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Abbondanti lattobacilli nel tampone vaginale: che significa?

Il tampone vaginale è un test semplice ed indolore che si effettua di routine a circa 36 settimane di gravidanza per la ricerca di un batterio vaginale che potrebbe essere pericoloso per il feto: lo streptococco Beta emolitico. Questo esame si esegue di prassi a tutte in quanto, spesso, questo batterio non dà sintomi in caso di infezione e può provocare la rottura precoce delle membrane e un parto prematuro, con tutte le relative conseguenze sul feto. Inoltre, in caso di rottura della membrane e parto vaginale, può contagiare anche il feto, provocando una sindrome congenita.

Il tampone vaginale per la ricerca dello Streptococco B per tanto viene per tanto prescritte a tutte le donne.

L’esame consiste nel prelevare un campione di muco vaginale attraverso un cotton fioc, che verrà poi conservato in un fissatore e coltivato in un terreno di coltura. Se si ha il sospetto anche di altre vaginiti come candida o gardnerella sarà necessario chiedere al laboratorio anche la ricerca di questi miceti.

Nella flora batterica vaginale infatti sono presenti diversi germi, alcuni definiti “buoni” perché fungono da difesa dell’equilibrio fisiologico e del Ph vaginale e altri invece sono cosiddetti saprofiti, vale a dire ospiti opportunisti, che sono cioè normalmente presenti e innocui in piccole quantità, ma non appena si abbassano le difese immunitarie locali, proliferano e diventano patogeni.

I lattobacilli o bacilli di Doederlein, sono batteri gram positivi che abitano la flora batterica vaginale e appartengono alla schiera dei germi buoni, cioè creano le difese immunitarie locali. Sono così chiamati perché attraverso la fermentazione lattica convertono il lattosio e di altri zuccheri in acido lattico.

L’acido lattico è essenziale per mantenere l’equilibrio, il ph acido della vagina, quindi la loro presenza abbondante nei risultati di un tampone è sempre un segno positivo per il benessere dell’ambiente vaginale. Qualora, invece, risultassero scarsi c’è un maggiore rischio di vaginosi e vaginiti e pertanto vanno ripristinati assumendoli sotto forma di ovuli vaginali.