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Il Gigante egoista: la storia, la canzone e i video per bambini

Il Gigante egoista: una favola per adulti e bambini

Il Gigante egoista è una storia per bambini scritta da Oscar Wilde. Questa favola non è tra le più conosciute dai bambini e dai genitori ma racchiude al suo interno un messaggio molto forte. Infatti le principali tematiche trattate sono legate all’egoismo e alla solitudine ma verso la fine della fiaba trovano spazio sentimenti collegati al concetto di rinascita, di amore e di perdono. Il Gigante egoista può essere tranquillamente letto ai bambini anche un po’ più grandi dal momento che lo scrittore Oscar Wilde ha pensato questa storia per un pubblico capace di elaborare gli eventi narrati per poter prenderne esempio. Tuttavia, esiste anche una favola adattata e semplificata in maniera tale da essere anche comprensibile per i bambini più piccoli. Non manca il film ispirato alla novella di Oscar Wilde così come i diversi video animati.

Il Gigante egoista: la storia completa e originale

La fiaba del Gigante egoista in versione originale risale al lontano 1888 quando Oscar Wilde decise di inserirla nella raccolta “Il principe felice e altri racconti”. Pensata sia per i giovani e sia per gli adulti, presenta un linguaggio spesso più difficile da comprendere per i bambini più piccoli, così come la vasta gamma di sentimenti che solo i giovani un po’ più cresciuti riescono a percepire. Tuttavia, Il Gigante egoista viene considerata ancora oggi una fiaba classica e sempre attuale. L’inizio della storia del Gigante egoista sembra una delle più diffuse favole per bambini. Nonostante ciò, basta scorrere un po’ il testo per capire che è un racconto molto più complesso. La natura diventa un vero e proprio personaggio della storia, dotata di sentimenti e viene messa in primo piano sempre di più man mano che si procede nel racconto. Il finale è tipico di tutte le favole con un lieto fine che comunque non risparmia l’amarezza dello scorrere del tempo e dei fatti inevitabili. Sotto questo aspetto la fiaba del Gigante egoista assomiglia molto alle favole di Hans Christian Andersen, senza principi e principesse ma con un occhio di riguardo alla vita reale.

