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Colite in gravidanza: sintomi e cura

Tra i disturbi della gravidanza non manca la colite. Nella maggior parte dei casi colpisce quelle donne che già da prima della gestazione hanno manifestato episodi di infiammazione intestinale, ma può anche insorgere in chi non abbia mai sofferto in precedenza di colite. Questo perché le modificazioni ormonali, tipiche del periodo dell’attesa, possono alterare la flora batterica intestinale, accentuate dall’aumento del volume uterino che rende più difficile la digestione.

I sintomi tipici di questo fastidioso disturbo sono gonfiore addominale, flautolenza, alternanza di diarrea e stipsi, meteorismo, con la formazione di gas che, premendo sulle pareti intestinali, provoca dolore, ma anche crampi addominali ed alitosi. La colite non provoca danni al bambino ed, in genere, regredisce spontaneamente dopo il parto.

Per ridurre i sintomi è importante che la gestante si dedichi ad una moderata attività fisica quotidiana. Da un corso di pilates o di acquagym a delle efficaci passeggiate nel verde o in riva al mare, ideali toccasano per lei ed il bebè. Importante è anche curare l’alimentazione, evitando alimenti grassi e ricchi di zucchero difficili da digerire, che favoriscono la formazione di bolle d’aria che pigiando sulle pareti intestinali causano forti dolori, a favore di alimenti contenenti fibre e cucinati in modo da essere facilmente digeribili, come la cottura al vapore.

Anche l’idratazione è fondamentale. La gestante ha bisogno di bere molta acqua durante la giornata, soprattutto in questo periodo caratterizzato da un clima caldo umido. Oltre all’acqua minerale naturale che favorisce il lavoro intestinale, a differenza delle bevande gassate, è possibile bere tisane digestive e calmanti, tipo quelle a base di zenzero, efficaci anche anche in caso di nausee e quelle con il finocchio e la malva.

Se i dolori intestinali ed i sintomi associati a questo disturbo dovessero persistere causando perdita di peso, per la diarrea insistente, o forti dolori addominali, rivolgiamoci al medico per intervenire con una terapia appropriata e non dannosa per il piccolino.