foto_cardiotocografia

Cardiotocografia non rassicurante: cosa significa?

Dalle ultime settimane gestazionali sono previsti dei tracciati cardiotocografici, per valutare il benessere fetale (attraverso la percezione del battito) e quello materno (attraverso la percezione delle contrazioni). A volte, proprio nel corso del travaglio o nella fase dilatante, potrebbero presentarsi delle anomalie nella cardiotocografia e fungere da campanelli d’allarme per condizioni di sofferenza fetale acuta. È in questi casi che si parla di cardiotocografia poco rassicurante.

La linea di base del battito cardiaco fetale dovrebbe mantenersi nella normalità tra i 120 e i 160 battiti. Un aumento del ritmo potrebbe generare tachicardia o accelerazioni fetali.

In realtà, il problema della cardiotocografia maggiore è rappresentato esattamente dalle decelerazioni, ovvero dalla riduzione più o meno “drastica” del BCF.

Abbiamo una varia classificazione di decelerazioni: quelle definite variabili, ad esempio, nel corso del travaglio sono relativamente brevi e dipendono dalla compressione del cordone ombelicale nel corso della contrazione; si tratta di una condizione molto diffusa e assolutamente tollerabile dal feto.

Le decelerazioni prolungate, invece, possono durare dai 3 ai 9 minuti. Questa tipologia di decelerazioni nasconde con molta probabilità una condizione di ipossia (ridotto apporto fetale di ossigeno) ed acidosi. Spesso in queste condizioni si consiglia immediatamente di non mantenere la posizione supina e di posizionarsi sul fianco sinistro per evitare di comprimere la vena cava inferiore e, soprattutto, si cerca in tempi brevi di decidere per un eventuale taglio cesareo.

Le decelerazioni possono essere sincrone rispetto alla contrazione o, di contro, presentarsi tardivamente o precocemente rispetto alla stessa. Naturalmente un tracciato poco variabile (o ristretto, come nel classico caso in cui si dice, seppur non in modo del tutto tecnico e preciso, “il bambino sta un po’ dormendo”) è assolutamente un segnale positivo.

Una decelerazione (linea di base al di sotto dei 90 bpm) prolungata oltre i nove minuti viene definita bradicardia. Si tratta di una condizione che deve essere valutata per un differente “approccio terapeutico”.

Insomma, è importante valutare correttamente tutti i parametri della cardiotocografia e vari fattori: la fase del travaglio, eventuali patologie fetali, parità della donna, utilizzo di determinati farmaci da parte della donna, epoca gestazionale e rischio ostetrico di ipossia.