Foto di un parto indotto

Parto naturale: tutto quello che c’è da sapere

Parto naturale, cosa c’è da sapere

Per parto naturale si intende un parto che avviene spontaneamente, per via vaginale, e senza l’utilizzo di strumenti medici o sostanze chimiche. Anche se il dolore può spaventare, ci sono molte ragioni per cui il parto naturale è meglio del parto cesareo, soprattutto dal punto di vista della sicurezza per mamma e per il bambino. Seguendo le direttive dell’OMS, oggi gli ospedali si impegnano per favorirlo. Come? Offrendo alla donna delle pratiche per controllare il dolore, come il parto naturale in acqua e rendendo disponibile la partoanalgesia.

Travaglio: la prima fase del parto

La fase iniziale del travaglio è detta fase prodromica, di preparazione, e i suoi sintomi possono variare da donna a donna. Possono passare anche molte ore prima dell’inizio travaglio vero e proprio. Può verificarsi la rottura del sacco amniotico, o la perdita del tappo mucoso, ma il sintomo più chiaro è la comparsa delle contrazioni, diverse da quelle preparatorie per frequenza ed intensità. Nella fase iniziale del travaglio si possono avvertire delle contrazioni distanziate tra loro, e la cervice inizia a dilatarsi. Con l’aumentare dell’intensità e della dolorosità delle contrazioni, la cervice di dilata fino a 4 cm. Questa fase è detta fase attiva. Nella fase di transizione la madre può sentire una forte pressione dovuta agli sforzi del bambino ed avvertire il bisogno di spingere. Quando la cervice è dilatata di 10 cm inizia la fase espulsiva, che si conclude con la nascita. Subito dopo, con il secondamento, si ha l’espulsione della placenta, una fase molto importante affinchè l’utero si ripulisca evitando infezioni.

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Foto travaglio parto naturale

Il parto naturale in video

Il parto è un momento complesso, ma anche il più emozionante per la nuova famiglia che si forma. Quello che vi mostriamo in video è il racconto di un’esperienza  di parto naturale vissuta in una casa maternità, e, oltre ad essere molto coinvolgente, rappresenta ciò che auguriamo a tutte le future mamme: accoglienza, intimità e raccoglimento. Nel filmato è mostrato anche il primo contatto del bambino con il papà.

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Parto naturale indotto: come funziona

In alcuni casi il personale medico può decidere di ricorrere al parto naturale indotto. È il caso in cui la gravidanza si protrae oltre il termine di 41 settimane e 5 giorni, oppure in cui c’è stata una rottura delle membrane, ed è necessario che il parto avvenga entro 24 per evitare infezioni. Si decide di indurre il parto anche in presenza di malattie pericolose per la mamma e per il feto, come il diabete gestazionale. In questi casi si utilizzano tecniche farmacologiche (bendarelle, palloncino, gel, ossitocina) o non farmacologiche (scollamento delle membrane, amnioressi). Le fasi del parto indotto sono le stesse di quello fisiologico con il travaglio, le contrazioni e la fase espulsiva.

Foto di un parto indotto

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Parto naturale meglio del cesareo? I vantaggi

Se la gravidanza non presenta problemi e tutto si sta svolgendo in modo fisiologico, il personale medico favorirà il parto naturale. Nel caso in cui, invece, insorgano complicazioni, sarà costretto a ricorrere ad un parto cesareo. Rispetto al cesareo, il parto naturale presenta numerosi vantaggi, sia per la donna, che per il bambino. Come prima cosa, una mamma che partorisce naturalmente ha dei tempi di recupero molto più rapidi ed è mediamente più agile nei movimenti. Il parto cesareo, invece, è un vero e proprio intervento, con le relative conseguenze sia dal punto di vista dell’anestesia, sia da quello delle complicanze. Partorire naturalmente, inoltre, da un lato diminuisce il rischio di infezioni per la madre, e dall’altra permette al neonato di entrare in contatto con dei batteri “buoni”, utilissimi per sviluppare le difese immunitarie. Dal punto di vista del bambino, il parto naturale è da preferire, in quanto la compressione dei polmoni elimina il liquido di cui sono intrisi. Sembra anche che questo favorisca l’allattamento al seno, grazie al contatto pelle a pelle fin dai primi attimi di vita, momenti in cui il bambino mette in pratica l’istinto alla suzione.

