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Camminare durante la gravidanza, gli effetti sul parto

Tra i consigli che una donna in dolce attesa si sente rivolgere più spesso c’è senza dubbio anche quello di fare delle belle e rilassanti passeggiate all’aria aperta, senza affaticarsi troppo e muovendosi a passo non eccessivamente veloce: i benefici, al fisico e all’umore, arriveranno in men che non si dica (a questo proposito leggiamo Gravidanza: 5 benefici delle passeggiate)!

Ovviamente mano mano che si avvicina il termine della gravidanza bisogna prestare una certa attenzione a queste camminate poiché il cuore è sottoposto a un lavoro maggiore e a causa dell’aumento di peso e del volume corporeo della futura mamma.

Più si avvicina la data del parto e più la donna potrebbe avere qualche difficoltà a svolgere la normale attività fisica, a meno di non avere un fisico allenato dopo anni di sport. In ogni caso si verifica un cambiamento nel centro di gravità corporeo, si accentua la lordosi e uno sbilanciamento in avanti; se a tutto questo aggiungiamo anche il rilassamento dei tessuti e una maggiore debolezza delle articolazioni, è facile capire come aumenti il rischio di subire dei traumi. È senza dubbio raccomandabile l’utilizzo di scarpe basse e senza tacco.

Per quanto riguarda, poi, il momento specifico del parto, avere una muscolatura addominale allenata e mantenuta grazie alle passeggiate favorisce la progressione del feto nel canale da parto. Inoltre, proprio perché camminare tende a rilassare la donna, si riesce ad arrivare al momento fatidico senza provare paure al di là del normale ( a questo proposito 8 consigli per superare la paura del parto).

Camminare aiuta il cuore a rimanere in forma, favorisce la circolazione ed evita l’accumulo dei liquidi nelle gambe; inoltre garantisce il buono stato di salute dell’apparato respiratorio, e questo tornerà utile durante il parto.

Tuttavia sembra che bisogna sfatare alcuni miti, per esempio il fatto che concedersi lunghe passeggiate con il pancione renda addirittura meno doloroso: molto probabilmente può stimolare l’attività contrattile, ovviamente considerando il periodo dopo le 40 settimane, ma non ci sarebbe alcuna correlazione tra il camminare e la possibilità di prevenire i comuni dolori del parto.