Ogni pomeriggio, appena uscivano dalla scuola, i bambini avevano l’abitudine di andare a giocare nel giardino del Gigante. Era un grazioso e vasto giardino, con erba soffice e verde. Qua e là sull’erba c’erano bellissimi fiori che sembravano stelle, e dodici alberi di pesco che in primavera fiorivano di bianco e rosa, e in estate davano frutti succosi. Gli uccelli si posavano sugli alberi e cantavano così dolcemente che i bambini interrompevano i loro giochi per ascoltarli. “Come siamo felici qui!” gridarono gli uni agli altri. Un giorno il Gigante tornò. Era stato a visitare suo fratello, l’Orco di Cornovaglia, e si era trattenuto con lui per sette anni. Dopo sette anni aveva detto tutto quanto aveva da dire e si era deciso a ritornare nel suo castello. Quando arrivò, vide i bambini che giocavano nel giardino. “Che cosa state facendo laggiù?” gridò con voce burbera, e i bambini scapparono via. “Il mio giardino è mio!”,proclamò il Gigante, “chiunque può capirlo, e non permetterò a nessun altro di giocarci”. Così vi costruì un alto muro tutt’intorno, e mise un cartello: Vietato l’ingresso, i trasgressori saranno perseguiti a termini di Legge. Era veramente egoista quel Gigante. I poveri bambini ora non avevano un posto dove giocare. Provarono a giocare sulla strada, ma la strada era veramente sporca e piena di polvere e sassi acuminati, e a loro non piaceva. Erano soliti gironzolare intorno alle mura invalicabili dopo l’orario di lezione, parlando tra loro dello stupendo giardino all’interno. “Come eravamo felici lì!” si dicevano. Poi arrivò la Primavera, e in tutto il paese spuntarono deliziosi fiorellini sui quali svolazzavano gli uccellini novelli. Soltanto nel giardino del Gigante Egoista era ancora inverno. Gli uccelli non si preoccupavano di cantare perché non c’erano i bambini, e gli alberi si dimenticarono di fiorire. Un solo bellissimo fiore mise la sua testolina fuori dall’erba, ma quando vide il cartello fu così dispiaciuto per i bambini che si infilò nuovamente nella terra, e ritornò a dormire. I soli contenti furono la Neve e il Gelo. “La Primavera ha dimenticato questo giardino” esclamarono, “cosicché noi potremo viverci tutto l’anno”. La Neve coprì l’erba con il suo grande mantello bianco, e il Gelo dipinse d’argento tutti gli alberi. Quindi invitarono il Vento del Nord a stare con loro, ed egli venne. Era avvolto in una pelliccia, e ruggì dal mattino alla sera nel giardino, e abbatté i comignoli. “Questo è un posto piacevolissimo”, disse, “dobbiamo invitare la Grandine”. E la Grandine arrivò. Ogni giorno per tre ore questa crepitò sul tetto del castello finché non ebbe rotto la maggior parte delle tegole, e allora si mise a correre senza mai fermarsi intorno al giardino, più forte che poteva. Era vestita di grigio, e il suo alito era di ghiaccio. “Non capisco proprio come mai la Primavera tardi così tanto ad arrivare”, disse il Gigante Egoista guardando dalla finestra il suo giardino freddo e coperto di neve, “spero che il tempo possa cambiare presto”. Ma la Primavera non arrivò, e nemmeno l’Estate. L’Autunno portò frutti dorati in tutti i giardini ma non in quello del Gigante. “È troppo egoista” disse l’Autunno. Così là era sempre Inverno, e il Vento del Nord, la Grandine, il Gelo, la Neve danzavano qua e là fra gli alberi. Una mattina il Gigante stava disteso nel suo letto, sveglio, quando sentì una musica dolcissima. Gli sembrò così dolce che pensò dovessero essere i musicanti che passavano. In realtà era soltanto un piccolo fanello che cantava davanti alla finestra, ma era da tanto tempo che non sentiva cantare un uccello nel suo giardino, che quella gli sembrò la musica più soave del mondo. Allora la Grandine smise di ballargli sulla testa, e il Vento del Nord cessò di ruggire, e un delizioso profumo entrò attraverso i battenti aperti. “Credo che sia veramente arrivata la Primavera” disse il Gigante; e saltò giù dal letto per guardar fuori. Che cosa vide? Vide una scena stupenda. Da un piccolo buco nel muro i bambini si erano insinuati nel giardino, e stavano seduti sui rami degli alberi. Su ogni albero che poteva vedere c’era un bambino. E gli alberi erano così felici di avere di nuovo i bambini con loro, che si ricoprirono di germogli, e agitavano delicatamente i rami sulla testa dei bambini. Gli uccelli stavano volando qua e là cinguettando allegramente, e i fiori occhieggiavano tra l’erba verde e ridevano. Era una scena deliziosa: solo in un angolo era ancora inverno. Era l’angolo più lontano del giardino e lì un bambino stava dritto in piedi. Era così piccolo che non riusciva a raggiungere i rami degli alberi, e vi girava tutt’intorno, piangendo amaramente. Il povero albero era ancora coperto di neve e gelo, e il Vento del Nord soffiava e ruggiva tutt’intorno. “Sali, bambino!” disse l’albero, e piegò i rami più che poté; ma il ragazzo era troppo piccolo. E il cuore del Gigante a quella vista si squagliò immediatamente. “Come sono stato egoista!” esclamò. “Ora so perché la Primavera tardava a venire. Metterò quel povero bambino in cima all’albero, e destinerò per sempre il mio giardino ai giochi dei bambini”. Era davvero molto dispiaciuto per quello che aveva fatto. Così scese furtivamente e aprì senza rumore il portone di fronte, uscendo dal giardino. Ma quando i bambini lo videro si spaventarono talmente che scapparono via, e nel giardino ritornò l’Inverno. Soltanto il bambino più piccolo non fuggì perché aveva gli occhi così pieni di lacrime che non poté vedere il Gigante avvicinarsi. E il Gigante gli si avvicinò da dietro, lo prese gentilmente per mano e lo sollevò sull’albero. E l’albero fece immediatamente sbocciare i fiori, e gli uccelli si posarono cantando sui rami, e il bambino tese le braccia e le gettò al collo del Gigante e lo baciò. E gli altri bambini, quando videro il Gigante che non era più cattivo come un tempo, tornarono di corsa e con loro tornò la Primavera. “Bambini, il giardino è vostro ora” disse il Gigante, e prese una grande scure e abbatté il muro. E alle dodici, quando la gente uscì per andare al mercato, trovò il Gigante che giocava con i bambini nel giardino più bello che avessero mai visto. Tutto il giorno giocarono e la sera tornarono dal Gigante a salutarlo. “Ma dov’è il vostro piccolo compagno?” domandò, “il bambino che ho messo sull’albero”. Il Gigante lo amava più di tutti gli altri perché era stato lui a baciarlo. “Non lo sappiamo” risposero i bambini, “è andato via”. “Dovete dirgli di stare tranquillo e di venire domani” disse il Gigante. Ma i bambini risposero che non sapevano dove abitava, e che non l’avevano mai visto prima di allora; e il Gigante si sentì molto triste. Tutti i pomeriggi, quando la scuola terminava, i bambini venivano a giocare con il Gigante. Ma il bambino che il Gigante amava non si fece mai più vedere. Il Gigante era gentilissimo con tutti i bambini, eppure quel suo piccolo primo amico gli mancava moltissimo, e chiedeva spesso sue notizie. “Come vorrei vederlo ancora!” era solito ripetere. Passarono gli anni, e il Gigante divenne molto vecchio e debole. Non poteva più partecipare ai giochi, così, seduto su una grande poltrona, si limitava ad osservarli e ad ammirare il giardino. “Ho tanti fiori bellissimi ma i fiori più belli di tutti sono i bambini” esclamava ogni tanto. Una mattina d’inverno guardò fuori dalla finestra mentre si vestiva. Ora non odiava più l’Inverno, perché sapeva che era semplicemente la Primavera addormentata, e sapeva che i fiori si stavano solo riposando. Improvvisamente si strofinò gli occhi e guardò con meraviglia. Era certamente una visione incredibile. Nell’angolo più nascosto del giardino c’era un albero completamente coperto di fiori bianchi. I suoi rami, dai quali pendevano frutti d’argento, erano interamente d’oro, e sotto c’era il bambino che il Gigante aveva amato. Il Gigante corse al piano inferiore, con il cuore colmo di gioia, e uscì in giardino. Attraversò velocemente il prato e si diresse verso il bambino. Quando arrivò vicino al suo viso, si fece rosso dall’ira, e chiese: “Chi ha osato ferirti?” Sulle palme delle mani del bambino c’erano i segni di due chiodi, e i segni di due chiodi erano anche sui suoi piedini. “Chi ha osato ferirti?” gridò il Gigante, “dimmelo affinché io possa prendere la mia grande spada e ucciderlo”. “No!” rispose il bambino, “queste sono le ferite dell’Amore”. “Chi sei tu?” domandò il Gigante, mentre uno strano timore lo prendeva, e si inginocchiò davanti al bambinetto. Il bambino sorrise al Gigante e gli disse: “Tu una volta mi hai permesso di giocare nel tuo giardino, oggi verrai con me nel mio giardino, che è il Paradiso”. E quando i bambini, quel pomeriggio, vennero a giocare trovarono il Gigante che giaceva morto sotto l’albero, tutto coperto di fiori bianchi.

