La violenza, si sa, non è mai la soluzione migliore. Spesso ai genitori capita di perdere la pazienza con i loro figli e di reagire dando loro uno schiaffo o una sculacciata. Nonostante a volte agire così sembri ai genitori l’unico modo possibile per far smettere i bambini di dare i capricci, non è il metodo più giusto. Infatti, oltre a far passare un messaggio sbagliato e a far del male ai piccoli, la violenza sui bambini porta anche dei problemi caratteriali e sociali. Come evidenziato da studi scientifici, i bambini vittime di violenza in famiglia, anche lieve, vanno sempre male a scuola.
A scoprire la correlazione tra bambini picchiati e voti negativi a scuola sono stati i ricercatori della Child Maltreatment Solutions Network e della Virginia Commonwealth University’s School of Social Work. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Child Abuse and Neglect. Lo studio ha come titolo “Dimensions of physical punishment and their associations with children’s cognitive performance and school adjustment”.
Secondo quanto emerso dalla ricerca, anche se le botte non riportano dei lividi e delle ferite evidenti, fanno molto male al bambino. I piccoli immagazzinano tutte le sofferenze vissute nel corso dell’infanzia e questi dolori si sfogheranno nella loro personalità.
I bambini vittime di violenza, pure lievi, cresceranno con un forte senso di disagio, stress e paura. Questi problemi hanno un impatto negativo sul cervello, che non si svilupperà quindi nel modo più adatto.
650 bambini hanno raccontato le loro esperienze
Alla ricerca hanno partecipato 650 bambini con i loro genitori. I genitori e i bambini hanno parlato delle punizioni inflitte e subite. I medici hanno suddiviso le punizioni in lievi, pesanti e abusi fisici.
Dallo studio è emerso che i bambini che subiscono violenze fisiche, come schiaffi, vanno male a scuola. Questo è dovuto a tutti i sentimenti negativi che le violenze esercitate dai genitori provocano ai bambini.
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I ricercatori consigliano quindi di rapportarsi con i bambini con altri metodi, cercando di spiegare loro a parole quando sbagliano, avendo pazienza e soprattutto non utilizzando mai le mani.