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Cosa fare se il bambino non mangia

Cosa fare se il bambino non mangia?

Tra le principali preoccupazioni e ansie di una mamma è risaputo quanto sia presente quella riservata all’alimentazione del proprio bambino. In genere, le prime difficoltà si manifestano dopo lo svezzamento, e successivamente più capitare spesso nel periodo tra i 2 e i 3 anni di età del piccolo. Ma come mai fa tante storie per mangiare? Molte mamme preoccupate etichettano tale rifiuto come un mero capriccio. In realtà non si tratta affatto di un capriccio. Spesso tali rifiuti coincidono con una fase della crescita, che dura fino a circa tre anni.

Terrible two

Questa fase è definta in America come i “terrible two’s” (i terribili due anni). Un bambino a due anni cambia il proprio comportamento, quasi tutte le mamme riconoscono un periodo dei “NO”, che i bambini attraversano tra i 18 mesi e i 3 anni, e che di solito dura pochi mesi. I bambini diventano testardi e “capricciosi”, dicono di no a qualsiasi proposta, anche quando la gradiscono.

Cercano di sfidare gli adulti e certe volte si lasciano andare a crisi “isteriche” o a pianti inconsolabili. Genitori non disperate, spesso è un percorso obbligato verso l’indipendenza, ed è quindi un periodo molto positivo nonostante non lo possa sembrare. Occorre ricordare che è un periodo normale, per evitare di sentirsi dei cattivi genitori. Nasce, come detto, da un desiderio di indipendenza.

A questa età i bambini capiscono di essere delle persone a sè rispetto alla mamma, e quindi ricercano la propria personalità, costruiscono la propria identità affermandola attraverso l’opposizione. Spesso desiderano di essere indipendenti, cercano di fare da soli, e se non ci riescono, ciò provoca in loro un pò di nervosismo.

Spesso non sanno esprimere i loro bisogni, perché non conoscono ancora le parole giuste per farlo. E quando non vengono compresi si arrabbiano. Trattandosi di un processo di distacco dalla madre verso una sempre maggiore autonomia, i genitori non dovrebbero considerarlo come un capriccio ma affrontarlo con comprensione.

cosa fare se il bambino non mangia

Il bambino non mangia

Fondamentale è che l’alimentazione sia inserita nel contesto della relazione tra bimbo e adulto. Mamma e papà dovrebbero comprendere e rispondere ai bisogni del bambino nel migliore modo possibile. Ad esempio, nel periodo dello svezzamento, il piccolo è incline ad assaggiare e scoprire sapori diversi.

Per questo è preferibile non forzarlo e lasciarlo esplorare a modo suo, proponendogli diversi alimenti e individuando il modo per farglieli gustare meglio. Capirà pian piano se ha fame e che mamma e papà lo ritengono più autonomo. Se non vuole provare un alimento nuovo, non bisogna insistere ma poi riprovarci in un secondo momento.

È bene invitare il piccolo a scoprire gusti diversi, preparando varie pietanze e curando molto il loro aspetto. Un bambino fa molto caso all’aspetto invitante o meno che ha un piatto. Inoltre, le abitudini alimentari dipendono, in grande misura, da quello che il bimbo percepisce e vede intorno a sè.

I genitori devono, in qualche modo, dare l’esempio, perché nei primi anni di vita, il bimbo impara soprattutto per imitazione. Anche un semplice apprezzamento che il genitore dimostra mangando, ad esempio le verdure, influisce sulla propensione del figlio ad assaggiarle.

come svezzare un neonato

Cosa fare

Dunque non bisogna allarmarsi e forzarlo a mangiare qualora rifiuta il cibo: basta comprenderlo e comportarsi di conseguenza. Piuttosto sarebbe opportuno preoccuparsi per la questione opposta. Non è un bene per la salute che il bimbo si ingozzi! La cosa migliore è lasciarlo libero di esprimersi, di imparare ad autoregolarsi.

Le pressioni dell’adulto possono bloccare questo normale processo di autonomia e riconoscimento del sé. Il pasto deve essere un momento piacevole, tranquillo per tutta la famiglia, anche quando il bimbo è piccolo. Potrebbe sembrare un aspetto marginale, ma invece è molto importante!


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Mangiare tutti insieme a tavola, senza fretta, in un’atmosfera serena e tranquilla, aiuta il bimbo a sviluppare un rapporto sereno con il cibo. Sali minerali, vitamine, e fibre non possono mancare in una sana e completa alimentazione. Ecco perché la pazienza e la comprensione rappresentano l’unica arma per introdurre determinati alimenti nella dieta del proprio bambino.

Il bambino ha bisogno di un costante apporto energetico, più ricco a inizio e a metà giornata. Di conseguenza, il cibo deve essere diviso in cinque momenti durante la giornata, e l’alimentazione deve variare. Bisogna prediligere alimenti freschi di stagione e cotture semplici, evitando l’uso eccessivo di zucchero e sale.