste trovarci qui.

Tara Covid-19

Un appello molto forte che si è concluso con il consiglio di stare a casa. E a Tara è andata bene, alla fine nonostante le difficoltà è potuta tornare a casa. Così purtroppo non è stato per Jessica, una donna di 43 anni di Pedrengo, morta a causa di alcune complicazioni dovute dal coronavirus. Jessica ha lasciato la sua famiglia e i suoi due figli nella disperazione più totale.

Non ha mai avuto un’influenza nella sua vita, eppure si è ammalata ed è morta. L’aspetto più straziante sta anche nel non poter vivere il lutto. A me dà fastidio vedere la gente che balla e canta sui balconi, semmai si preghi. Bisogna chiudere tutto. Non uscite o moriremo tutti.

Con queste parole la sorella della donna ha voluto commentare la dolorosa vicenda.

Jessica Covid-19

È sopravvissuta al Covid-19 Fabiola Bertinotti, ma ha voluto documentare l’inferno vissuto in un ebook intitolato “Segregata. Una madre contro il coronavirus”. La donna è risultata positiva al Covid-19 e ha dovuto vivere chiusa nella sua camera da letto per diverse settimane. Non poteva rischiare di contagiare anche Java, suo figlio disabile.

Dal mio cuore è nato un testo che vuole essere un inno alla gratitudine, alla positività e alla speranza nonostante tutto. Segnalo che mio figlio con una distrofia facio-scapolo-omerale non ha mai ricevuto nessuna chiamata dagli enti competenti per tutto il periodo del lockdown e, pur presentando io diversi sintomi del covid-19, nessuno della famiglia ha potuto fare il test sierologico ed eventuale tampone. Abbiamo vissuto un periodo molto complicato.

Fabiola Bertinotti

Ha 43 anni, si chiama Jennifer Haller ed è residente a Seattle, in America. Stiamo parlando della prima persona al mondo che ha testato il vaccino per il Covid-19. E che per un totale di 14 mesi dovrà compilare un diario giornaliero in cui annotare la sua temperatura corporea, i sintomi e gli effetti collaterali. Queste le sue dichiarazioni:

Sono molto entusiasta di essere la prima persona, sono orgogliosa di me stessa, mi sento bene al momento. Ci sentiamo tutti così impotenti. Per me è una sorprendente opportunità per fare qualcosa.

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