Rispetto ai tempi passati, oggi le intolleranze alimentari nei bambini sono sempre in maggiore aumento: dovute forse a causa delle enormi manipolazioni industriali di cibi preconfezionati, o dall’abuso di carni rosse e cereali raffinati. Per questo motivo, è bene prevenirle, soprattutto se non dipendono da natura congenita, ma sono scaturite da reazioni tossiche nell’organismo causate dall’ingestione di una determinata pietanza.
Per riuscire in modo adeguato ad ostacolare l’insorgenza di eventuali intolleranze alimentari nei bambini è opportuno:
- Seguire le linee pediatriche riguardo un corretto svezzamento.
- Proporre una dieta equilibrata senza alcun eccesso, bilanciando attraverso una giusta combinazione alimentare, i carboidrati con i grassi e le proteine.
- Porre attenzione quando il bambino beve il latte vaccino o mangia i suoi derivati, oppure il bianco d’uovo, perché potrebbero scaturire delle allergie.
- Constatare l’eventuale presenza di sfoghi allergici, cambiamenti fisici, vomito, sonnolenza, debolezza, diarrea del piccino dopo l’assunzione di alimenti quali nocciole, pomodori, carboidrati, fragole, frutti di bosco, agrumi ecc.
Molti sostengono che un’accurata prevenzione si possa fare già durante la gravidanza, cioè facendo escludere nella dieta della gestante cibi fortemente allergenici. C’è da aggiungere, poi, che secondo alcuni studi svolti in merito, i figli di donne allattati al seno, pare abbiano meno possibilità di riscontrare nell’arco della loro vita determinati tipi di intolleranze nutrizionali, e questo perché il latte materno avrebbe fornito loro delle risposte immunologiche verso particolari antigeni.
Quando il dottore dopo aver svolto delle accurate analisi riguardo la presenza di una determinata intolleranza nel bambino, riscontra il fattore di rigetto, non resta che l’assoluta esclusione del cibo inquisito. È bene far in modo che il piccolo non assumi mai il determinato alimento perché in casi estremi si potrebbe arrivare anche a problematiche spiacevoli.