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Clistere in gravidanza contro la stitichezza

Clistere in gravidanza

La questione gravidanza e clistere divide da sempre i professionisti che si occupano di assistenza alla gestante; a preoccupare, infatti, sono le eventuali controindicazioni di questa pratica semi-invasiva. Come fare? L’importante è considerare l’utilizzo del clistere come caso isolato, ma non di routine. A inizio gravidanza sembrerebbe che non ci siano grosse complicanze conseguenti alla sua esecuzione; andando avanti con le settimane è possibile però che le contrazioni intestinali indotte dalla stimolazione meccanica possano indurre anche contrazioni uterine, a volte premature.

Clistere

Il clistere o peretta evacuativa viene utilizzato nei casi in cui c’è una stitichezza sporadica che non regredisce con la normale attività quotidiana o farmacologica. Cos’è il clistere? Esso è una procedura meccanica che consente di inserire un tubicino attraverso l’ano, al fine di immettere soluzioni liquide nel retto e nel colon; ne esistono di diverse tipologie, sebbene quelli più frequenti siano lassativi.

Stitichezza in gravidanza

Stitichezza in gravidanza, che cosa fare? La stipsi in gravidanza, che è un fenomeno abbastanza frequente, può essere prevenuta in altri modi meno pericolosi del clistere; ad esempio bere molta acqua (almeno 2 litri al giorno) e mangiare abitualmente almeno due kiwi maturi al mattino, sembrerebbe regolarizzare la funzionalità intestinale della gravida. Inoltre, è dimostrato anche che il miele in gravidanza favorirebbe una corretta motilità intestinale; esistono infatti in commercio diversi microclismi a base di miele, alcuni dei quali usati anche in neonati e bambini. L’azione evacuante del miele insieme alla sua delicatezza, sfruttano una procedura non aggressiva che induce la defecazione proteggendo e rispettando la mucosa rettale.

Stitichezza in gravidanza

Clisteri

Va ribadita quindi l’esistenza di diversi clisteri; molto diffusa, ad esempio, è la peretta fai da te, che sfrutta l’immissione di circa 500-1000 cc di acqua calda, in cui si possono sciogliere anche sostanze purgative (clistere di glicerina). Il clistere casalingo sfrutta le proprietà lassative della glicerina, che può anche essere somministrata come supposta. Tra i clisteri naturali, infine, troviamo quello alla camomilla. Il clistere alla camomilla si prepara con due litri di acqua bollente sterilizzata e sei cucchiai di fiori di camomilla o utilizzando le comuni bustine che si trovano al supermercato; una volta fatto raffreddare può essere inserito anche per la pulizia del colon irritabile.

Clistere evacuativo

Come si fa un clistere? Nel caso in cui si debba procedere in autonomia è fondamentale la calma e l’utilizzo di un olio per lubrificare localmente il sito di inserimento del clistere; va bene sia l’olio d’oliva comune che l’olio di mandorle dolci. Dopo di che posizionarsi è utile per evitare di sentire troppo dolore: sdraiarsi sulla schiena con le ginocchia piegate verso il petto è dimostrato essere una posizione antalgica che favorisce il facile reperimento dell’ano. Dopo la somministrazione del liquido, esso va trattenuto per alcuni minuti prima di espellere in bagno. Se non si ha dimestichezza con l’esecuzione o se si ha paura è sempre meglio farsi fare un clistere da personale infermieristico qualificato o da persone che ne hanno esperienza.