Tampone vaginale in gravidanza

Tampone vaginale in gravidanza

Il tampone vaginale in gravidanza viene eseguito routinariamente per la ricerca di un batterio, denominato Streptococco beta emolitico di gruppo B, che può risiedere nel tratto gastrointestinale o genitale della donna. Solitamente quest’ultima non manifesta alcun sintomo correlato alla presenza di questo germe nel proprio organismo; quest’ultimo tende infatti a mescolarsi alla flora saprofita di quelle specifiche aree del corpo ed è presente in circa il 10-20% delle donne.

Streptococco

Lo Streptococco b, sebbene non dia origine a particolari problematiche nelle donne portatrici, risulta essere particolarmente pericoloso per il neonato. In quest’ultimo può infatti generare patologie piuttosto gravi.

Streptococco agalactiae come si contrae? Lo streptococco agalactiae è il capostipite del gruppo B e, durante un parto naturale, il bambino deve attraversare il canale vaginale per poter venire al mondo. Ecco perchè, qualora la mamma sia portatrice di questo particolare batterio (che risiede nella vagina e nel retto), rischia di trasmetterlo al suo bambino.

Tampone vaginale

Al fine di prevenire la trasmissione materno-fetale del batterio durante il parto e quindi ridurre il conseguente rischio di sviluppo di patologie neonatali correlate allo streptococco vaginale, le Linee Guida della Gravidanza Fisiologica del 2011 (ultimo aggiornamento), raccomandano l’esecuzione di un tampone vagino rettale verso la fine della gravidanza, finalizzato alla ricerca del microrganismo, in modo da poter somministrare, in caso di positività al tampone, una terapia antibiotica preventiva durante il travaglio di parto e scongiurare un’eventuale trasmissione al bambino.

Streptococco sintomi

Come già precedentemente accennato, l’infezione da streptococco B decorre normalmente in maniera del tutto asintomatica nella donna portatrice. Nel neonato il batterio può invece determinare l’insorgenza di meningite, polmonite, infezione diffusa a tutto il corpo, artrite, osteomielite, ecc… fino alla morte. Ecco perchè è molto importante, nelle future mamme risultate positive per questo germe, somministrare una terapia antibiotica continua da inizio travaglio, ogni 4 ore, fino a espletamento del parto.

Streptococco beta emolitico

Lo streptococco beta emolitico di gruppo B, come detto precedentemente, può risiedere all’interno della flora batterica intestinale o vaginale della donna. Ad oggi non esistono antibiotici in grado di eliminare il batterio a livello dell’intestino, ma solo a livello vaginale; ecco perché, durante la gravidanza, non è mai possibile eliminare completamente l’infezione.

È però possibile effettuare una terapia preventiva durante il parto, al fine di eliminare temporaneamente il microrganismo a livello della vagina e preservare la salute del nascituro. Il tampone in gravidanza per la ricerca dello streptococco B deve essere eseguito a 36-37 settimane di età gestazionale.

Streptococco agalactiae

Nel caso d’infezione neonatale da streptococco agalactiae, il neonato può manifestare segnali come febbre, compromissioni respiratorie, colorito pallido o grigiastro, ecc… ed avere difficoltà nell’alimentazione. In questo caso il bambino verrà sottoposto ad una serie di accertamenti finalizzati ad inquadrare più precisamente la situazione clinica e ad un’immediata terapia antibiotica ad ampio spettro.

Streptococco in gravidanza

Il tampone per lo streptococco viene eseguito verso la fine della gravidanza, in quanto la colonizzazione da parte di questo batterio del tratto intestinale o genitale della donna può essere spesso transitorio o temporaneo; ecco perché il tampone vaginale e rettale, in questo caso, non deve mai essere eseguito a più di 5 settimane dal parto; se più vecchio, perde la sua utilità clinica.

Lo streptococco in gravidanza può essere rilevato anche tramite l’esame urine. Una rilevazione di questo genere rappresenta un segno d’importante colonizzazione materna e di aumentato rischio di infezione neonatale ed è pertanto un’indicazione al trattamento antibiotico durante il parto.

Streptococco beta emolitico gruppo a

Esistono varie tipologie di streptococco; oltre al tipo B, particolarmente importante nell’ambito della gravidanza, vi è anche quello appartenente al gruppo A. Il più comune è lo Streptococcuo Pyogenes, batterio che normalmente infetta le vie aeree.

