L’autismo cos’è? Ma soprattutto,come riconoscere l’autismo in un figlio? Come si riconosce un bambino autistico? Naturalmente, ogni differenza che i genitori notano rispetto alla media non è un sicuramente segno di un disordine. Certamente se un genitore ha un sospetto e pensa si tratti forse di autismo, bisogna approfondire l’argomento.
Secondo quanto sostengono molti medici esperti e ricercatori, la differenza sostanziale tra bambini con ritardo dello sviluppo e quelli che non ne hanno, sta nel fatto che i genitori nel primo caso sono costantemente preoccupati per loro. Per questo motivo, se ci si preoccupa per come apprendono e si comportano soprattutto quando parlano i bambini, si dovrebbe considerare seriamente l’idea di approfondire tali sospetti.
Alcuni genitori capiscono sin da quando i loro figli sono piccolissimi che sono diversi. Sentono che c’è un problema e questo può fare la differenza. Non tutti pensano subito all’autismo e a come riconoscerlo. Per questo motivo può essere utile elencare alcuni tra i primi segni e sintomi dell’autismo che, se presenti, possono indicare ai genitori di considerare la possibilità dell’autismo.
Ad esempio, è meglio non sottovalutare la presenza dei sintomi di un bimbo autistico. Infatti, la precocità della diagnosi di autismo e delle cure sono direttamente proporzionali alle possibilità di successo terapeutico.
Il bimbo autistico non risponde al suo nome e non è capace di chiedere cosa desidera. Inoltre il suo linguaggio è in ritardo, non segue le indicazioni che gli vengono date tanto che a volte sembra sordo. Potrebbe sembrare capace di udire a volte mentre altre no. Il bimbo autistico non indica e non saluta con la mano, non sorride socialmente, sembra preferisca giocare da solo, prende gli oggetti da solo ed è molto indipendente.
Alcuni genitori riferiscono che il proprio bambino prima diceva qualche parola e poi non più. Altra condizione assai frequente riguarda lo scarso contatto con gli occhi, lo scarso interesse verso gli altri bambini, crisi di collera e di aggressività e provocazione. L’autistico è iperattivo e non cooperativo, inoltre sembra essere in un mondo tutto suo. Fa le cose “precocemente” rispetto agli altri bambini, si blocca su alcune cose, allinea gli oggetti, non sa come usare i giocattoli e delle volte manifesta un attaccamento inusuale a giocattoli ed oggetti.
Le circostanze appena descritte sono quelle maggiormente riscontrabili. Esistono però segni che rappresentano indicazioni per ulteriori valutazioni diagnostiche immediate ed accurate. Ad esempio se non vi è alcuna lallazione entro i 12 mesi, alcuna gestualità (indicare, salutare etc.) entro i 12 mesi, alcuna parola entro i 16 mesi. E ancora, se non vi è nessuna frase spontanea di almeno due parole entro i 24 mesi di età. Dunque, tutto ciò che riguarda la perdita di qualsiasi abilità linguistica o sociale ad ogni età.
Da anni gli studiosi cercano di indagare quali siano le cause dell’autimo. Gli studi più recenti dimostrano che è determinato da vari fattori, tra cui la combinazione di fattori genetici. Inoltre, una combinazione tra predisposizione genetica e cause esterne determina la sindrome. A volte esiste un collegamento con una forte infezione. Non conoscendo precisamente le cause è molto difficile fare diagnosi di autismo. A tal proposito sono più che utili i segni poco fa elencati, in modo da suscitare un campanello d’allarme nei genitori che riscontrano tali comportamenti anomali nei propri figli.