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Catetere post-partum: cosa c’è da sapere

Subito dopo il parto ed il secondamento (espulsione della placenta) l’ utero forma il cosiddetto globo di sicurezza (o globo duro), il cui bordo superiore si trova all’ incirca due centimetri al di sotto della linea ombelicale trasversa, quindi al di sopra della sinfisi pubica. Subito dopo il post-partum, il fondo dell’ utero può risalire a causa del rilasciamento del miometrio e dell’ aumentata rilassatezza dei muscoli del pavimento pelvico in seguito allo “stress” dell’ espulsione.

Lo stato della vescica può influenzare significativamente la posizione dell’ utero e, dunque, talvolta anche accentuare la risalita dell’ organo all’ interno della cavità addominale. E’ per questo che è opportuno valutare lo stato vescicale, la sua ripienezza o il suo incompleto svuotamento.

Nel controllo del post-partum infatti non solo si valuta lo stato dell’ utero, delle perdite ematiche o di eventuali suture (in seguito ad episiotomia o lacerazioni vagino-perineali di vario grado), ma anche e soprattutto il ripristino o meno della minzione spontanea. Tutto viene rigorosamente indicato e precisato all’ interno della cartella clinica.

Un mancato svuotamento della vescica potrebbe comportare la formazione di un globo vescicale, che richiede la necessità di eliminazione urinaria. Essendo il parto un fenomeno fisiologico e naturale, le linee guida non impongono assolutamente l’ impiego routinario del cateterismo nel post-partum ma non raramente si rende necessario.

La vescica potrebbe subire una sorta di shock, tale da impedire alla donna la capacità di percepire le sensazioni ad essa correlate. Il trattamento immediato riguarda il cateterismo estemporaneo con sacca collegata per la valutazione delle urine emesse (quantità, colore, caratteristiche generali). A tale trattamento potrebbe seguire un atteggiamento di attesa, con rimozione del catetere, per valutare la ripresa della minzione spontanea. In caso contrario potrebbe rendersi necessario l’ inserimento di un catetere a permanenza (per circa 24 ore) e il successivo ristabilimento dell’ attività vescicale. La terapia antibiotica non è assolutamente da escludere, per evitare o bloccare l’ insorgenza di infezioni.

L’ esecuzione di un’ indagine strumentale ecografica è fondamentale per analizzare il ristagno vescicale, che al di sotto dei 300 ml viene considerato negativo.

Consigli? Esercitare i muscoli perineali e vescicali al momento della minzione (ma non solo) può essere il miglior atteggiamento nei confronti di un fenomeno che seppur raro potrebbe crearsi come conseguenza di un eccessivo sforzo e stress intra-addominale.