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Seno: quando lo sviluppo della ghiandola mammaria è completo?

Ghiandola mammaria: cos’è?

La ghiandola mammaria femminile, a differenza di quella maschile, cresce fisiologicamente durante la pubertà. I dotti galattofori si allungano, si ramificano e formano un seno sempre più completo. La ghiandola mammaria è soggetta a varie modificazioni nel tempo, ma raggiunge la sua totale maturazione con la gravidanza e successivamente con l’allattamento al seno. Sotto lo stimolo indotto dalla produzione ormonale di estrogeni e progesterone, si assiste allo sviluppo morfologico e funzionale della mammella. Dopo la menopausa, quando viene a mancare la regolare attività delle ovaie, si evidenziano inevitabilmente dei fenomeni di regressione che interessano anche il seno.

ghiandola mammaria

Seno: scopri di più

La mammella è una ghiandola esocrina il cui prodotto finale è il latte. La secrezione lattea avviene grazie allo stimolo messo in atto durante la suzione. Quest’ultimo innesca un processo neuroendocrino perfetto, che coinvolge ossitocina e prolattina in prima linea, e che garantisce la continua e costante produzione di latte materno. La ghiandola mammaria è costituita da un apparato di dotti e lobi (dove i dotti periferici e gli acini rappresentano unità funzionale della mammella) e dal sistema dei dotti galattofori, che permettono la fuoriuscita del latte all’esterno attraverso i pori lattiferi del capezzolo, sotto lo stimolo della suzione attuata dal neonato.

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seno

Allattamento al seno

La ghiandola è suddivisa in vari lobi, circa 15-20 per mammella, in ognuno dei quali si replica la medesima struttura. Ogni lobo contiene un certo numero di lobuli, nei quali avviene la produzione di latte. Il latte prodotto viene poi convogliato, attraverso la rete dei dotti galattofori, fino al capezzolo e rimane nel seno finché non ne viene stimolata l’eiezione.Tutte queste strutture sono internamente rivestite da cellule epiteliali dotate di attività secretoria. Esse sono, inoltre, protette e sostenute da tessuto connettivo e adiposo. A partire dalla comparsa della prima mestruazione, un graduale sviluppo coinvolge tutto il tessuto mammario.

L’azione ormonale regolata dall’ipofisi è responsabile dei vari cambiamenti morfologici e funzionali che interessano la ghiandola mammaria. Gli estrogeni favoriscono la proliferazione delle cellule e  la formazione dei nuovi vasi sanguigni. Inoltre, l’azione degli estrogeni è responsabile dell’aumento di volume mammario durante la mestruazione. Il progesterone viene, invece, prodotto dalle ovaie dopo l’ovulazione. Il suo ruolo è quello di favorire la crescita e la funzionalità degli acini, in vista di una futura produzione di latte. Precisiamo, inoltre, che l’attività di estrogeni e progesterone dipende anche dall’azione integrata con altri ormoni, come ad esempio gli ormoni tiroidei, surrenalici e l’insulina.

allattamento al seno

Latte materno

Il seno è responsabile della produzione del latte, ovvero una risorsa molto importante per i neonati. Non solo per i neonati, il latte materno contribuisce anche al benessere della mamma e dell’intero nucleo familiare. Non si tratta solo di una fonte di nutrimento perfetta per i neonati, bensì anche di fattori immunitari, prevenzione verso numerose patologie, tranquillità, benessere, protezione e consolazione. Nel corso della gravidanza, come detto, lo sviluppo della ghiandola mammaria si avvicina al completamento, che arriva con la vera e propria produzione del latte.

Il secreto della ghiandola mammaria, nei primi giorni subito dopo il parto è il colostro. Parliamo di una sostanza amarognola, povera di grassi e particolarmente ricca di proteine e immunoglobuline, principalmente IgA. Successivamente, con la montata lattea, si assiste alla secrezione del latte vero e proprio. Senz’altro un nutrimento più energetico, la cui composizione si adatta ai bisogni nutrizionali del neonato e ai vari momenti della giornata.

latte materno

Seno in gravidanza: quali cambiamenti avvengono?

Solo durante la gestazione il tessuto mammario comincia ad attivarsi, e dall’esterno si nota infatti una maggiore tensione mammaria, un seno gonfio con l’aumento della pigmentazione dell’areola. Questo aumento di volume può essere correlato anche alla sensazione di male al seno. L’incremento di vascolarizzazione e innervazione del tessuto è responsabile della maggiore sensibilità avvertita sul seno. Con l’inizio dell’allattamento al seno si ha percezione della completa funzionalità della ghiandola mammaria.

Quest’ultima, ormai completamente formata e attiva nella produzione del latte perché sollecitata dalla suzione, non perderà tale funzionalità una volta terminato l’allattamento. Basterà sollecitare nuovamente, per mezzo della suzione, l’areola per ottenere nuovamente una produzione di latte. Considerando che la ghiandola ha raggiunto la sua completa maturazione, sarà sempre in grado di svolgere il proprio ruolo se sollecitata. Come la storia ci insegna, in passato, i neonati di mamme che non potevano allattare in quanto era elevata la morbilità e la mortalità materna, venivano nutriti da altre donne che avevano altri figli. I bambini di famiglie nobili, ad esempio, venivano allattati dalle balie che li accudivano e sviluppavano con loro quel legame materno e quell’intimità di cui è responsabile l’allattamento al seno.

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seno in gravidanza

Ad ogni modo, con l’inizio della menopausa, l’attività ormonale cessa con conseguente atrofia della ghiandola mammaria e aumento del tessuto adiposo. Il numero dei lobuli diminuisce e si riducono di dimensioni. Questo calo ormonale è legato spesso a un calo umorale oltre che ad un cambiamento fisico. I tessuti perdono di elasticità e il seno deve essere tenuto sotto controllo una volta terminata l’attività ormonale. Indipendentemente dal fatto che si tratti di un seno piccolo o di un seno grande, la mammella ha la medesima funzione. Di conseguenza anche la sintomatologia di una ghiandola mammaria infiammata o della presenza di neoformazioni che possono lasciare intendere il rischio di tumore al seno, non cambia.

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