allattamento al seno

Latte materno: come aumentarne la produzione

Latte materno: come produrne a sufficienza?

Il latte materno rappresenta per il bambino la miglior fonte di nutrimento, idratazione, protezione, affetto e consolazione. Anche per la mamma, allattare al seno, rappresenta un notevole vantaggio. Perché, allora, molte donne sono indotte ad abbandonarlo? Salvo i rari casi in cui è indicata una simile scelta, nella maggior parte delle situazioni si decide in base a false credenze. Tra queste, la più popolare, consiste nel non avere latte a sufficienza per nutrire il proprio bambino.

latte materno

Partiamo dal presupposto che è la regolarità e la correttezza con cui si susseguono le poppate a creare la quantità e la composizione di latte giusta a soddisfare le esigenze di ogni singolo bambino. Tale composizione varia in base all’età del bambino, ai momenti della giornata e nel corso della poppata stessa. Uguale è la logica di cambiamento che riguarda i tempi delle poppate.

Il latte: una risorsa da non sottovalutare

I numerosi vantaggi per mamma e figlio comprendono tutta una serie di benefici a lungo termine. Ad esempio, una donna che allatta al seno il proprio bambino avrà una fisiologica protezione da forti calidell’umore, emorragia del post-parto, tumore al seno, diabete, malattie cardiovascolari e una più rapida ripresa della forma fisica.

il latte

Composizione del latte materno

Aumentare la frequenza e la durata delle poppate è la prima vera soluzione per incrementare la produzione di latte. Non bisogna saltare le poppate pensando di arrivare la sera con più latte. A tale scopo è importante anche conoscere la fisiologia della produzione del latte, per vivere con consapevolezza e con la giusta serenità l’allattamento. Tranne rari casi, tutte le donne possono soddisfare la richiesta di latte del proprio bambino. La composizione dello stesso varia in base alle esigenze nutrizionali e di crescita del singolo neonato e non esiste un latte “non buono” a tale scopo!

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Come aumentare il latte materno?

Il metodo più efficace è quello di aumentare le poppate, in durata e numero delle stesse, rispettando la richiesta del piccolo. Sottolineato anche in uno dei 10 passi indicati dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) nell’ambito del Progetto Ospedale Amico del Bambino. Questo progetto raccomanda di “incoraggiare l’allattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento”. Il seno è una ghiandola strutturata in maniera perfetta. Essa produce tanto latte quanto ne viene richiesto attraverso la suzione praticata dal bambino. Si regola su un meccanismo neuro-endocrino che vede come protagonisti gli ormoni ossitocina e prolattina.

come aumentare il latte materno

La prolattina agisce sulle cellule dell’alveolo mammario attivando la produzione del latte, mentre l’ossitocina “spreme” gli alveoli conducendo il latte attraverso i dotti galattofori, fino al capezzolo. La secrezione di queti due ormoni da parte dell’ipofisi è regolata dalla stimolazione operata dal bambino. Ecco perchè la produzione del latte si adegua sempre alla richiesta del bambino. Per soddisfare la sua richiesta, basta attaccarlo tutte le volte che lo desidera, soprattutto nei primi tempi, per tutto il tempo che necessita, senza cronometrare nulla. Ogni bambino ha i suoi tempi e le sue specifiche esigenze, non ci si può adattare a tempi prestabiliti.

Aumentare il latte materno: come?

Certamente è sbagliato saltare le poppate nel tentativo di aver più latte nelle ore serali. La maggior produzione del latte avviene proprio durante la suzione ed evitarlo sarebbe controproducente. Inoltre, in questo modo il latte si accumula provocando ristagno e possibile ingorgo mammario, e con esso anche una sostanza denominata FIL, cioè Fattore di Inibizione della Lattazione. Quest’ultimo invia al Sistema Nervoso Centrale il segnale di rallentare la velocità di sintesi del latte.

aumentare il latte materno

Quando invece il seno viene svuotato, viene rimosso anche il FIL e al SNC arriva il segnale di produrre altro nutrimento per il bambino della quantità giusta richiesta dal bambino nella poppata. Ribadiamo che per produrre il latte è sufficiente allattare il bambino quando lo richiede, è più semplice di quanto credi!

Produzione del latte materno: scopri quali cambiamenti induce

Molte mamme notano che, dopo le prime settimane, in cui il seno appariva più pieno, col tempo diventa più morbido, fino a sembrare quasi svuotato. Si lasciano così prendere dallo sconforto, si sentono inadeguate e credono di non avere abbastanza latte. Questa insicurezza nasce dalla mancanza di una buona informazione. Nei primi 40 giorni, abbiamo la cosiddetta fase della calibrazione, in cui mamma e bambino si conoscono e creano un loro equilibrio e una loro sintonia. In questa fase il bambino impara a richiedere il latte, per lui essenziale, e l’organismo materno impara a rispondere alle sue richieste fino a che si crea un equilibrio tra domanda ed offerta. Il seno diventa quindi più morbido creando l’illusione di uno svuotamento rispetto al periodo appena trascorso. Questo è il motivo di tale cambiamento che preoccupa molte mamme.

