ecografia gravidanza

Ecografia morfologica in gravidanza: quando farla e a cosa serve

Gravidanza: l’ecografia morfologica

La gravidanza è un periodo molto delicato: nessun allarmismo eccessivo ma effettuare tutte le visite, le ecografie e i controlli previsti dal piano sanitario è importante.
La legge prevede 3 ecografie e 3 visite gratuite, oltre a esami del sangue e attività di screening prenatale importante.
Tra le principali visite in gravidanza c’è senz’altro l’ecografia morfologica.
La morfologica si effettua al quarto mese e indaga eventuali malformazioni o patologie del bambino oltre a monitorare il corretto andamento della gravidanza e scoprire il sesso del bambino.
Scopriamo passo passo cos’è la morfologica, quando farla, cosa si vede con questa ecografia. Analizziamo anche la differenza tra ecografia morfologica e pre-morfologica e le nuove opportunità per i genitori di effettuare la morfologica in 3d o in 4d.

Ecografia morfologia: cos’è e quando prenotarla

L’ecografia morfologica o ecografia del secondo trimestre è quell’esame diagnostico che si effettua tra la 19ª settimana e la 21ª settimana di gravidanza.
Si tratta della visita più importante di tutta la gravidanza poiché è quella in cui viene indagata in maniera approfondita la “morfologia” del feto.
Durante la gravidanza è importante prenotare tutte le visite previste fin dalle prime settimane. Purtroppo le liste degli ospedali, soprattutto pubblici, sono molto affollate e una volta scoperta la gravidanza e individuata la struttura in cui si desidera essere seguite e partorire è importante prendere contatto con il reparto di ostetricia e ginecologia per prenotare le 3 ecografie, tra cui proprio l’ecografia morfologica, e le 3 visite previste per legge.
Saranno le stesse ostetriche a calcolare la data più opportuna per fissare la visita in base alla settimana in cui ci si trova. Quando si telefona in ospedale, quindi, è necessario avere ben chiara la settimana di gravidanza in cui ci si trova, in modo che l’appuntamento per le varie visite venga prenotato e scadenzato in maniera corretta.
L’ecografia morfologica è gratuita e prevista per legge nelle strutture sanitarie pubbliche. La morfologica può essere anche effettuata privatamente ma ha un costo che va dai 120 ai 200 euro.

Leggi anche: Quante ecografie bisogna fare in gravidanza?

foto_ecografia

Ecografia morfologia e pre-morfologica: quando farla

L’ecografia morfologica, in particolare, è fondamentale eseguirla nel momento corretto.
Nel caso di questa ecografia, detta anche “ecografia del secondo trimestre“, il periodo corretto per farla è tra le 19 e le 21 settimane di gravidanza (alcuni la eseguono fino a 23 settimane di gravidanza).
La 20ª settimana è senza dubbio la migliore per fare l’ecografia morfologica, quella in cui il rapporto tra le dimensioni del bambino e la quantità di liquido amniotico sono ottimali per analizzare il feto nella sua interezza.
Farla troppo presto rischia di non portare alla luce eventuali problematiche o malformazioni che ancora non sono ben visibili. Eseguire la morfologica troppo tardi, di contro, rischia di rendere difficile l’analisi complessiva del bambino che diventa troppo grande per essere osservato interamente nel suo complesso.
La scelta di effettuare la morfologica entro la 21ª settimana di gravidanza è anche legata alla possibilità di aborto terapeutico, consentito per legge fino a 22 settimane e qualche giorno.
In caso di gravi malformazioni o di evidente pericolo per la mamma, molto probabilmente, la possibilità di ricorrere all’aborto terapeutico è stata già presa in considerazione, ben prima dell’ecografia morfologica vera e propria. Inoltre, proprio per approfondire il rischio di malformazioni gravi già evidenti durante altre visite, probabilmente si è già eseguita un’ecografia pre-morfologica. L’ecografia pre-morfologica si effettua già a 15 o 16 settimane di gravidanza (alcuni ospedali la eseguono fino a 18 settimane) per analizzare in maniera più approfondita eventuali risultati dubbi del bitest o test combinato. Si tratta esattamente della stessa ecografia morfologica, semplicemente effettuata in un’epoca gestazionale precedente rispetto alla prassi.
Nel video un approfondimento sull’ecografia morfologica in gravidanza.