Foto bambino parto naturale

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Parto naturale: svantaggi rispetto al cesareo

Gli svantaggi del parto naturale sono connessi soprattutto al dolore, che, invece, non c’è nel caso del parto cesareo (se non nella fase successiva all’intervento). Un altro aspetto che preoccupa la donna è la possibilità di riportare lacerazioni o la necessità di eseguire l’episiotomia, l’incisione del perineo, oppure altre manovre mediche. Si parla in questo caso di parto operativo. Oppure, può spaventare il rischio di sviluppare una situazione di incontinenza successiva al parto. Lo svantaggio di un parto naturale può essere l’insorgenza di complicazioni legate alla durata del parto stesso. In caso di sofferenza fetale, però, il personale medico è pronto ad eseguire interventi d’urgenza. Una madre che partorisce con parto cesareo non è meno madre, ma è certo che dal punto di vista della sicurezza il parto naturale è sempre da preferire al parto cesareo. Anche le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità vanno in questo senso, spronando gli operatori a lasciare più tempo all’evoluzione spontanea del travaglio prima di intervenire chirurgicamente.

Foto parto naturale coppia

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Parto naturale dopo un cesareo

In passato, se in occasione del primo parto la donna aveva sperimentato un parto cesareo, alla seconda gravidanza non aveva scelta, doveva ricorrere ad un altro intervento. Questo era giustificato dal fatto che, dopo un cesareo, l’utero si cicatrizza e, nel caso di un travaglio, può rompersi e danneggiarsi. Ma la tendenza attuale a preferire un parto naturale ha fatto nascere nuove opportunità per le donne, in particolare per quelle che affrontano una seconda gravidanza dopo almeno due anni da un intervento. Oggi il parto vaginale dopo il cesareo, o VBAC, è possibile in circa la metà dei casi, ma di volta in volta è necessario effettuare una valutazione. Anche se nell’80% dei casi la donna riesce a partorire naturalmente, il risultato non è raggiungibile se la madre è in sovrappeso o in età avanzata, oppure se il bambino ha un peso stimato importante. Durante il VBAC, inoltre, non è possibile indurre il travaglio a causa di una ridotta resistenza dell’utero cicatrizzato.

Foto parto cesareo cicatrice

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Parto naturale in acqua: quali benefici comporta

Il dolore è una componente del parto che preoccupa tutte le future mamme. Per rispondere a questa paura sono nate molte pratiche per controllare il dolore in modo naturale, e, tra queste, c’è anche il parto naturale in acqua chesi propone di alleviare i fastidi del travaglio senza il ricorso ad un anestetico, sfruttando il potere rilassante dell’acqua calda. Se la struttura offre questa possibilità, la futura mamma non presenta infezioni e ha scelto di optare per il parto in acqua, in sala parto sarà messa a disposizione una vasca di acqua calda, nella quale la gestante potrà entrare sia nella fase del travaglio che nella fase espulsiva. La donna potrà entrare e uscire dalla vasca secondo le proprie necessità, salva contraria indicazione del medico.

Foto parto in acqua

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Prepararsi al parto naturale

L’idea del dolore spaventa tutte le donne, ma il modo migliore per prepararsi al parto naturale è informarsi sulle sue dinamiche principali: come riconoscere i sintomi del travaglio, o le principali manovre che potrebbero essere eseguite. Conoscere più da vicino la fisiologia del parto, le procedure, e le prime cure base per il neonato renderà la futura mamma meno ansiosa, e più consapevole durante questo delicato periodo. Sono numerosi i percorsi di accompagnamento alla nascita messi a disposizione sia dal sistema sanitario sia da enti privati. Frequentare questi incontri sarà un modo positivo per prepararsi, anche come coppia, ad accogliere la nuova vita in arrivo.

Foto prepararsi al parto

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