La preoccupazione insorge soprattutto la sera, quando il bambino si lamenta più assiduamente e il seno sembra più sgonfio. Si crede dunque di non avere abbastanza latte e si rischia di cadere nel circolo vizioso dell’aggiunta di latte artificiale. In realtà c’è una logica anche in questo: il bambino la mattina tende a fare poppate a distanza più prolungata, la sera fa le cosiddette “poppate a grappolo” (brevi e più numerose), e richiede il seno poco e spesso. Questo atteggiamento è dato da una differente e fisiologica composizione del latte e anche dal fatto che la poppata garantisce al piccolo la consolazione prima di dormire.

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Latte materno poco nutriente

Si sbaglia a credere che “la sera non c’è latte” e che bisogna integrare con il latte artificiale. La ghiandola mammaria funziona h24, quindi se il bambino poppa regolarmente e quando ne ha bisogno, il latte viene prodotto sempre e la produzionesi adatta alle sue necessità. Inoltre, è proprio l’integrazione stessa con il latte artificiale ad indurre una diminuzione della produzione di quello materno. Se un bambino cerca il seno tante volte al giorno, erroneamente si attribuisce questo ad una scarsità di latte. Ricorda che i motivi per cui un bambino cerca il seno materno sono davvero tanti e non si limitano solo al nutrimento.

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Un importante aspetto che deve essere considerato è che durante il loro sviluppo, i bambini attraversano dei momenti particolarmente delicati durante i quali compiono dei veri e propri “scatti di crescita”. Essi avvengono dal punto di vista motorio, cognitivo ed emotivo, e sono definiti touchpoint. In queste fasi il bambino è più irrequieto, e come ogni individuo, che nei momenti di disorientamento si attacca alle sue figure di riferimento per averne rassicurazione. Ecco perché il bambino potrebbe richiedere il seno materno più spesso, per placarsi, sentirsi protetto, accudito e coccolato.

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Allattare al seno: lo fai correttamente?

Per la buona riuscita dell’allattamento al seno è fondamentale verificare posizione, attacco e suzione. Se tutto ciò è corretto, il bambino dà la giusta stimolazione alla ghiandola mammaria, svuota bene il seno ed invia l’impulso a produrre più latte. La posizione che la mamma deve assumere le deve risultare comoda: coricata, seduta su una poltrona comoda, con dei cuscini che sostengono schiena. Inoltre, braccio e bambino allineati, in modo che l’avambraccio accolga il piccolo, facendo poggiare la testa ma rendendola libera di muoversi se il piccolo è scomodo. Le gambe devono essere rilassate e ben poggiate: la poppata può richiedere del tempo e bisogna sentirsi comode. Il bambino deve essere con la testa in asse con schiena e sederino, comodo e non forzato nella posizione. Importante è che sia rivolto con la pancia verso la pancia della sua mamma, e non verso l’alto.

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Non bisogna dargli acqua quando l’allattamento è esclusivo, anche perché trova tutta l’acqua necessaria a dissetarsi nel latte di mamma. Per questo durante l’allattamento esclusivo non bisogna somministrare alcun altro liquido, neanche in giornate molto calde. Offrire il biberon potrebbe dare al bambino una finta parvenza di sazietà e allungare i tempi tra una poppata e l’altra, con l’unico risultato di far diminuire la produzione del latte. Senza considerare che tra capezzolo e biberon il neonato potrebbe finire col preferire la modalità di suzione meno faticosa: il biberon.

allattare al seno

Allattare: riduci lo stress!

Più calma e meno stress aiutano l’eiezione del latte, è si evita così un altro circolo vizioso. Se la mamma è agitata, il bambino lo avverte e si sente insicuro, piange e tende ad attaccarsi ancor di più a lei per tranquillizzarsi, con il rischio di creare ulteriore stress alla sua mamma, che nel dubbio può attribuire il pianto alla carenza di latte. Alla base della produzione del latte c’è un equilibrio ormonale molto delicato, che viene alterato se la mamma si sente stressata, ansiosa stanca o insicura. In queste circostanze viene inibita la produzione di ossitocina e di conseguenza si riduce anche l’eiezione del latte. Dunque è importante che la mamma sia tranquilla e rilassata, e che ci la circonda si occupi di questo.

Se si hanno dubbi è bene rivolgersi a qualcuno che sia competente, un’ostetrica che possa realmente verificare l’origine del problema, farlo comprendere alla mamma e aiutarla a risolverlo. Per capire se il bimbo sta bene ed è correttamente nutrito basta valutare che abbia una pelle idratata, che sporchi almeno sei pannolini al giorno, e che cresca adeguatamente. Inutile eseguire la doppia pesata: la quantità di latte ingerito in una poppata può essere diversa da quella ingerita in un’altra. L’allattamento al seno è importante quanto naturale, segui il tuo istinto e i consigli della tua ostetrica, e tutto sarà più semplice!