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Carrello del parto: cosa ci mettono sopra le ostetriche?

Respira, respira. Quando sei pronta spingi” sarà una delle frasi che più sentirai ripetere all’ ostetrica che sta seguendo il tuo travaglio e sta percorrendo con te questo magnifico cammino. Nel travaglio, durante le contrazioni e soprattutto durante le spinte è come essere immerse in una magnifica bolla: è importante saper ascoltare il proprio corpo e non badare a quanto accade all’ esterno.

L’ostetrica sta vicino la donna, ma nel frattempo la si potrebbe vedere all’ opera con guanti sterili, un carrellino e vari strumenti. È il carrello del parto, quello che sterilmente viene preparato poco prima della nascita del bambino.

Si tratta di un momento in cui “badare” a questi dettagli risulta difficile o, addirittura, giustamente impossibile. Ma cosa ripone l’ostetrica su quel carrellino?

Innanzitutto, il carrello è preparato in maniera sterile, con guanti e teleria sterili. Potremmo trovarci dei grossi camici che l’ostetrica (ed eventualmente la studentessa) potrebbero decidere di indossare al momento del parto. In aggiunzione a questi camici, si potrebbero intravedere dei piccoli teli (da quello sotto-sacrale per la donna, ai gambali, ad un telo per il bambino appena nato), ai quali si aggiungono delle garze sterili. Ovviamente in questi casi si tratta di parti (forse troppo medicalizzati?) in ambiente ospedaliero.

Due particolari strumenti (definiti tecnicamente Kocher) vengono generalmente utilizzati per il clampaggio del cordone ombelicale, ai quali si devono necessariamente aggiungere delle forbici (anche definite Mayo, rette o curve), utili anche in caso di episiotomia.

In qualche piccolo angolo potremmo vedere delle pinze ad anelli, delle valve (anteriori e posteriori), un porta-aghi, una siringa sterile (con all’ interno soluzione anestetica), una pinza (genericamente anatomica). Tutti questi strumenti potrebbero servire in seguito al secondamento (espulsione della placenta), nel caso di ritenzione di membrane e al momento della sutura di lacerazioni o dell’episiotomia.

Tanti oggetti “metallici” che potrebbero far paura e dipendenti dall’ ambiente ospedaliero e dalla necessità di tenere sotto controllo la situazione, soprattutto dopo la fine del parto. Qual è il segreto? Non pensarci e chiedere all’ ostetrica di soddisfare tutte le proprie curiosità. Saprà assolutamente dare una risposta!