Grazie ai risultati di uno studio condotto dal Servizio di Immunologia e Allergologia Pediatrica dell’Università “Sapienza” di Roma, diretto dalla dottoressa Duse, è stata individuata una nuova forma di rinite allergica LAR (Local Allergic Rhinitis), che si manifesta nei bambini con gli stessi sintomi tipici delle comuni riniti, risultando però negativa ai test allergici cutanei ed ematici, preposti per individuare queste patologie.
La rinite è un’infiammazione del naso dovuta ad una reazione allergica scatenata da una sostanza dell’ambiente esterno che, venendo a contatto con la mucosa nasale del piccolo, causa una reazione che può variare in base all’intensità: può essere lieve, moderata o grave. In genere, allergeni scatenanti sono gli acari della polvere, il polline, le spore di alcuni funghi ed il pelo di animali domestici.
I sintomi della rinite allergica variano dal naso chiuso, con scarsa qualità del sonno e, di conseguenza, stanchezza, scarso rendimento scolastico e delle attività quotidiane, ostruzione del naso, apnee notturne, russamenti, arrossamento degli occhi e secrezione nasale che, scendendo verso la gola, provoca tosse e prurito.
Inizialmente la patologia può essere scambiata per un comune raffreddore, colpendo soprattutto durante i cambi di stagione; spesso solo con l’aggravarsi dei sintomi si procede ad una visita specialistica.
Con gli screening negativi, fino ad oggi, questi bambini venivano sottoposti ad una serie di accertamenti, alcuni anche invasivi, per individuare la causa della patologia, finendo, spesso, per convivere con fastidiosi sintomi. Con questa scoperta la situazione cambierà, riuscendo tempestivamente a trattare questa forma di allergia con cure adeguate, migliorando significativamente la qualità di vita dei piccoli e delle loro famiglie, intercettando questa patologia con le ultime procedure diagnostiche messe a punto da questo team di medici italiani.
I risultati della ricerca sono stati presentati al Congresso Italiano di Allergologia e Immunologia Pediatrica, conclusosi recentemente a Palermo, segnando un’importante svolta sulla diagnosi di questa patologia, con grande eco nell’ambiente clinico internazionale.