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Bambino e udito: che cos’è il Boel Test

Tra i sette ed i nove mesi il pediatra sottopone il bambino ad un esame uditivo per escludere eventuali patologie e, contemporaneamente, per valutare il quadro neuromotorio, quindi i riflessi, i movimenti spontanei, l’attentività e la capacità di afferrare gli oggetti. In cosa consiste il Boel Test?

È un test che, in genere, viene effettuato nell’ambulatorio del pediatra in presenza di uno dei genitori cosicchè il bambino possa rimanere tranquillo. Per l’esame il pediatra utilizza un bastoncino rosso, lungo circa venti centimetri, due anelli concentrici e quattro campanellini.

Il medico mostra al piccolino il bastoncino rosso, muovendolo davanti a lui, per valutarne la capacità attentiva ed i movimenti oculari. Appena il bambino lo nota glielo porge; a questo punto fa suonare i campanellini, che colloca dietro ad un orecchio del bambino, senza che lui se ne accorga. Se il bambino non presenta problemi all’udito si volta verso la parte in cui ha percepito il suono dei campanelli. Quindi si ripete l’esercizio per valutare la capacità dell’altro orecchio.

A completamento del Boel Test viene richiesto ai genitori di rispondere ad un questionario per capire se l’età biologica del bambino corrisponde a quella cognitiva e neuromotoria, così da escludere la presenza di disturbi o anomalie.

Là dove emergono dubbi e perplessità circa l’esito del test, il pediatra prescriverà una valutazione audiologica più approfondità, in caso contrario il test sarà riproposto al bambino annualmente fino al compimento del terzo anno di vita.

Diversi pediatri riportano l’apprensione, in particolare delle mamme, quando il figlio non si gira al suono dei campanelli. Non sempre questa reazione del bambino è sintomo di patologia. A volte il piccolino non reagisce ad un nostro stimolo perchè la sua attenzione è catturata da altro: l’ambiente diverso da quello a cui è abituato, il timore del pediatra, oggetti presenti nell’ambulatorio che, per colore, forma, luminosità richiamano la sua curiosità.

In questi casi è il medico stesso che ripeterà il Boel Test a distanza di una settimana, accertandosi, comunque, subito delle capacità del piccolo, somministrando il questionario ai genitori, che saranno tranquillizzati dal fatto che il figlio a casa risponde, girandosi verso chi lo chiama, o verso chi emette un suono improvviso.

I bambini sono molto spontanei, non sempre è facile sottopporli ai controlli prescritti per valutare la loro crescita. Spesso è necessario ripetere degli esami, addirittura rinviare un eventuale appuntamento perchè il piccolino non è disponibile a partecipare al test. La pazienza da parte dei genitori e la competente complicità del pediatra sicuramente sono strumenti utili per aiutare il bambino a superare qualche timore, catturare la sua attenzione, facilitando mamma e papà nel loro ruolo genitoriale.