Allattamento: quando serve l’aggiunta di latte artificiale

Spesso capita che l’allattamento al seno sia difficoltoso e che ci sia poco latte perché il neonato non riesce a succhiare in modo valido e quindi a stimolare il seno. Nel 90% delle donne con poco latte infatti la causa della carenza è solamente legata ad un’inadeguata suzione e quindi è assolutamente rimediabile. Una suzione poco valida si verifica soprattutto con i neonati prematuri, in quelli che hanno subito anestesia durante il parto o semplicemente nei bambini pigri.

Quando si ha l’impressione che il bambino non si stia nutrendo a sufficienza, questa preoccupazione diventa prioritaria per le mamme che quindi vivono male l’allattamento e, spesso prese dall’ansia e sul consiglio del pediatra, optano per la famosa aggiunta di latte artificiale. In questo modo si va a diminuire ancora di più la stimolazione del latte materno, che piano piano andrà quindi sostituito del tutto. Escludendo i casi in cui è strettamente necessaria, in tutti gli altri è doveroso informare le mamme che se ne potrebbe fare a meno.

Ricorderete tutti lo scandalo di qualche mese fa in Toscana per quei 12 pediatri che consigliavano alle donne di allattare artificialmente il neonato per la sua crescita ottimale, e ad un certo numero di vendite del prodotto vincevano viaggi e ricchi premi da parte delle aziende produttrici di latte. Ecco, certamente non tutti i Pediatri sono così immorali, ma nel dubbio è meglio tutelarsi e informarsi per non cadere vittime di prescrizioni inappropriate di latte artificiale.

Innanzitutto ci sono alcuni segnali per capire se davvero il neonato non succhia adeguatamente e non si nutre a sufficienza:

In questi casi l’aggiunta deve essere l’ultimo step prima di aver cercato altre soluzioni:

Se tutti questi rimedi dovessero fallire e il seno non producesse più quantità sufficienti di latte nemmeno tirandolo, in quel caso sarà necessaria l’aggiunta di latte artificiale.


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