Posso parlare per esperienza personale: prima che arrivasse Francesco non facevo altro che ripetere che mai e poi mai mio figlio avrebbe conquistato il lettone di mamma e papà, magari facendo sloggiare uno dei due sul divano-letto. Bene: è bastata una febbre più lunga del solito e qualche notte in più di co-sleeping ed ecco che è successo esattamente quello che credevo impossibile. Ma non mi dispero: è una situazione comune a molti genitori e sono certa che con una buona dose di costanza e pazienza presto (o tardi) io e mio marito riconquisteremo il nostro letto. E nostro figlio il suo, finalmente.
La soluzione del problema di solito appare più semplice se abbiamo un bambino piccolo. Certo, in questo caso il metodo potrà sembrare un po’ ‘cattivo’ ma con i tempi adatti a ciascuno potrà dare la soluzione sperata.
Soprattutto dobbiamo fare in modo che dormire da solo nel lettino diventi una tranquilla un’abitudine, perciò sarà utile organizzare una specie di rito da ripetere con costanza ogni sera: il cambio del pannolino, il pigiamino, poi sistemiamolo nel letto e intoniamo una dolce ninna nanna oppure raccontiamogli una fiaba. Accediamo una luce fioca e usciamo dalla stanza. A questo punto quasi certamente arriverà la parte meno facile del programma: dopo un po’ il piccolo inizierà a piangere, allora torniamo nella stanza, lo consoliamo e usciamo di nuovo. Facciamo così fino a quando nostro figlio si sarà addormentato ripetendo questa sequenza di azioni ogni sera: alla fine, magari quando stavamo per perdere le speranze, inizierà a dormire senza lacrime, tranquillo e beato nel suo letto. E’ essenziale rispettare i suoi tempi, l’abitudine ad addormentarsi da solo non deve diventare per lui una tortura.
Se, invece, il bambino è più grandicello, allora probabilmente ci vorrà più pazienza sopratutto perché in questo caso sarà in grado di saltare giù dal lettino e venire nel nostro. Armiamoci, dunque, di una dose doppia di pazienza e ripetiamo più o meno il rito che abbiamo già descritto. Rassicuriamolo sempre dicendogli che se ha problemi basterà chiamarci e noi andremo subito da lui. Creiamo l’atmosfera ideale, con i suoi giochi preferiti e magari, se ha già 4/5 anni, permettiamogli di guardare per qualche minuto i cartoni animati, magari insieme a mamma o papà, a patto che una volta finiti si spengono tv e luce e si va tutti a nanna.
Di sicuro è più facile a dirsi che a farsi (lo dico soprattutto a me stessa), ma la parola d’ordine è costanza: i risultati arriveranno.