Per esempio, se la donna si è rivolta al medico per una tonsillite o una faringite, è possibile che venga rilevata la presenza di questo streptococco in gola. In gravidanza, ma anche in al di fuori della stessa, questo tipo d’infezione può essere pertanto rilevata attraverso un comune tampone faringeo.

Come si prende lo streptococco di tipo A? Mediante semplice inalazione di microgoccioline di saliva infette; per esempio il contagio può avvenire attraverso starnuti o colpi di tosse.

tampone_vaginale_in_gravidanza

Tampone

I tamponi effettuabili durante la gravidanza possono essere di diverso tipo, ma in tutti i casi si tratta sempre di esami poco fastidiosi e non invasivi, effettuabili per mezzo di un sottile bastoncino cotonato che viene inserito nelle zone d’interesse.

I tamponi vaginali, sono sicuramente tra i più comuni e costituiscono un ottimo metodo di diagnosi delle diverse infezioni vaginali. In gravidanza queste ultime possono presentarsi con più frequenza e generare particolari fastidi nella donna che ne soffre, tra cui bruciori o pruriti vaginali, infiammazioni e perdite anomale.

Non solo, ma la presenza d’infezioni vaginali, esattamente come il riscontro di un’urinocoltura positiva in gravidanza, può aumentare il rischio di rottura prematura delle membrane amniocoriali e parto pre termine. Ecco perché, talvolta, effettuare un tampone vulvare può aiutare a risolvere una situazione di disagio, nonché a prevenire problematiche più gravi.

Tampone rettale

Il tampone rettale o tampone anale è un esame attraverso il quale è possibile diagnosticare eventuali infezioni presenti a livello intestinale e quindi responsabili dello sviluppo di determinate patologie nell’uomo.

In particolare, il tampone rettale in gravidanza può essere eseguito non solo per ricercare lo streptococco agalactiae, già citato precedentemente, ma anche per rilevare l’eventuale presenza di agenti patogeni come, per esempio, quello responsabile della Salmonella, malattia trasmissibile per via oro-fecale.

Tampone cervicale

Tra i tamponi in gravidanza ci sono anche quelli cervicali, ossia caratterizzati da una superficiale penetrazione del tamponcino all’interno della cervice o collo dell’utero. Nei casi particolarmente a rischio per malattie sessualmente trasmissibili, può essere indicato effettuare un tampone cervicale per la ricerca di particolari agenti patogeni, come il Mycoplasma o la Chlamydia.

Prima di eseguire questo tipo d’esame la donna dovrà astenersi dai rapporti sessuali e dall’uso di lavande vaginali o terapie locali nelle 24 ore che lo precedono; inoltre, nella settimana antecedente dovrà evitare di assumere antibiotici o antimicotici.

Infezione da streptococco

Per riassumere, l’infezione da streptococco può portare a quadri clinici diversi, in base alla specie coinvolta ed all’area dell’organismo interessata. Le tipologie di streptococco più rilevanti sono il beta emolitico di gruppo A e quello di gruppo B; il primo solitamente colonizza le vie aeree superiori ed il secondo l’apparato gastroenterico e genitale.

In entrambi i casi è comunque importante diagnosticare tempestivamente l’infezione mediante tampone, in modo da prendere gli opportuni provvedimenti in base alla situazione che si presenta. In particolare, in gravidanza il riconoscimento dell’infezione da streptococco beta emolitico di tipo B risulta particolarmente importante per attivare conseguentemente delle misure preventive che riducano il rischio di trasmissione dell’infezione al bambino che nascerà.


Leggi anche: Tampone in gravidanza, quando farlo, costo e come prepararsi


Streptococco contagio

Per quanto riguarda il contagio, esso dipende dalla tipologia di streptococco coinvolto. Lo streptococco di gruppo A può essere trasmesso per via aerea, per semplice inalazione di goccioline di saliva infette; quello di gruppo B può, nel 10-20% delle donne, essere normalmente presente all’interno della naturale flora batterica vaginale e intestinale e non generare alcun problema alla donna portatrice.

In caso di gravidanza, però, il rischio che il bambino, passando all’interno del canale vaginale, possa essere contagiato è alto; ecco perché le ultime Linee Guida della Gravidanza Fisiologica raccomandano l’esecuzione di un antibiotico in corso di travaglio di parto in caso di positività al tampone materno, al fine di evitare l’insorgenza di gravi patologie nel neonato.