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Come l’allattamento al seno influisce sullo sviluppo della cavità orale del bambino

Grazie ad alcune ricerche scientifiche, oggi siamo a conoscenza di un altro dei benefici che comporta la scelta di un allattamento al seno rispetto a quello artificiale. Oltre ai vantaggi nutrizionali, immunologici, psicologici, fisici, pratici ed economici sia per la mamma che per il bambino, c’è un altro notevole vantaggio dell’allattamento materno esclusivo, che riguarda gli effetti positivi sullo sviluppo della cavità orale del bambino, cioè un perfetto modellamento del palato con un corretto allineamento dei denti e minore probabilità di riscontrare problemi respiratori.

Tutto prescinde da un corretto attaccamento al seno, in cui il neonato introduce nella bocca il capezzolo insieme all’areola, le labbra sono incurvate verso l’esterno e finché la bocca si mantiene sigillata sul seno, il bambino può avere facilmente il latte grazie ad un movimento di tipo peristaltico della lingua in modo da pressare le cisterne del latte, in cui esso si raccoglie, verso il palato, convogliando con facilità il latte al di fuori del capezzolo, direttamente nella gola del bambino che lo ingoia di volta in volta.

Tutto ciò è alla base del corretto riflesso di deglutizione, che si manterrà fino all’età adulta. Valutando il movimento della lingua durante l’utilizzo del biberon, si nota che il bambino esegue una sorta di schiacciamento della tettarella adoperando una forza maggiore rispetto al naturale movimento peristaltico della lingua che usa per nutrirsi durante l’allattamento al seno.

Mentre il robusto movimento di suzione al seno favorisce lo sviluppo mandibolare e della muscolatura periorale, quello al biberon può concretamente ostacolare la formazione di muscoli mandibolari forti. Durante la poppata, l’areola si adatta alla bocca del lattante, invece una tettarella di gomma ha una forma propria, ed è fatta di un materiale rigido, inoltre per l’allattamento al seno è richiesta una suzione minore rispetto al biberon. La suzione forzata determina il rientramento delle guance, e di conseguenza una certa pressione esercitata sulle gengive e i denti influenzandone il posizionamento.


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Studiando lo sviluppo cranio-facciale, si viene a conoscenza del fatto che esso si verifica entro i primi 4 anni di vita, e si completa al 90% entro i 12 anni. Il morbido tessuto della mammella ha un effetto benefico nel plasmare il palato, perché si modella in risposta all’azione della lingua del bambino durante i movimenti di tipo peristaltico, che caratterizzano la poppata, in cui il palato viene delicatamente modellato in una conformazione ad “U”.

Un palato conformato fisiologicamente permette un corretto allineamento dei denti e riduce l’incidenza della malocclusioni. Mentre, se nelle prime fasi di sviluppo della cavità orale, si utilizza la tettarella del biberon o si ha la suzione prolungata del pollice, viene determinata una certa pressione contro il palato, il quale potrebbe essere modellato in una forma innaturale, e una volta che si è sviluppata una malocclusione si avrà un effetto a catena che danneggia il resto della bocca.

Questo tipo di situazione può anche influire sulla qualità della respirazione, dal momento in cui il palato viene spinto verso l’alto, ne deriva una diminuzione dello spazio riservato alle cavità nasali, e ciò può avere un effetto drammatico sull’efficienza respiratoria del bambino.

I risultati riportati dovrebbero contribuire a far comprendere, ancora una volta, alle mamme quanto l’allattamento al seno faccia bene e quanto sia importante preferirlo a quello con il biberon a meno che coesistano situazioni patologiche.