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Legge 104, si cambia: possono richiederlo anche i figli non conviventi

Legge 104, cambiano le regole: potranno richiederlo anche i figli non conviventi con i genitori

Cambia la Legge 104. Il congedo straordinario biennale dal lavoro previsto dalla legge 104 spetta anche al figlio non convivente. Il sussidio si può dunque richiedere anche non convivendo con il genitore affetto da grande disabilità. A stabilirlo è una sentenza del giudice della Corte Costituzionale recepita dall’Inps con una circolare apposita. Viene dunque modificato l’articolo 42, comma 5, del decreto legislativo n. 151/2001, che prevedeva la convivenza con il genitore disabile. Novità importante dunque per tutti quei figli che hanno genitori malati e non convivono con loro.

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Novità importanti per chi vuole richiedere la 104

Quella stabilita dalla sentenza del Tribunale è dunque una novità importante per tutti coloro che hanno genitori malati ma non convivono con loro. Da questo momento infatti, con la circolare Inps, anche chi non convive con il disabile potrà richiedere i due anni di congedo dal lavoro previsti dalla Legge 104.

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Per richiedere il congedo dal lavoro, il figlio non ancora convivente dovrà dichiarare nella domanda che provvederà ad instaurare la convivenza con il familiare disabile in situazione di gravità entro l’inizio del congedo richiesto e a conservarla per tutta la durata.
La nuova disciplina è retroattiva solo per i casi per i quali non è intervenuta sentenza passata in giudicato alla data del 12 dicembre 2018.

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La Corte di Cassazione, con sentenza 232/2018, ha dunque stabilito la possibilità di richiedere il congedo anche se non si convive con il genitore disabile. Di seguito il testo della sentenza.

Al momento della presentazione della richiesta del congedo, ancora non conviva con il genitore in situazione di disabilità grave, ma che tale convivenza successivamente instauri, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente, del padre e della madre, anche adottivi, dei figli conviventi, dei fratelli e delle sorelle conviventi, dei parenti o affini entro il terzo grado conviventi, legittimati a richiedere il beneficio in via prioritaria secondo l’ordine determinato dalla legge.

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