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Fiaba del Gigante egoista: la storia riadattata per i più piccoli

La storia del Gigante egoista è stata riadattata al fine di poterla raccontare anche ai bambini più piccoli che non avrebbero compreso appieno il significato di quella originale. In questo modo, anche i piccoli sotto i 6-7 anni possono ascoltare con i loro genitori questa fiaba comprendendo che l’amore è la risposta ad ogni problema e che è importante condividere ogni cosa, anche se personale, con gli altri, per potersi divertire. In basso la favola nella versione più adatta ai bambini di tenera età.

C’era una volta un gigante che era andato a trovare il suo amico orco e insieme avevano deciso di fare un lungo viaggio in giro per il mondo.
La casa del gigante aveva un grande giardino pieno di alberi e fiori, e tutti i bambini del paese, visto che lui non era più lì, avevano iniziato ad andarci a giocare ogni giorno. Ma, dopo sette lunghi anni, il gigante ritornò. Vedendo tutti quei bambini giocare nel suo giardino, li cacciò via e decise di costruire un muro per impedire che tornassero di nuovo.
Una volta finito il muro, ci mise sopra un gran cartello con scritto “VIETATO ENTRARE” e si chiuse dentro casa. Era inverno, e finalmente il gigante poteva godersi il suo bel giardino in santa pace e senza tutti gli schiamazzi dei bambini. I bambini del paese ci rimasero molto male per il gesto egoista del gigante, ma non potevano farci nulla e dovevano trovare altri posti dove giocare. Ma nessun altro giardino era così bello come quello del gigante. Arrivò la primavera e il gigante ogni giorno controllava che nel suo giardino non ci fossero bambini. Un giorno però si accorse di una cosa strana: fuori dal muro del suo giardino gli alberi e i fiori ricoprivano i prati e riempivano campi, mentre dentro al suo giardino pareva ancora inverno con ghiaccio e neve ovunque…Il gigante, egoista com’era, fece finta di niente e continuò a vivere rinchiuso dentro le mura del suo giardino. Ma anche l’estate arrivò e dentro il giardino del gigante imperversava ancora l’inverno. Senza i bambini il suo giardino si era rifiutato di tornare vivo e pieno di fiori!Il gigante, con tutto quel continuo freddo finì per ammalarsi, e passava le sue giornate a letto, controllando sempre dalla finestra che nel suo giardino non ci fossero bambini.

