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Come insegnare ai bambini a non pretendere tutto

“L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re”. Questa è una frase che non dimenticherò mai. L’ho sentita per la prima volta dalla mia maestra di matematica in prima elementare. Avevo sei anni e se ci ripenso è straordinario come una semplice frase, ripetuta ad una bimba piccola, così piccola, possa modulare il carattere di una persona e insegnare cose che restano indelebili per tutta la vita. Ebbene io quella maestra la ringrazio tanto, perché dietro quelle poche parole ci sono tantissimi valori e significati che assimilati, rendono un bambino un futuro adulto, probabilmente migliore.

Si impara il rispetto per gli altri. Si impara a farsi valere, ma non a prevalere prepotentemente. Si acquisisce la consapevolezza che non tutto ci è dovuto, bensì le cose vanno meritate, guadagnate e chieste con gentilezza e garbo, perché dall’altra parte abbiamo esseri umani come noi, e non fantocci. Io sono stata fortunata ad incontrare persone che sono state capaci di insegnarmi questo e spero di essere io all’altezza di insegnare queste cose ai miei figli.

Va bene che i bambini di oggi sono diversi da quelli di una volta, hanno una marcia in più, lo sanno tutti. Ebbene, è proprio quella marcia in più che dobbiamo sfruttare affinché diventino una generazione migliore della nostra, e non solo tecnologicamente. Dobbiamo cercare di dar loro quella chiave che apra lentamente le porte della vita, e noi genitori saremo ben consapevoli che hanno tutta la forza e la capacità per sfondarle a calci da soli quelle stesse porte, senza bisogno di chiavi. Ma questo, non credete sia, per certi versi, distruttivo?

Sempre più spesso i bambini, vogliono, pretendono, esigono. E noi genitori ci affanniamo per dare loro di tutto e di più. Con la mera illusione di renderli felici, di evitargli “traumi”. Per vederli sorridere. Ma quei sorrisi sono momentanei a volte, durano appena il tempo necessario per ottenere la cosa desiderata, incastrati a metà tra il capriccio e la gloria di averla avuta vinta. Ma poi, ottenuto quello, ne perdono interesse e passano ad altro.

Così che da piccoli si diventa mini dittatori con i genitori in scacco e da più grandi adolescenti senza stimoli, senza più nulla da desiderare, ne niente da rispettare. Stiamo creando una generazione di mostri. Basta guardarsi in giro. Bambini sempre più prepotenti e genitori sempre più assoggettati. Dove ti volti, ti volti, in un luogo pubblico c’è un baby teppista che fa i capricci e fa voltare la gente. E’ vero o no? Io per prima sono una di quelle che a volte in pubblico per le performance dei propri “angioletti”, assume un bellissimo colorito paonazzo!

E che possiamo fare, care mamme e cari papà? Allora, innanzi tutto, ogni consiglio o commento è bene accetto. Tuttavia, nell’attesa posso spiegarvi come faccio io facendo una doverosa premessa: non sono brava ad educare un bambino, come magari potrebbe essere una tata, tipo tata Lucia. Vi confesso che a volte anche io desidererei avere accanto, o magari al telefono per chiederle un paio di cosette.

Ah! come desidero il suo aiuto in certi momenti!. A volte mi accorgo che la sto pensando intensamente, per vedere se si materializza, ma ogni volta non accade nulla, per cui alla fine opto per l’arrangiarmi da sola. Ed ottengo anche discreti risultati anche perché, vanno bene i manuali, ma con i figli si deve andare anche un po’ a istinto a volte, a seconda del carattere che hanno e delle proprie inclinazioni personali.

Allora io mi limito semplicemente a non assecondare proprio tutti tutti i capricci che fanno, e se ne fanno, mi chino alla loro altezza e senza alzare la voce cerco di spiegare che non si deve chiedere una cosa in quel modo, pretendendola. Se da parte del piccolo ottengo risposta negativa e continua imperterrito ad esagerare, semplicemente lo ignoro.

Dopo un po’, la smette. Secondo me perché forse il bambino pensa “se continuo così non ottengo nulla“. D’altra parte però cerco di notare e premiare quanto di buono fanno, cosa che (devo dire la verità) non mi riesce proprio semplicissima perché ne ho tre di bambini, e magari sono distratta da uno piuttosto che da un altro. Ma ce la metto tutta e sono coerente con quanto mi sono imposta.

Perché essere coerente agli occhi di un bambino è una cosa molto importante. Non perché sia in grado di comprendere un concetto complicato come la coerenza in se. Semplicemente per loro più le cose sono chiare e più i conti tornano. Meno sono confusi, più sono sereni. Questo posso affermarvelo con certezza, perché lo sperimento quotidianamente coi miei bambini.

Se poi nonostante tutto, continuano a fare capricci, a chiedere con un escalation di “voglio l’acqua”, “voglio la merenda”, “voglio uscire”, “voglio guardare la televisione”, “voglio quel giocattolo”, non disperate! Potete sempre usare la cara, vecchia frase: L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re!