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Che cos’è il cerchiaggio

In una gravidanza totalmente fisiologica, il collo dell’ utero dovrebbe rimanere chiuso e conservato sino alla 38 settimana di gestazione, momento in cui potrebbe innescarsi il travaglio con conseguente dilatazione della cervice uterina, secondo i vari momenti e fasi ben scandite.

Nel caso in cui, invece, si presenta precocemente una sorta di “incontinenza cervicale” (cioè precocissime modificazioni a carico del collo uterino, con conseguente dilatazione) è opportuno intervenire da un punto di vista medico-ginecologico.

Il cerchiaggio è la soluzione a tale problema e consiste in una procedura chirurgica attraverso cui si pongono dei punti di sutura o un nastro di mersilene a livello del collo dell’ utero per prevenire o evitare l’ apertura cervicale e un eventuale raccorciamento cervicale.

Esistono varie modalità per l’ esecuzione del cerchiaggio, da quello elettivo a quello trans-addominale, dal cerchiaggio eco-guidato a quello nelle urgenze o, ancora, a quello nelle gravidanze multiple (generalmente sconsigliato).

Quando si esegue? Il cerchiaggio si effettua dalla 12 alla 14 settimana, nonostante si possano utilizzare varie tecniche operatorie (cerchiaggio secondo McDonald o secondo Shirodkar) attraverso cui l’ obiettivo ultimo, al di là delle specificità nella procedura operatoria, è sempre quello di rallentare processi anomali a carico del collo dell’ utero.

Il cerchiaggio cervicale deve essere rimosso una volta che si giunge alla 37 settimana di gestazione o un po’ prima nel caso in cui si dovesse innescare un travaglio prematuro. In genere si può effettuare attraverso sia una blanda anestesia o, ancora, in semplice regime ambulatoriale. La modalità di rimozione dipende esattamente dalla tecnica utilizzata nell’ inserimento del cerchiaggio stesso.