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Battito fetale: in che modo si può ascoltare

L’ascoltazione del battito del feto può essere effettuato in vario modo, soprattutto sulla base dell’ epoca gestazionale e della strumentazione che si ha a disposizione. Sin dalla quinta-sesta settimana gestazionale, la sonda ecografica trans-vaginale permette la possibilità di percepire e amplificare il battito cardiaco fetale. Allo stesso tempo nel momento in cui si arriva oltre le 22-23 settimane, l’ascoltazione del BCF può avvenire con la sonda del cardiotocografo, lo strumentario che dà vita al cosiddetto tracciato.

Allo stesso tempo, meno “tecnologico”, ma sempre attuale e immediato, è lo stetoscopio ostetrico. L’ascoltazione viene eseguita sull’addome materno, cosicché si possono valutare anche i rumori prodotti dal feto, oltre che quelli materni. Ad esempio, i rumori fetali sono dati dal soffio del cordone ombelicale. Lo stetoscopio si pone sulla pancia della mamma, mentre l’ ostetrica poggia il suo orecchio nella parte opposta dello strumento.

Il BCF può essere percepito, quindi, individuando il focolaio di massima intensità a livello della parete addominale. Nelle presentazioni cefaliche si trova a livello della parte inferiore dell’addome, mentre in quelle podaliche a livello di quella superiore. Nello specifico, il dorso del feto è la zona che amplifica notevolmente il battito cardiaco fetale alla percezione esterna.

Inoltre, l’ascoltazione tramite stetoscopio ostetrico deve essere effettuata in ambiente silenzioso, sempre servendosi di un cronometro e percependo contemporaneamente la frequenza cardiaca materna per escludere che il suono considerato BCF in realtà sia pulsazione aortica materna.

Si devono valutare correttamente, così, il tono, la frequenza ed il ritmo del battito cardiaco fetale, che dovrà avere una linea di base tra i 120 e 160 bpm. Accelerazioni o decelerazioni di questa linea di base devono assolutamente essere tenute sotto controllo e presagire condizioni patologiche.