Bambini e pc, tablet e smartphone la differenza la fa la qualità del tempo

Quante ore i bambini devono stare davanti a pc, cellulari e tablet

Trascorrere troppo tempo davanti lo schermo di un pc, di un tablet o smartphone fa male agli adulti, figuriamoci ai bambini. Ormai tutte le informazioni al giorno d’oggi sono digitali e sono sempre di più i genitori preoccupati dello stretto rapporto che le nuove generazioni hanno instaurato con questi strumenti tecnologici.

Appurato che per il benessere dei bambini è bene tenerli a distanza da questi dispositivi, secondo un recente studio forse i genitori di oggi sono troppo apprensivi al riguardo. La ricerca in questione è stata pubblicata sulla rivista scientifica Child Development ed è stata effettuata da un gruppo di ricercatori dell’Oxford Internet Institute e della Cardiff University.

Lo studio è stato effettuato su un campione di bambini americani tutti di età compresa tra i 2 ed i 5 anni. Il gruppo di ricercatori, guidati da Andrew Pryzbylski hanno monitorato un gruppo di bambini di età compresa tra i 2 ed i 5 anni, valutando nello specifico la relazione tra il loro benessere e l’utilizzo della tecnologia.

Lo studio

Nello specifico i ricercatori hanno sottoposto i genitori di questi bambini ad alcune interviste, circa 20 mila. I ricercatori sulla base di questi dati hanno analizzato diversi dati, tra i quali il benessere psicologico dei bambini in rapporto al loro attaccamento con i genitori, la curiosità, le emozioni e le capacità di recupero emotivo provate in un mese.

I risultati sono stati davvero molto interessanti. In questo arco di tempo, ovvero un mese, i ricercatori hanno evidenziato come il limitare l’utilizzo di questi dispositivi ai bambini da parte dei loro genitori, non sembra abbia costituito un beneficio assoluto.

Più nello specifico, i bambini che hanno utilizzato i dispositivi al massimo 2 ore al giorno, non hanno mostrato livelli di recupero emotivo più alti rispetto agli altri bambini che ne hanno fatto un maggior uso.

Come comportarsi, dunque?

Secondo Andrew Pryzbylki deve essere considerato il contesto familiare di ogni bambino e nello specifico puntare l’attenzione su quelle che sono le regole imposte dai genitori riguardo l’utilizzo dei dispositivi sopra citati. I ricercatori sostengono che qualora l’utilizzo di questi dispositivi da parte dei bambini sia condiviso con i genitori, non va assolutamente vietato.

I genitori, inoltre, non dovrebbero tanto puntualizzare le ore trascorse dal proprio figlio utilizzando i dispositivi, ma dovrebbero affiancarlo e stimolarlo. Questo diventerebbe quello che i ricercatori hanno definito un momento sociale, che agisce in modo positivo sul benessere sia fisico che psicologico del bambino.


Leggi anche: Bambini e tablet, che cos’è la sindrome da occhio secco


In ultimo, dunque, non è il tempo trascorso dai bambini davanti allo schermo a fare la differenza, quanto la qualità del tempo.