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Come la prostaglandine aiuta il parto

Le cause del parto, ovvero l’insieme dei meccanismi che lo provocano, sono diverse ed ognuna nasce esattamente da fenomeni biologici ed ormonali. Ad esempio, bisogna considerare di quali tessuti siano costituiti l’utero, la vagina, la cervice uterina per poter capire il perché di alcuni cambiamenti ed i tempi degli stessi.

Le prostaglandine, ad esempio, sono le sostanze che aiutano notevolmente la maturazione del collo dell’utero. Nello specifico, la prostaglandina E2, prodotta localmente, aiuta proprio il processo di maturazione cervicale.

Infatti, le prostaglandine agiscono sulla struttura e i tessuti del collo dell’utero per poter avere dei mutamenti evidenti nel corso del travaglio: si dissolvono le fibre collagene, incrementa la presenza di l’acido ialuronico, il contenuto di acqua del tessuto e la vascolarizzazione.

Tutti questi cambiamenti sono importantissimi per il proseguo della fase prodromica e l’inizio del travaglio vero e proprio, ma spesso succede che ciò non avvenga naturalmente o entro le 41 settimane di gestazione.

In tal caso, quando la dilatazione non si porta avanti e il parto deve essere espletato entro tempi brevi (effettuando la valutazione del punteggio di bishop), si può pensare all’ induzione con prostaglandine.

Esse , inoltre, hanno la funzione di implementare l’attività e contrattilità uterina, oltre che la maturazione cervicale come già detto. La somministrazione può avvenire sotto forma di gel o garza inserita a livello vaginale (nello specifico nei pressi del fornice posteriore).

Le prostaglandine inserite attraverso questi dispositivi sono quelle che aiutano notevolmente nell’ avanzamento del travaglio.

Esse, infatti, aiutano notevolmente l’attività svolta dall’ossitocina. In che modo? Sappiamo che l’ossitocina rappresenta l’ormone che induce le contrazione nel corpo dell’utero e proprio le prostaglandine favoriscono l’incremento della densità dei recettori dell’ossitocina.

Il travaglio è più doloroso con le prostaglandine? Con le prostaglandine il travaglio non è più doloroso ma è probabilmente più lungo, perché spesso si parte da una condizione di assenza di dilatazione, ed è maggiore il tempo che serve per arrivare alla fase attiva del travaglio.

Insomma, è stato sfruttato quello che già la natura offre di suo, dandole semplicemente un piccolo aiuto sulla base di diverse circostanze.