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Capoparto: tutto quello che c’è da sapere

Con l’espressione ‘capoparto’ si indica sostanzialmente il primo ciclo mestruale dopo il parto, e, dunque, la ripresa della normale attività ovarica della donna: da questo momento l’apparato riproduttivo torna a essere normale, anche se bisognerà aspettare ancora un pochino di tempo perché la situazione generale si stabilizzi definitivamente.

Quando arriva il fatidico momento del capoparto? Sostanzialmente dipende molto da come allattiamo nostro figlio, se naturalmente o meno. In genere se il bebè prende il latte materno al massimo per un mesetto circa oppure ancora meno, allora le mestruazione possono ritornare dopo una decina di settimane dal parto. Al contrario, più si allatta al seno, più il capoparto viene ritardato proprio per via dell’effetto della suzione da parte del bambino.

Il capoparto di solito è un flusso mestruale abbondante che dura 4/5 giorni; questa situazione ‘anormale’ potrebbe durare qualche mese, dopodiché i successivi cicli tornano normali sia in quantità che in frequenza. Anzi, in molti casi dopo il parto il ciclo diventa più regolare e meno doloroso.

Da sfatare la leggenda metropolitana che proprio perché l’allattamento naturale ritarda l’arrivo del capoparto, possa essere considerato un contraccettivo: no, no e ancora no. Una donna può restare incinta anche prima del ritorno della normale attività mestruale, dunque se non volete una seconda gravidanza troppo ravvicinata bisogna prendere le dovute precauzioni.

Il capoparto non dev’essere confuso con le lochiazioni, le perdite che la donna ha immediatamente dopo aver partorito attraverso le quali l’utero si libera del suo rivestimento interno che si è creato durante la gravidanza.

Infine il ritorno del ciclo mestruale non pregiudica affatto l’allattamento naturale del bambino (a proposito, come interferisce?), a parte una momentanea riduzione del flusso di latte che potrebbe verificarsi.