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Rimproveri ai figli: 10 cose che si imparano quando si smette

È giusto rimproverare i figli?

Quando si diventa genitori si deve imparare a relazionarsi con i figli, fragili, vulnerabili e dal carattere estremamente particolare. Ecco perché in molti preferiscono non rimproverarlo, appunto per evitare eventuali reazioni esagerate. Altri, invece, ritengono che sia estremamente importante far notare ai figli cosa si sbaglia e cosa bisogna non ripetere. Ma è giusto o no rimproverare i piccoli di casa?

Perché rimproverare i figli

Sgridare quando è giusto e con i dovuti modi i propri figli è assolutamente giusto. Lo diceva al tempo Maria Montessori, lo insegnano ancora oggi le pedagogiste. I più piccoli devono capire di aver sbagliato, devono riflettere sul proprio errore evitando così di ripeterlo in futuro. Ovviamente bisogna considerare la gravità dello sbaglio, e rimproverare di conseguenza: tendete comunque a non sminuire mai il bambino!

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Quando smettere di rimproverarli

Se è vero che non si finisce mai di imparare (e di sbagliare!), è altresì vero che, quando si smette di sgridare i propri figli, si imparano molte cose. Lo conferma una mamma blogger, che sul sito The Orange Rhino ha stilato almeno dieci vantaggi nel non rimproverare più i propri bambini. Tutto è nato la scorsa estate, quando la donna, mentre cercava di capire perché urlava così tanto con i suoi piccoli, si è ritrovata a navigare in Internet. Dopodiché la blogger, autrice per Huffington Post, si sarebbe imbattuta in una citazione che l’avrebbe colpita a tal punto da riflettere sulle sue azioni:

Diamo agli altri ciò che sentiamo dentro

E dal quel momento è partita la sua riflessione. Vediamo dunque cosa si impara, secondo la donna, quando si smette di inveire contro i figli.

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Maggiore serenità in famiglia

Innanzitutto, inutile anche a dirlo, urlare di meno e vivere in serenità contribuisce ad accrescere il benessere e la felicità in famiglia: rapporti distesi, pochi conflitti e tanto dialogo sono le armi segrete per una vita all’insegna della tranquillità, soprattutto dentro le mura di casa.

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I figli ci osservano e ci imitano

Dobbiamo ricordarci sempre che i figli sono i nostri primi spettatori e che, inevitabilmente, imiteranno i nostri comportamenti prendendoci come modello di riferimento. Ecco perché vedere inveire ed urlare sempre contribuirà ad accrescere un sentimento d’ira anche nei più piccoli. I bambini sono il nostro pubblico, ed è a loro che dobbiamo dare l’esempio.

I bambini meritano rispetto come gli adulti

Spesso, quando si rimproverano i piccoli, ci si dimentica che loro sono esseri umani come noi anche se con qualche anno di meno. La tenera età dei nostri figli e la loro incapacità di reagire o, se molto piccoli, addirittura di capire ci permettono di urlare ed inveire talvolta in modo esasperato. Mai dimenticare che loro sono persone, e come tali meritano rispetto.

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Urlare non serve a niente

Un’altra importante conclusione a cui è giunta la donna, è che tenere un tono di voce alto ed urlare non serve assolutamente a nulla, anzi! Le urla rendono il concetto più difficile da capire e la situazione ancora più caotica. Se vogliamo che i nostri figli ci ascoltino e capiscano realmente in cosa hanno sbagliato, è necessario arrivare al fulcro del discorso evitando giri di parole e strilli che possano sviare.

Usare sempre la parola almeno: il motivo

La donna consiglia anche di utilizzare sempre la parola almeno prima del rimprovero. Ecco un esempio:

Ti sei sporcato tutto! Almeno non era olio…

Il motivo dell’utilizzo di questa parola sta nel fatto che, secondo la blogger, riuscirebbe a smorzare il tono del rimprovero, facendo capire al figlio che ha sbagliato, senza però sminuirlo.

Spesso si urla per sfogo

Spesso le urla che rivolgiamo ai nostri figli fungono da sfogo allo stress e alla stanchezza che abbiamo dentro. La blogger ammette di aver capito che alle volte sentiva l’esigenza di urlare contro i figli perché assuefatta dagli impegni o perché aveva litigato col in marito. Delle volte, addirittura, riversava sui bambini di casa il nervosismo dovuto al ciclo mestruale.

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Avere più cura di sé

Perdere meno tempo in inutili rimproveri e prendersi più cura di sé. Questa è la conclusione a cui è giunta la donna quando ha smesso di urlare e rimproverare i figli. Ha cominciato, dice, ad andare a letto prima, a darsi in qualche caso la priorità, a dedicarsi alla cura del corpo e soprattutto ad ammettere il fatto di non poter essere perfetti. Questo l’ha resa più amorevole, rilassata e più felice.

Gestire le reazioni

Quando non si inveisce contro i figli, si impara a gestire le reazioni. Ecco perché secondo la donna, quando siete arrabbiate e vorreste urlare, sfogatevi da sole, allontanatevi, respirate a lungo e controllatevi. Un buon esercizio per acquistare lucidità e per confrontarsi con il piccolo con un approccio diverso da quello precedente.

Si perdono momenti indimenticabili

Urlare può far perdere momenti unici. Lo sa bene la donna, che ricorda di quando si accorse del figlio sveglio, di notte, mentre girovagava per casa. A quel punto, invece di rimproverarlo, scelse di rimetterlo a letto sotto le coperte: in cambio ricevette un “Mamma, ti amerò per sempre”.

Ora, se ci ripenso, mi vengono ancora le lacrime agli occhi. Posso garantire che se avessi urlato “vai a letto”, non avrei mai ricevuto una dichiarazione così dolce e importante”

ha ammesso la blogger.

Non urlare rende tutti più sereni

La donna conclude dicendo che ora che ha smesso di urlare, va a dormire senza più sensi di colpa: sa che i suoi figli sono tranquilli e felici, e sa di aver contribuito alla serenità familiare evitando inutili rimproveri. Ha inoltre imparato a gestire i problemi in maniera più razionale, ricevendo in cambio affetto e dialogo da parte dei suoi bambini.

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