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Allergia ai pollini: cosa sapere per affrontarla al meglio

Aumentano i casi di allergia ai pollini

Secondo La Società Italiana di Allergologia e Immunologia pediatrica, quest’anno i casi di allergia ai pollini non stanno solo aumentando, ma si sono verificati con ben due mesi di anticipo. Infatti, già dal mese di Gennaio, con la fioritura delle mimose, si sono registrati i primi casi.
Secondo gli esperti, quindi, il numero di italiani che soffre di allergia causata dai pollini è destinato ad aumentare: oggi si calcola siano circa 6 milioni. Le cause? Oltre all’innalzamento delle temperature, la causa principale è l’aumento di anidride carbonica che porta le piante a rilasciare più polline. Ma cos’è l’allergia al polline?

Allergie ai pollini: quali sono le cause?

L’allergia al polline è la reazione di un sistema immunitario ipersensibile e si presenta con periodicità stagionale in seguito all’inalazione dei cosiddetti granuli pollinici, prodotti dalle piante.
Le reazioni allergiche sono la risposta del nostro sistema immunitario agli antigeni presenti sui granuli del polline. Il meccanismo di liberazione del polline varia a seconda della specie di pianta e in base a fattori climatici: le giornate calde e ventose la facilitano. Al contrario, l’umidità dell’aria la ostacola. Per causare un fenomeno allergico, tuttavia, è necessario la presenza di un notevole numero di piante che producono polline e un’ampia produzione di granuli pollinici. Ciò vuol dire che esiste una “soglia minima”, al si sotto della quale non si verifica alcun fenomeno allergico. Ogni persona, ogni paziente ha una soglia minima diversa.

I pollini provocano allergia con una periodicità stagionale. Gli esperti distinguono tre tipi di allergie:

  • Precoci o pre-primaverili: causate dalle piante con fioritura da Dicembre a Maggio;
  • Primaverili-estive: causate dalle piante che fioriscono tra Aprile e Settembre;
  • Estive-autunnali: causate dalle piante che fioriscono tra Agosto e Settembre.

allergia pollini

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Allergia al polline: come riconoscerla, come si manifesta

I sintomi più ricorrenti dell’allergia ai pollini sono sicuramente la lacrimazione, gli starnuti, la tosse e l’asma. L’esordio come la scomparsa di questi sintomi e la durata come la loro intensità dipende, come specificato prima, dalla concentrazione delle piante in un determinato territorio.
In particolare, i sintomi che interessano gli occhi e che manifestano la congiuntivite allergica sono:

    • la lacrimazione
    • il prurito al livello congiuntivale
    • l’eccessiva sensibilità alla luce.

Per quanto riguarda il naso, i sintomi dell’allergia ai pollini sono:

  • congestione nasale con conseguente riduzione dell’olfatto
  • starnuti a ripetizione
  • secrezione abbondante e di colore chiaro.

Non meno importanti sono la tosse e la difficoltà respiratoria che, nei casi più gravi, possono portare anche a vere e proprie crisi asmatiche.
Altri sintomi legati a questo tipo di allergia sono il mal di testa ricorrente, il senso di stanchezza e un malessere generale oppure anche manifestazioni cutanee, dermatiti o orticarie.

La sindrome orale allergica (SOA)

Nei pazienti allergici, inoltre, può verificarsi un’implicazione polline-alimento, per cui un sintomo può essere la difficoltà di deglutizione e il prurito o il gonfiore della mucosa oro-labiale. Questa manifestazione allergica si presenta subito dopo l’ingestione di particolari alimenti che contengono particolari antigeni. Questi, a contatto con i pollini antigenici, provocano la reazione.
La reazione appena descritta, nota come Sindrome Orale Allergica, si manifesta nel 10% dei pazienti che testimoniano come questa Sindrome si presenti anche alcuni anni dopo i sintomi oculo-respiratori ed è causata dall’ingestione di alcuni alimenti, in particolare frutta e verdura. All’interno di alcuni alimenti è presente una sorta di “allegoria” botanica tra i pollini di alcune piante e certi alimenti: il nostro sistema immunitario reagisce proprio a questo.
Quali sono gli alimenti che possono provocare tale reazione? Il miele, il melone, l’anguria, l’arancia e il kiwi. I pomodori, il frumento, i cereali e gli arachidi. Le pesche, le albicocche, le ciliegie e le prugne.

Rimedi allergia

Come combattere l’allergia ai pollini?

Oggi, grazie al monitoraggio aerobiologico che permette di aggiornare costantemente i calendari pollinici, chi è allergico può facilmente gestire la propria patologia tramite un’attenta terapia farmacologica, su prescrizione medica. Nei calendari pollinici, viene indicato il periodo di pollinazione delle varie piante (graminacee, salicacee ecc.) Tuttavia, la pollinazione delle piante varia a seconda della temperatura presente, quindi in base alla zona e all’anno. È quindi necessario che il paziente monitori costantemente anche i vari bollettini regionali dei pollini.
Durante il periodo di pollinazione della pianta a cui si è allergici, quindi è bene evitare di:

    • uscire nelle ore di maggiore pollinazione
    • le gite in campagna, evitando in particolar modo, di sostare nelle aree in cui è stata tagliata di recente l’erba
    • le attività all’aperto, soprattutto nelle ore centrali della giornate e soprattutto nelle giornate ventose.

Oltre alla terapia farmacologica indicata dal medico di famiglia, è inoltre utile prestare attenzione alle giornate secche, ventose e soleggiate. È bene anche lavare più spesso i capelli: i pollini possono depositarsi tra i capelli e rimanere sul cuscino, durante le ore notturne.

Come alleviare i sintomi delle allergie ai pollini: i rimedi naturali

I rimedi più efficaci dell’allergia ai pollini sono sicuramente indicati e prescritti dai medici. I rimedi naturali possono, tuttavia, supportare il trattamento.
La Perilla è ad esempio utile ad inibire i sintomi dell’asma e della rinite allergica. Il Ribes nero ha un’attività simil-cortisonica, perché stimola la secrezione di sostanze ad azione antinfiammatoria. I frutti della Rosa canina sono anche una fonte di vitamina C e prevengono i sintomi respiratori dell’allergia. La liquirizia è un efficace immunomodulatore e inibisce il rilascio dell’istamina, composto organico che, rilasciato in grandi quantità, provoca la reazione allergica.

Nei periodi di maggiore esposizione alle piante causa delle allergie, è bene anche lavare spesso gli occhi con acqua fredda e, prima di andare a dormire, applicare sulle palpebre, un batuffolo di cotone imbevuto di infuso di camomilla e rosmarino.
Un ottimo consiglio è anche quello di variare spesso la dieta: preferire gli alimenti ricchi di magnesio come i cereali integrali, i fagioli, le verdure a foglia verde, le banane. E i cibi ad elevato contenuto di vitamina C.
Evitare, al contrario, i cibi che producono istamina: i cibi grassi, il cioccolato, le fragole, i latticini.