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Come capire se il bambino è ansioso e come aiutarlo a stare meglio

Il rapporto tra l’ansia e i bambini

Di frequente si sente parlare di ansia, specie al giorno d’oggi in cui sono richieste prestazioni sempre più elevate. Ma sappiamo bene che cos’è l’ansia e come si scatena? E soprattutto, quali sono i riscontri sui più piccoli?

L’ansia è un’emozione come le altre: non temiamola

Sebbene il termine spesso spaventi, l’ansia non è altro che un insieme di emozioni, tra le quali paura e una forte preoccupazione. L’ansia si manifesta in diversi modi. Fisiologicamente parlando, il corpo attiva la fight-or-flight response (il cosiddetto meccanismo di difesa “combatti o fuggi”) di fronte ad un evento considerato pericoloso.

Quando siamo in ansia e temiamo qualcosa, la frequenza cardiaca aumenta così come aumenta il ritmo della respirazione, in modo che vi sia più ossigeno disponibile. In questi momenti sono presenti anche dolore al petto, tremori e/o nausea.

Va sottolineato che l’ansia, in alcuni casi, si rivela positiva poiché consente di affrontare determinate situazioni con la giusta dose di adrenalina. Al contrario, nel momento in cui essa impedisce di vivere la vita quotidiana e di portare a termine i propri impegni, ecco che assume un significato negativo e va affrontata con l’aiuto di uno specialista.

Come si manifesta l’ansia nei bambini?

L’ansia nei bambini causa una scarsa autostima, rendendo difficoltoso il rapporto con gli altri e con se stessi. I bambini passano molto del loro tempo a contatto con gli altri: pensiamo alla scuola e alle attività extrascolastiche in cui si impegnano.

Spetta agli adulti preparare solide basi che gli permettano di rapportarsi con i coetanei il più serenamente possibile. Eppure non sempre è così… Vi sono molti bambini che hanno difficoltà ad alzare la mano in classe, che hanno paura di essere abbandonati dagli adulti di riferimento e che temono qualsiasi tipo di prova.

I bambinie l'ansia

Questo potrebbe essere dovuto a diversi fattori, tra cui la propria storia personale (alcune esperienze negative potrebbero incidere negativamente sullo sviluppo del bambino e della sua autostima). Inoltre i genitori sono il primo punto di riferimento per il bambino, per cui anche il loro modo di reagire di fronte alle situazioni può aumentare i livelli di ansia nel bimbo.

Provare a modificare i pensieri catastrofici

Affinché i bambini possano crescere nella maniera più serena possibile è necessario che siano gli stessi genitori a riconoscere l’ansia e tutti i suoi sintomi. I pensieri catastrofici sono pensieri negativi: quando l’ansia si manifesta non ci permette più di vedere la realtà in maniera oggettiva.

Ecco che iniziamo a visualizzare tutte le situazioni spiacevoli che si potrebbero manifestare. Ecco che avvertiamo pericoli che, in altri casi, non percepiremmo.

Se sono gli adulti ad essere consapevoli dell’ansia e dei suoi effetti, allora è molto probabile che anche il bambino possa crescere in un ambiente nel quale si sente rassicurato, un luogo in cui egli può sperimentare senza però sentirsi abbandonato né intimorito.

A volte genitori eccessivamente ansiosi tendono a proteggere esageratamente i figli: non devono sporcarsi, non devono accarezzare gli animali, non possono correre perchè altrimenti suderebbero rischiando di ammalarsi.

Questo comportamento, a lungo andare, non tutela il bambino, bensì lo rende prigioniero all’interno di una campana di vetro. Una vera e propria difesa dal mondo e dai suoi pericoli.

È importante che i bambini possano vivere le esperienze relative alla propria età. Spetta ai genitori questo difficile compito di mediazione tra il tentare e il prestare attenzione.