I bimbi ed i… capricci
Quando si hanno figli molto piccoli, è praticamente impossibile sfuggire ai loro pianti ma soprattutto ai loro capricci. Questi si manifestano soprattutto a partire dai 24 mesi di vita, in quella fase detta “terribili due anni”. Le continue lamentele, in realtà, non sono nient’altro che la dimostrazione che il bimbo sta crescendo: ecco perché non bisognerebbe sgridarli. Cosa fare, allora?
Come placare i capricci dei figli
È innegabile, però, che i capricci siano molto fastidiosi, tanto da provocare nervosismo e arrabbiature nei genitori. Ma esiste un modo per far smettere i figli di lamentarsi? Secondo gli psicologi sì, e consisterebbe nell’indurre i più piccoli al dialogo. Quando un bambino fa i capricci, dunque, bisognerebbe rivolgere loro una domanda:
Si tratta di un problema, piccolo, medio o grande?”
Come riporta chedonna.it, solo con queste parole il bambino viene stimolato al ragionamento e all’analisi del suo stato d’animo, ridimensionando il motivo per cui sta facendo i capricci. Il bimbo, insieme ai genitori, capirà dunque l’entità (spesso minima) delle sue lamentele, ma soprattutto l’esistenza di problemi ben più gravi, non risolvibili di certo con pianti e strilli continui.
Leggi anche: I bambini fanno più capricci con la mamma: ecco perché
Allo stesso tempo, il genitore insegnerà al figlio che se si tratta di un problema piccolo, lo si risolverà subito; se si tratta di una problematica di media importanza, si potrà superare nel giro di qualche giorno. Infine, se il bimbo ha un problema grande ed irrisolvibile, capirà che nella vita si dovranno accettare anche cose che non si desiderano.
Leggi anche: Bambini troppo capricciosi? Le favole possono calmarli
L’importanza del dialogo
D’altronde, non è la prima volta che gli esperti sottolineano l’importanza del dialogo tra genitore e figlio: un colloquio può non solo aumentare la loro empatia, ma garantisce al piccolo la possibilità di iniziare a ragionare “da grande” fin dalla tenera età.