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I disturbi del sonno diminuiscono con lo svezzamento: ecco come

Svezzamento e sonno: ecco come sono collegati

Uno dei più grandi problemi a cui deve far fronte una mamma, è il sonno del bambino. Mettere a letto proprio figlio è già un’impresa ardua di per se: figuriamoci quando il riposo del piccolo viene costantemente interrotto da suoni, rumori e tutto ciò che potrebbe agitarli. Come fare allora? Secondo molti studi, i disturbi del sonno del bambini diminuiscono notevolmente grazie alla fase dello svezzamento, che si configura così come un’importante “alleato” delle mamme.

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L’importanza del sonno notturno

Innanzitutto, bisogna ancora una volta ribadire l’importanza del sonno notturno. Paolo Curatolo, neuropsichiatra infantile dell’Università di Tor Vergata, ha sottolineato il fatto che il riposo è un processo fisiologico fondamentale, soprattutto nel bambino che è in una fase di crescita. Sì anche al sonno pomeridiano che però non deve essere troppo prolungato perché altrimenti rischierebbe di andare a sostituire quello notturno.

Disturbi del sonno: quando preoccuparsi

Sono ormai lontani i tempi in cui i bambini andavano a dormire alle 9 di sera. Oggigiorno, l’abitudine di mettersi a letto sempre allo stesso orario è ormai persa. Ben un terzo degli infanti soffrono infatti di disturbi del sonno, probabilmente anche perché si è andata a perdere l’usanza di accompagnarli al sonno con canzoni e filastrocche, a favore di cellulari e tablet.

L’esperto spiega anche che il sonno è un momento importantissimo, perché è quella fae in cui il cervello impara, consolida la sua memoria, si prepara a nuovi apprendimenti ed inizia a svolgere le sue associazioni cognitive. La perdita di una sola ora del sonno notturno può determinare sbalzi d’umore nel piccolo, rendendolo irritabile, ma anche un notevole calo dell’apprendimento scolastico. Ecco perché quando vostro figlio si presenta particolarmente agitato e frenetico, non ne sottovalutate le cause.

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Svezzamento e sonno: ecco come sono collegati

Appurata l’importanza del sonno notturno, come fare affinché il piccolo possa mettersi a letto in modo sereno e continuo? L’alimentazione, in questa circostanza, gioca un ruolo chiave. Un recente studio pubblicato sul Jama Pediatrics, infatti, ha evidenziato che l’introduzione di cibi solidi già a partire dai 3 mesi migliora il sonno notturno dei bambini, aumentando così anche il benessere della coppia.

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Gli infanti che erano stati svezzati dalle loro mamme prima dei sei mesi di vita, dormivano meglio e più a lungo, avendo meno difficoltà nel prendere sonno e riposando più tranquillamente. In particolar modo, i bambini che avevano assunto cibo solido prima dei sei mesi dormivano in media due ore in più a settimana. Svezzamento e sonno, dunque, sono direttamente proporzionali.

Svezzamento: a che età iniziare

Quando iniziare lo svezzamento? La suddetta ricerca ci ha spiegato che far assumere cibi solidi ai propri figli entro i sei mesi di vita fa bene perché migliora il sonno del piccolo. C’è un periodo di tempo ben preciso entro il quale iniziare lo svezzamento? Sì: l’inizio di questa fase generalmente varia dalla fine del quarto mese all’inizio del sesto, anche perché il neonato prima di questa età non è ancora in grado di assimilare cibi solidi, che potrebbero risultargli indigenti se non addirittura dannosi.

Svezzamento: gli errori da non fare

Il prof. Giuseppe Morino, Direttore dell’Unità di Educazione Alimentare dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ricorda che lo svezzamento è quel momento in cui il bambino inizia a cibarsi di alimenti solidi: il latte materno, che è fino ai sei mesi di vita il cibo ideale, inizia a diventare insufficiente al piccolo, nella cui dieta deve essere aggiunto qualcosa di complementare.

cosa mangiare la sera

Quali sono gli errori da non commettere? Il consiglio è quello di cominciare con la pappa ed il brodo di verdure, cominciando precocemente a differenziarle. Questo permette al piccolo di sperimentare prima il rapporto con il cibo e pietanze di vita, arrivando al secondo anno di vita con la capacità di distinguere ed apprezzare gusti diversi. Attenzione anche al sale, che non dovrebbe essere aggiunto nemmeno al secondo anno di vita del bambino.

Svezzamento prima dei sei mesi: giusto o sbagliato?

Tuttavia, c’è chi ritiene che lo svezzamento prima dei sei mesi sia sbagliato. A darne l’allarme è stata, tempo fa, la Regione Emilia Romagna, che ha voluto rendere noti i danni che potrebbe correre il bambino se inizia a cibarsi di cibi solidi prima dei mesi.

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Secondo la Regione, andrebbe a formarsi un bambino non pronto al quale si toglierebbe una quota di latte ancora importante in questo periodo della sua vita. Inoltre il periodo che va dai 4 ai 6 mesi di vita del bambino è considerato un periodo “di prova” in cui poter iniziare solo a “sperimentare” lo svezzamento.