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Favole per bambini: la morale del Gigante egoista

Tutte le favole, anche quelle meno complesse, presentano al loro interno una morale. Questa è molto importante perché è ricca di significato e permette ai bambini di capire quali sono i giusti comportamenti e atteggiamenti da avere nella vita e quali azioni sono invece da abbandonare. La struttura della favola classica è presente con il protagonista che in questo caso è il Gigante egoista. Gli oppositori in questo caso sono rappresentati dagli elementi naturali come l’inverno, il freddo e il gelo. Tuttavia, la natura è anche vista come aiutante quando questa è portatrice di valori positivi (la primavera, i fiori e gli uccellini) e insieme ai bambini favoriscono il raggiungimento dell’oggetto dell’oggetto di valore che è l’amore per sé stessi e per gli altri. Si può comprendere quindi che la morale della storia è molto chiara: bisogna circondarsi di persone amiche e condividere quello che si ha con il prossimo. A stare soli non si guadagna niente, anzi, con lo scorrere del tempo si diventa egoisti e ciechi ai bisogni degli altri. Infine, la fiaba del Gigante egoista fa comprendere come non è mai tardi per migliorare: se si accetta di aver sbagliato e si apre nuovamente il proprio cuore, si troveranno moltissime persone disposte a condividere la vita e i momenti insieme, sconfiggendo la temuta solitudine.

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Filastrocca per bambini sul Gigante egoista

Le filastrocche affascinano da sempre sia i grandi e sia i più piccini. Leggere un brano in rima è decisamente divertente oltre che scorrevole e permette una lettura della storia più rapida. La più bella filastrocca ispirata alla fiaba del Gigante gentile, in grado di raccogliere in poche righe la complessità delle emozioni trattate da Oscar Wilde è quella di Cristina Garruto:

Questa storia racchiude un grande insegnamento:
nessuno al mondo, da solo, può essere contento.
La vera gioia, l’autentica felicità
consiste nel donare a chi non ha.
Vi narriamo la vicenda il cui protagonista
è un terribile gigante dal cuor molto egoista.
Solo e infelice viveva in un castello
circondato da un giardino molto bello.
Grazie al coraggio di un dolce bambino
svanito è il gelo da quel bel giardino.
Così è cambiato anche il cuore del gigante
quando ha scoperto che è l’amore la cosa più importante.

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Il Gigante egoista: i video animati e il film

Come tutte tra le più famose fiabe per bambini, anche la favola del Gigante egoista presenta la possibilità di essere vista online dai bambini attraverso video animati che hanno lo scopo di rendere più facile la comprensione. Oltre a ciò, la storia narrata attraverso un filmato permette ai più piccoli di seguire meglio l’intera vicenda senza distrazioni. Discorso diverso è quello relativo al film, diretto da Clio Barnard, poiché in questo caso si tratta di un adattamento della fiaba originale di Oscar Wilde. Infatti la pellicola è di genere drammatico e non viene consigliata la visione ad un pubblico troppo piccolo. La storia vede come protagonisti due adolescenti che vivono un momento di ribellione e di isolamento dalla comunità, circondati da un’estrema povertà. Conosceranno nel loro percorso un mercante e un ladro che non renderanno loro la vita più facile. Il film è schietto e dal finale amaro e lascia una profonda riflessione. In quest’ottica ritorna il concetto iniziale che questa favola è pensata più per gli adolescenti e gli adulti.

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Il Gigante egoista favola: la canzone e il musical

L’enorme successo della fiaba Il Gigante egoista ha portato moltissime compagnie teatrali a sviluppare diversi musical incentrati interamente sulla storia per bambini di Oscar Wilde. In questo modo è possibile conoscere e scoprire questa favola anche a teatro, insieme a tutta la famiglia. In aggiunta, esiste una bellissima versione della favola in musica del Gigante egoista davvero molto originale e coinvolgente, anche per i bambini più piccoli.

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