I bambini imparano a parlare già nel pancione
Credere che i bambini imparino a parlare quando sono ancora nell’utero è sbagliato? In realtà, quest’affermazione ha un fondo di verità. Perché l’udito di un feto si sviluppa progressivamente fino al raggiungimento del completo funzionamento quando è ancora nell’utero materno. Verso la terza settimana di vita intrauterina, l’orecchio inizia a formarsi e giunti alla sesta settimana anche la coclea si dispone nella sua classica formazione a spirale. Nell’ottava settimana si delinea l’orecchio medio, fino a che, nell’undicesima settimana si sviluppano membrana timpanica e timpano.
Alla 21 settimana di gravidanza la coclea si collega alla corteccia cerebrale. Si avvia così il processo di riconoscimento e memorizzazione dei suoni.
Alla 24 settimana il feto comincia a sentire attraverso l’orecchio. Tale tappa segna l’inizio di una prima forma di attività cerebrale. Verso la trentesima settimana l’udito del feto ha raggiunto uno sviluppo tale da poter essere in grado di percepire i rumori materni di fondo, in particolare il battito cardiaco.
Solo successivamente impara a distinguere le voci di mamma e papà. Questa fase è assolutamente importante perché si comincia a parlare al piccolo, interagendo e comunicando con lui.
Suoni percepiti dal feto
In questo modo il piccolo ha tutto il tempo per memorizzare i suoni a lui cari e riconoscerli dopo la nascita. Considerando la spiccata sensibilità uditiva, sarebbe ragionevole evitare di esporre l’udito del feto a stimoli sonori troppo improvvisi ed intensi, per evitare di disturbarlo eccessivamente.
Recenti studi hanno, infatti, evidenziato come l’esposizione a rumori intensi provochi un aumento dei battiti cardiaci e dei movimenti fetali. Invece, la musica melodiosa sembra rilassare e tranquillizzare il piccolo.
Nei loro primi giorni di vita, infatti, i neonati sono già in grado di riconoscere e di riprodurre le stesse melodie che hanno ascoltato durante la vita fetale nell’ultimo trimestre di gravidanza.
Lo studio
Questo è quanto ha dimostrato uno studio che è stato pubblicato sulla rivista Current Biology nel novembre 2009.
Un team di ricercatori guidato dalla dottoressa Kathleen Wermke dell’Università di Wurzburg, in Germania, ha registrato e analizzato i pianti di 60 neonati di 3-5 giorni.
Dei neonati presi in esame: 30 bambini erano di famiglie di lingua tedesca e 30 erano di lingua francese. Il profilo melodico dei loro pianti corrispondeva a quello materno. Coerentemente con la caratteristica di fondo di questi due idiomi, i bambini francesi riproducevano una cadenza melodica crescente, i tedeschi decrescente.
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“I neonati probabilmente sono molto motivati a imitare il comportamento materno al fine di attrarre l’attenzione di mamma e creare un legame affettivo con lei”, afferma la Wermke. “Il profilo della melodia del linguaggio materno può essere l’unico aspetto che i neonati sono in grado di imitare: ciò potrebbe spiegare perché abbiamo rilevato questa imitazione melodica precocissima”.