liquido amniotico

Come prevenire l’incompatibilità del sangue tra madre e figlio

Tra i rischi della gravidanza, da non sottovalutare, c’è quello relativo alla possibilità che la mamma e il feto abbiano un diverso gruppo sanguigno o il fattore Rh opposto. Questa discordanza spesso può causare problemi, soprattutto se il loro sangue entra in contatto, evento che può avvenire durante il parto o attraverso alcune analisi come l’amniocentesi. Con una serie di precauzioni e test prima, dopo e durante la gestazione e con le dovute attenzioni da parte del ginecologo è possibile capire come prevenire l’incompatibilità del sangue tra madre e figlio.

Questo problema si presenta quando la mamma è Rh positivo e il bimbo Rh negativo o viceversa e quando il gruppo sanguigno è diverso, nel secondo caso la preoccupazione è minore, il piccolo può avere problemi di ittero, ad esempio, e deve tenere sotto controllo i valori del sangue alla nascita. Nel primo caso la situazione è più complicata, perché il corpo della mamma identifica il valore Rh opposto come un intruso e attiva degli anticorpi pronti a distruggerlo.

Se si presenta questa eventualità significa che il feto è in pericolo, perchè la reazione immunitaria della genitrice è in grado di distruggere i suoi globuli rossi, creando una forte anemia e altri problemi, come la malattia emolitica, che mettono a rischio la gravidanza. Questa circostanza non si verifica tanto durante la prima dolce attesa, dove la placenta fa da barriera protettiva, quanto nella seconda. Durante il parto il contatto tra il sangue della mamma e quello del bambino fa attivare tali anticorpi che sono pronti a combattere “l’estraneo” la volta successiva.

Le nuove scoperte scientifiche hanno reso più sicura questa incompatibilità di sangue, creando un vaccino, che si innesta attraverso un’iniezione intramuscolo sulla spalla, di immunoglobuline anti-D in grado di non attivare nessuna reazione in caso di gruppo sanguino e fattore Rh diverso. Questa siringa deve essere effettuata in un tempo compreso tra le 48 e le 72 ore dopo il parto e durante la gravidanza successiva bisogna tenere sotto controllo la situazione. Inoltre va effettuato anche in caso di aborto, di funicolocentesi, di gravidanza extrauterina o di minaccia di aborto, a seconda delle indicazioni del ginecologo.