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Acetonemia: come riconoscerla e prevenirla

Nei vostri ricordi d’infanzia ricordate la mamma oppure la nonna che vi chiedevano di tirare fuori la lingua per controllare se avevate l’acetone? Ebbene, l’acetonemia è ancora oggi un disturbo molto comune tra i bambini, il nome è dovuto all’odore di ‘frutta marcia’ che arriva dalla bocca a causa di un acido (corpi chetonici) che si disperde nei polmoni e nell’urina del piccolo.

Tutto è dovuto al fatto che, a causa di una maggiore richiesta di energia e quando non ci sono più a disposizione gli zuccheri, il corpo del bambino brucia i grassi formando, così, l’acido a cui abbiamo accennato. Ciò avviene in particolari condizioni, per esempio a causa di un digiuno prolungato, di una febbre alta, di un vomito, di uno stress particolare, quando si mangiano troppi grassi.

Non si può parlare di una malattia, piuttosto di un disturbo comunque passeggero e risolvibile in modo facile. Così come non è difficile accorgersi se il vostro piccolino presenta l’acetone. La sua pipì e il suo alito, infatti, emanano un odore inconfondibile,appunto di frutta andata a male. Inoltre in presenza di questo disturbo momentaneo, il bimbo appare come spossato, senza forze, la lingua asciutta e il respiro affannoso. A ogni modo se si vuole essere sicurissimi possiamo comprare in farmacia delle striscette ad hoc che vanno immerse nella pipì per circa un minuto: se c’è l’acetone il colore cambierà.

Il rimedio è a portata di mano: basta dare al bimbo bevande zuccherate, non gassate e prive di grassi (no a latte e yogurt) facendole ingerire a piccoli sorsi per evitare il vomito. Per prevenire l’acetone il bambino deve seguire una dieta equilibrata con carboidrati complessi che rilasciano lentamente il glucosio nel corpo e povera di grassi. Da sfatare la leggenda metropolitana che l’acetone sia causato dalla cioccolata, che per curarlo bisogna mangiare in bianco e che i fermenti lattici aiutano a prevenirlo.

I bambini più a rischio acetone sono quelli tra i 2 e i 6 anni, è un disturbo che passa con l’età anche se in alcuni casi persiste anche quando si diventa grandi.