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Consigli per non essere una mamma troppo apprensiva

E’ durato quasi 70 anni ma alla fine ha scientificamente provato che se oggi siamo degli adulti sereni e realizzati lo dobbiamo ai nostri genitori e al fatto che ci hanno cresciuto senza troppe ansie (leggiamo anche Nessuno tocchi mio figlio: quando l’ansia per il neonato è troppa). E’ il risultato a cui sono giunti i ricercatori del gruppo di Mai Stafford del ‘Lifelong Health&Ageing’ dell’università di Londra, pubblicata su ‘The Journal of Positive Psycology’. In pratica i genitori-chioccia allevano figli ansiosi che da grandi avranno maggiori difficoltà a realizzarsi al meglio.

“Politiche per ridurre la pressione, economica e non solo, sui genitori permetterebbero loro di avere relazioni migliori con i propri figli – evidenzia Stafford E’ importante promuovere un sano equilibrio vita-lavoro perché i genitori hanno bisogno di tempo per allevare i bambini”.

Adesso la domanda è: come riuscire a non essere mamme e papà troppo ansiose e a sapere dosare le giuste quantità di libertà e protezione?

Vediamo insieme qualche dritta.

La prima cosa su cui dover riflette è sulla nostra ansia e cercare di capire se è di tipo patologico, ovvero auto-distruttivo perché finisce con il rovinare la nostra stessa prestazione materna, oppure costruttivo, nel senso che riusciamo a gestirla e a restare ugualmente efficienti e, quindi, utili a nostro figlio. Per capire l’entità delle nostre preoccupazioni bisogna concentrarsi su qualche episodio in cui si sono evidenziate e capire come si è risolta la situazione: con un danno o un aiuto al bambino? Nel primo caso abbiamo un problema e allora bisogna farsi dare una mano per lottare contro l’ansia (molto diffusa tra i neo-genitori).

Non bisogna subito precipitarsi dal medico o dallo psicologo, possiamo anche cercare di superare lo scoglio da sole magari con un buon training autogeno, respiri profondi e una visione più oggettiva delle cose. Quando sentiamo che l’ansia sta per prendere il sopravvento, respiriamo profondamente e poi ricominciamo quello che stavano facendo più serenamente di prima.

Quando andiamo nel panico proviamo a ripensare a situazioni simili già accadute e che poi si sono risolte per il meglio affrontandole con un atteggiamento più tranquillo: sarà, quindi, il caso di seguire lo stesso percorso anche le altre volte in cui avremo stati ansiosi, magari all’idea della prima gita del bimbo senza di noi o di fronte a una sua ferita che sanguina.

Se ci rendiamo conto che i vari tentativi di farcela da soli non sortiscono l’effetto sperato allora rivolgiamoci al medico, prima quello personale che già ci conosce bene e poi, a seconda dei casi, a uno uno psicologo oppure uno psichiatra.

Nel rapporto quotidiano con i bambini cerchiamo di tenere a mente l’importanza che loro commettano anche degli errori, che tentino di fare una cosa da soli. Non dobbiamo sostituirci a loro ma essere pronti a consolarli se sbagliano e a medicarli un ginocchio se fanno brutte cadute.

E’ inutile che cerchiamo di cambiare il corso degli eventi facendo le chiocce: le cose accadono, con o senza la nostra protezione. Piuttosto fidiamoci di nostro figlio e infondiamo a lui fiducia (come insegnargli l’autonomia?), un interscambio costruttivo che darà senza dubbio i suoi frutti.