Leggi anche: Ecografia premorfologica: cosa si vede e quando farla

Cosa si vede durante la morfologica

Per sua stessa natura e per il grado di approfondimento a cui scende, l’ecografia morfologica è la più lunga di tutta la gravidanza: dura infatti circa 20/30 minuti. Si effettua esternamente, poggiando l’ecografo sul pancione e mira ad indagare la morfologia del bambino ed eventuali condizioni particolari della mamma.
L’ecografia morfologica prevede l’analisi delle dimensioni del feto (biometria fetale), dell’impianto e della struttura della placenta, della quantità di liquido amniotico, del collo dell’utero, ma approfondisce soprattutto tutti i distretti anatomici principali e gli organi del bambino.
Scendendo nel dettaglio, nell’ecografia morfologica si analizzano:

  • testa: la forma del cranio, la struttura del cervello e dei suoi ventricoli, la misura e la morfologia del cervelletto;
  • occhio: la corretta formazione di orbite e cristallini;
  • solco nasolabiale: che separa i margini laterali del naso dal labbro superiore;
  • collo: in particolare l’assenza di edema o igroma cistico;
  • cuore: il corretto posizionamento del cuore all’interno della cassa toracica, la presenza delle 4 camere cardiache, la formazione dell’aorta e polmonare;
  • torace: la presenza e il corretto inizio di formazione dei polmoni;
  • addome: la posizione e la forma dello stomaco e dell’intero apparato gastrointestinale, le dimensioni e la posizione dei reni e della vescica;
  • organi genitali: corretta formazione e accrescimento;
  • colonna vertebrale: spina bifida o altre malformazioni;
  • arti: il corretto sviluppo delle ossa di ogni arto, la presenza di mani e piedi ed eventuali malformazioni di questi;
  • cordone ombelicale: la presenza e il corretto flusso all’interno dei 3 vasi.

Nell’ecografia morfologica, viene inoltre indagata la posizione della placenta, eventuali difetti della stessa, la qualità e la quantità del liquido amniotico e la corretta fisiologia della cervice e del collo dell’utero per scongiurare il rischio di parto prematuro.
Solitamente, mentre il medico osserva le strutture del bambino, coinvolge i genitori spiegando loro, attraverso lo schermo, che cosa la morfologica sta restituendo.
Nei video che seguono un’ecografia morfologica commentata da due medici per conoscere cosa si vede durante la morfologica.

Leggi anche: Ecografia morfologica: a cosa serve e quando va fatta

Ecografia morfologica: la scoperta del sesso del bambino

L’ecografia morfologica è uno degli esami più attesi dai genitori perché è l’ecografia in cui si scopre il sesso del bambino.
Gli organi genitali sono ormai completamente formati e sono ormai rari i casi in cui nemmeno alla morfologica si riesca a vedere il sesso del bambino. Oggi, gli accurati test diagnostici, permettono di conoscere il sesso del bambino già prima dell’ecografia morfologica. In alcuni casi, già il bitest o test combinato permette di ipotizzare il probabile sesso del nascituro, anche se l’epoca gestazionale è ancora precoce. Test che analizzano il DNA fetale o esami come la villocentesi e l’amniocentesi che indagano i cromosomi del bambino danno certezza già prima della morfologica del sesso del bambino. Per chi però non si sottopone a questi esami facoltativi, la morfologica resta il momento in cui è possibile scoprire il sesso del bambino.
Nei video che seguono un approfondimento sulla scoperta del sesso del bambino.

