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Con parto pilotato e ossitocina si può perdere il latte?

Quando si parla di induzione farmacologica o di parto pilotato con ossitocina si hanno spesso mille remore. Specie se si ascoltano le storie di chi dice di aver perso il latte a causa di un parto indotto, di chi ha avuto ricorrere al forcipe e di chi ha avuto comunque un cesareo dopo ore interminabili di travaglio. D’altro canto poi si sente di chi invece ha partorito a 43 settimane naturalmente e senza farmaci. Allora viene spontaneo chiedersi perché esista questa pratica, se non sia meglio aspettare che il corpo faccia tutto da solo e quale sia realmente il termine di una gravidanza. Cerchiamo di rispondere a tutte le domande per fare chiarezza.

La verità è che aspettare i tempi del corpo non sempre è fruttuoso, anche perché il corpo spesso è bloccato dalla mente.

Attendere oltre le 42 settimane può diventare rischioso e nella maggior parte dei casi lo diventa: la placenta invecchia, il liquido amniotico si riduce e si innesca una sofferenza fetale che rende i tempi di azione sempre più ridotti.

E quando il medico ci dice che potrebbero esserci dei rischi ad attendere ci si sente costrette malvolentieri ad accettare l’induzione. Quindi, oltre a non essere pronte e mal disposte, si comincia anche ad avere paura e spesso si arriva a vivere questa esperienza come una forzatura, suggerita da una condizione di emergenza. Questo stress mentale potrebbe essere la causa di un blocco ancora peggiore e quindi l’induzione potrebbe fallire e potrebbero essere necessari parti operativi o tagli cesarei. In alcune donne può succedere di vivere l’induzione in modo traumatico e di non produrre latte, come se il corpo si rifiutasse di collaborare dopo aver subito questa forzatura cui non era pronto.

Ma la mancata produzione di latte non ha niente a che vedere con l’ossitocina iniettata per pilotare il parto.

Piuttosto, si può trovare un’associazione tra il cortisolo, l’ormone dello stress, e una inibizione della produzione di latte. Questo ormone tuttavia può alzarsi anche durate parti spontanei particolarmente lunghi e dolorosi.

In conclusione possiamo dire che non è il tipo di parto (cesareo, spontaneo, o pilotato) che determina la produzione di più o meno latte, quanto il modo in cui lo si vive perché è come al solito lo stress a giocare un ruolo determinate. Ma un’altra cosa da dire è che la produzione di latte può essere favorita e aumentata dalla stimolazione meccanica suttoria e da una corretta alimentazione e che una mancanza assoluta e irreversibile di latte è un fatto assolutamente raro.