Secondo una ricerca dell’ Università di Harvard, condotto sia sulle scimmie sia sulle mucche, se si allatta un maschietto o una femminuccia, la mamma animale produce un latte differente. Se ciò quindi fosse valido pure per le persone, come sembra esser molto probabile, si potrebbe creare un latte artificiale ad hoc per la crescita dei due generi sessuali.
Dallo studio è emerso, che questo primo alimento per i maschietti è più ricco di grassi e di proteine, per le femminucce invece vi è molto calcio. L’analisi svolta su i piccoli di macaco, dalla nota biologa Katie Hinde, ha rilevato questa sostanziale differenza fra i due generi allattati.
La dottoressa vuol però vederci chiaro, sostenendo quindi che come per gli animali, anche il latte umano cambierebbe in base al sesso del bebè. È convinta di questo perché ha anche scoperto che le scimmie rispondono in modo differente se nel latte vi è la presenza di cortisolo, l’ormone dello stress. Lo stesso accade pure per le persone, o meglio per le bambine, e non per i bambini, le quali diventano più irritabili se nel latte materno vi è proprio questa molecola.
Secondo la biologa Hinde, ciò sarebbe utile per la produzione del latte artificiale da somministrare ai neonati prematuri ricoverati in ospedale e che necessitano di una composizione nutrizionale simile a quella materna fine ad una mirata e adeguata crescita per fabbisogno del genere sessuale.
Ma i dati emersi dall’ American Association for the Advancement of Science , per le ricerche condotte sull’uomo hanno prodotto risultati contrastanti, perché ad oggi si ritiene che il latte materno cambi da donna a donna. Variano, infatti, le vitamine, i minerali, i grassi, gli zuccheri e altri fattori nutrienti a seconda non solo della dieta della neo madre, ma anche per questioni strettamente ormonali che a volte fanno anche scarseggiare il latte stesso. Tutto ciò, ovviamente, non deve far sentire la genitrice di serie B, ma anzi può continuare benissimo a nutrire il bebè con il latte artificiale.