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Il bambino non parla ancora? È colpa della tecnologia

Il bambino non parla ancora? È colpa della tecnologia

L’uso della tecnologia, in particolare di schermi portatili come tablet e smartphone, potrebbe essere la causa dei ritardi di parola nei neonati e nei bambini piccoli. A dirlo, è una ricerca presentata al Pediatric Academic Societies Meeting sulla base di indagini realizzate a Toronto tra il 2011 e il 2015.

Lo studio

Lo studio è stato condotto su 894 bambini di età compresa tra i sei mesi e due anni. Gli esperti sono arrivati a trovare un collegamento tra l’uso di tecnologie portatili e ritardi linguistici.

Ai genitori, in particolar modo, è stato chiesto quanto i loro figli facessero uso delle tecnologie portatili. É stato riscontrato un bambino su cinque utilizzava la tecnologia portatile per una media di 28 minuti al giorno.

Più si sta davanti a tablet, più aumenta il rischio di ritardo vocale

I ricercatori hanno utilizzato uno strumento di screening per identificare i ritardi nella lingua. Gli esperti hanno scoperto che i bambini che usavano frequentemente schermi portatili avevano più probabilità di avere ritardi nel linguaggio espressivo perché ogni mezz’ora in più impiegata con le tecnologie portatili aumentava il rischio di ritardo vocale del ben 49%.

La diffusione degli apparecchi elettronici

Articoli quali tablet e smartphone sono diventati sempre più disponibili negli ultimi anni, ampiamente utilizzati da adulti e giovanissimi. Ecco perché, secondo gli esperti, era importante indagare sul loro impatto sull’infanzia e sullo sviluppo del bambino.

Conclusioni

Gli scienziati ritengono che i bambini sotto i due anni sono assolutamente incapaci di capire cosa vedono su uno schermo 2D. I piccoli potrebbero essere affascinati dai colori vivaci e dalle luci lampeggianti dello smartphone, ma non hanno una reale capacità di capire quello che stanno vedendo.


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La raccomandazione

L’ American Academy of Pediatrics consiglia ai genitori di evitare l’uso di smartphone e tablet per i bambini di età inferiore ai 18 mesi ma, considerati i numeri della ricerca, è evidente che questo invito viene dalla maggior parte dei genitori ignorato.