Gravidanza: ecografia morfologica in 3d o in 4d

I nuovi strumenti diagnostici a disposizione dei centri o degli ambulatori più all’avanguardia permettono di effettuare ecografie in 3d e rendere ancora più visibile la morfologia del bambino e la corretta formazione degli organi.
Negli ultimi anni, addirittura, la tecnologia permette di effettuare ecografie in 4d mostrando a medici e genitori un bambino quasi come se fosse in presenza. Queste ecografie forniscono una visione tridimensionale e quadridimensionale del feto grazie all’uso di ultrasuoni: come per l’ecografia tradizionale, si tratta di una metodica sicura, priva di rischi o controindicazioni.
La qualità delle immagini dipendono spesso dalla posizione fetale e dalla presenza di tessuto adiposo nella parete addominale della madre, che può interferire con la trasmissione degli ultrasuoni.
La possibilità di studiare il feto con un’ecografia in 3d o in 4d facilita la diagnosi di eventuali malformazioni non solo del cordone ombelicale ma anche degli arti e di tutte le strutture oltre che del torace e degli organi interni. Inoltre, avere fotografie in 3d o fotografie in 4d del proprio bambino, rappresenta un ricordo unico che vale la pena conservare. Ma dove effettuare un’ecografia in 3d? La morfologica in 3d o in 4d è possibile solo nei centri dotati dei macchinari più all’avanguardia. Non tutte le strutture del sistema sanitario pubblico ne sono dotate.
Per questo molti genitori ricorrono agli studi privati: un’ecografia in 3d può costare tra i 100 e i 200 euro. Un’ecografia in 4d può costare anche 250 euro.
Nel video che segue, le differenze tra un’ecografia in 2d, un’ecografia in 3d e un’ecografia in 4d.

Leggi anche: Ecografia in 3D e 4D: tutto quello da sapere!

Ecografia morfologica: cosa fare in caso di malformazioni

L’ecografia morfologica è l’ecografia in cui si indagano e si studiano tutte le strutture del bambino, alla ricerca di eventuali malformazioni o anomalie.
Circa 1 bambino su 10 nasce con una malformazione, più o meno grave, ma solo 6 su 10 sono le malformazioni che si riescono a vedere con un’ecografia morfologica (se l’ecografia si effettua a 23 settimane; prima della 23ª settimana la scoperta di malformazioni si abbassa a 2 su 10).
La verità è che molte malformazioni non sono visibili con gli strumenti diagnostici attuali e si scoprono solo alla nascita. Una parte di queste malformazioni, inoltre, si sviluppano in un periodo gestazionale successivo alla morfologica per cui si scoprono verso la fine della gravidanza o al momento del parto.
In caso di anomalie, soprattutto se queste sono incompatibili con la vita, la legge dà diritto ai genitori di scegliere l’interruzione di gravidanza, il cosiddetto aborto terapeutico o aborto volontario.
Nel caso in cui i genitori decidono di proseguire la gravidanza, questa verrà considerata una gravidanza a rischio. Questa classificazione prevede un numero maggiore di visite e di ecografie per monitorare l’andamento della malformazione o della patologia e poter preparare al meglio l’equipe medica che assisterà il parto.
Alcune malformazioni individuate in gravidanza hanno un esito favorevole e si risolvono da sole nei primi mesi di vita del bambino.
Altre malformazioni possono essere corrette con un intervento chirurgico nelle prime settimane di vita del bambino e non portare a nessuna conseguenza in futuro: il bambino potrà condurre una vita normale.
Per quanto riguarda l’individuazione della sindrome di down, la morfologica non è l”esame corretto per indagarla. Il primo esame è il bitest o test combinato che va ad indagare una serie di parametri ottenuti dall’incrocio di un esame del sangue della mamma e della translucenza nucale. Anche in questo caso però, gli unici esami che possono confermare o meno con certezza la presenza della sindrome di down sono la villocentesi o l’amniocentesi. La morfologica potrà approfondire eventuali patologie o malformazioni legate agli organi ma non è sufficiente per diagnosticare la sindrome di down o altre anomalie cromosomiche.
Nei video che seguono un approfondimento sull’acido folico per prevenire le malformazioni e due video sugli esami di screening in gravidanza.

Leggi anche: Acido folico in gravidanza: quali sono i rischi di una carenza